domenica 31 dicembre 2017

SI CHIAMERA’ “CURCUMA ON-LINE” L’ATTIVITA’ CHE APRIRANNO ASSIEME VINCENZO SUERO E L’INNOMINATO. CON I GUADAGNI ANDRANNO A SVERNARE ALLE CANARIE NEI MESI INVERNALI. LA BRUTTA NOTIZIA ARRIVA SUBITO DOPO QUESTO ANNUNCIO. L’INNOMINATO CI HA RIPENSATO NON SMETTERA’ DI IMPAURIRCI CON LE SUE ASTUZIE IN BICI

Indifendibile.
Comportamento poco serio. L’innominato la mattina dell’ultimo dell’anno è venuto al ritrovo con un mazzo di volantini. 
Appena arrivato ha messo in sicurezza la bicicletta e ha cominciato la distribuzione dicendo ad ognuno, come fa il sacerdote durante la distribuzione del corpo di Cristo, che non avrebbero trovato niente sul web, aggiungendo: “Oggi soltanto la nuda carta”.
La parola nuda ha incuriosito subito tutti gli allupati presenti, ma si sono dovuti dare immediatamente una calmata. Solo testo contenevano quei fogli già sgualciti, niente donne gnude.
“Mi ha convinto Suero – inizia così il comunicato stampa che stavolta aveva scritto di suo pugno, con una serie interminabile di errori di ortografia -  non smetto di andare in bicicletta e vi rivelo che con Vincenzo presto apriremo una vendita on-line di curcuma. Abbiamo fatto due conti e con i profitti ci arrotonderemo la pensione. Quanto guadagneremo ci potremmo permettere di trascorrere 3 o 4 mesi all’anno alle Canarie, dove potremmo allenarci al caldo anche d’inverno”.
Terminato questo paragrafo, quasi ad unanimità tutti alla ricerca del Suero, che però stamani ha marcato visita. La riprova non si poteva avere e ci siamo dovuti accontentare della versione dell’innominato.
Prende il via l’ultimo allenamento dell’anno con una confessione da parte dell’uomo sceso dalla collina meno nobile delle altre, ma decisamente con dei panorami davvero mozzafiato.
“Per fortuna non c’è Attilio Nocciolini. Speriamo che presto ingrassi di nuovo e così d’estate lo stacco in salita. Un ce la faccio a vedermelo passare sempre davanti”.
Massimone lo guarda sgomento. Incrociando lo sguardo con il sottoscritto, gli rispondo con un gesto, allargo le braccia. Lui capisce e si parte.
Il giorno di San Silvestro il percorso è di tutto riposo. Grosseto, e ritorno.
Sosta caffè al bar di via dei Mille e qui l’innominato sbaglia a fare i conti e ne ordina uno in più. Dopo aver augurato almeno otto volte buon fine ed inizio anno alle commesse, riusciamo a salire di nuovo in bici.
Stiamo per riprendere l’allenamento in direzione Castiglione e l’innominato all’improvviso urla, facendo anche spaventare Renato Ricci, che lo apostrofa giustamente: “Ma che vuoi bischero?”.
Arriva la sua richiesta.
“Dai, facciamoci una foto tutti assieme”.
L’idea non dispiace a Massimone. Ci stiamo per mettere in posa e arriva da parte di Renato una sottilissima, ma efficace battuta indirizzata all’innominato.
“Visto che volevi smettere di venire in bicicletta, oggi mettiti dietro al telefono e scattaci la foto. Sarà per noi un bel ricordo del tuo passo falso”.
Il 2017 si è concluso con una tirata di una decina di chilometri dell’ìnnominato a 22 km/h scarsi. Renato dal centro commerciale alla rotonda di Marina di Grosseto, per la noia ha sbadigliato ben 36 vote . Poi non è mancata la solita volata in solitario dell’innominato. 
Buon 2018.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
L’innominato è un personaggio di fantasia. Gli altri e i luoghi sono veri ed utilizzati per rafforzare la storia.


venerdì 29 dicembre 2017

“CON IL 31 DICEMBRE TERMINA LA MIA ESPERIENZA CICLISTICA. SENTO UN AMBIENTE AVVERSO CHE MI CIRCONDA. NON HO AMICI MA GLI AVVERSARI DI ALLENAMENTO SONO DIVENTATI NEMICI E NON HA PIÙ SENSO CONTINUARE QUESTA ESPERIENZA”.

Impara in fretta l’innominato.
Il mondo della comunicazione ai tempi di internet è nelle sue dita e anche oggi, venerdì 29 dicembre, giorno della settimana dispari, quanto tutti si allenano di nascosto, lui ha occupato lo scena con una sua eclatante trovata.
Ha usato l’autostrada virtuale (tutta pianura, altrimenti perde le ruote pure li), per arrivare ai suoi tifosi, ma anche per chi è ostico alla tecnologia, ha potuto apprendere quanto stava accadendo al capitano del gruppo B.
Oltre alla sua pagina Facebook, anche al parcheggio lato Tamoil, dove si ritrovano i ciclisti nei giorni prestabiliti, l’innominato ha attaccato un cartello. 
Un segnale indelebile, sia per i ciclisti internauti che per quelli veraci. Cose del genere le fa solo lui. 
La “piazza” del parcheggio è stata invasa dai curiosi, anche da chi di ciclismo non ne mastica molto e proprio da loro sono arrivati i commenti peggiori, fra i pronunciabili: “Manica di rincoglioniti”.
L’innominato di buon mattino ha diramato un suo comunicato stampa. Sicuramente si è fatto aiutare da un esperto di immagine. Non si spiega in altro modo la novità. Infatti, oltre al testo, scritto impeccabilmente, anche una foto, ma non in divisa da ciclista, si è fatto immortalare  con tanto di giacca e cravatta. Molti, di primo acchito, non lo hanno riconosciuto subito.
Andando avanti nella descrizione della mattinata, chi si è avventurato nell'interpretazione di quanto apprendevano, hanno pensato ad uno  scherzo, anche di pessimo gusto. Sono partite subito diverse telefonate al numero dell’uomo sceso dalla collina pulsante castiglionese per apprendere dalla viva voce dell'ipotetico firmatario del comunicato se tutto corrispondeva al vero o qualcuno aveva dato vita a una goliardata.
Lo sconcerto, ma per alcuni anche gioia nel venire a conoscenza  che tutto è vero, come accade in queste occasioni, spacca il gruppo B, mentre al resto dei castiglionesi non importa niente.
Per chi non avesse letto il cartello al parcheggio, ve lo riassumo con parole mie, tralasciando i virgolettati dell’innominato, che neanche il sottoscritto, quando molto ispirato, riesce a vergare in un comunicato stampa.
“Con il 31 dicembre termina la mia esperienza ciclistica. Sento un ambiente avverso che mi circonda. Non ho amici ma gli avversari di allenamento sono diventati nemici e non ha più senso continuare questa esperienza”.
Che l’innominato avesse molti atleti contro era risaputo, pericoloso come il ghiaccio sulle strade, e la conferma a questa mia affermazione viene da un primo sondaggio fatto fra i ciclisti del gruppo B. Sono più quelli a cui la notizia è stata ritenuta positiva che i dispiaciuti.
Danilo Saletti, presidente di tutti i gruppi castiglionesi, oggi, venerdì, non impegnato nella caccia al cinghiale, ha dovuto rispondere alle telefonate dei giornalisti sportivi della zona che dovevano impaginare la notizia nel giornale. Alla terza chiamata ha cominciato a maledire: l’innominato, la sua bicicletta e la superficie riflettente che la contraddistingue. Ha staccato il cellulare dando disposizione di dire, a chi lo avrebbe cercato dal quel momento in poi, che era partito per un pellegrinaggio in un convento Francescano nel cuore della Val di Chiana.
Il comunicato dell’innominato dava anche altre informazioni, ma letta la prima parte, di cosa avrebbe fatto a partire dal primo gennaio del 2018, non importava più a nessuno.
Comunque, per dovere di cronaca vi metto a conoscenza delle sue volontà.
“Molti di voi non lo sanno – continua l’innominato nel suo testamento ciclistico – ma ho anche un’altra grande passione che vi svelo, il tempo che dedicavo al ciclismo, sarà d’ora in poi convogliato nel burraco”.
Loris Topini, Renato Ricci, hanno letto assieme, ovviamente nel cartellone posto al centro del piazzale nel parcheggio, tutta la tiritera dell’innominato e quando sono arrivati alla parola “burraco” si sono guardati con sguardi interrogativi.
Tutti e due che fosse sto burraco non lo sapevano e fra di loro se lo sono anche confessato.
“Senti – ha detto Renato – che l’innominato sia strano lo sapevo, ma il burraco mi sa tanto di qualcosa da diversamente etero”.
Il Topini è andato ancora più in confusione con questa aggiunta e il Ricci lo riporta alla realtà con un ipotetico esempio molto esplicativo.
“Stai a vedere che all’innominato a forza di vedere in questo parcheggio solo  uomini depilati e spesso secchi come acciughe, ma ben muscolosi, voglia fare outing?”.
Loris comincia a scuotere la testa vistosamente. Prima la strana lettera dell’innominato e adesso pure Renato che parlava con termini forbiti, da manager erudito, la cosa lo infastidisce e non esita un’istante a confessarlo.
“Pure io sono diversamente giovane – dice con tono decisamente nervoso – ma te tutto bene con trigliceridi e colesterolo? Non è che stai sbarellando? Ma come parli?”.
Il Ricci allora capisce che deve scendere a trattative e per spiegare meglio il suo pensiero, e lo fa con un paragone.
“Qualche volta a Firenze, ci sarai stato? Le conosci le Cascine? Lo sai chi le frequenta?”.
Il Topini sorride, pensa di aver capito dove vuole andare a parare Renato.
“All’innominato gli piacciono le donnine? Non ci credo è un ragazzo a modo. Ha moglie e figli. Mi stai prendendo in giro, vero?”.
Renato prende per un braccio Loris e gi fa cenno di fare come lui, si siedono sul cordolo del marciapiede.
“Loris – dice il forzuto ciclista al mingherlino amico di una vita – alle Cascine una volta ci andavano le mignotte, ora ce ne trovi molte meno. Magari, quando sei lì e sei bravo trovi quella giusta, ma se non verifichi prima, potresti trovarti in mano una sorpresa più o meno lunga”.
Il Topo, capisce l’antifona e indicando la foto dell’innominato sentenzia:
“Il Burraco, il bucaio…”. Poi si morde l’indice della mano e fa alzare Renato da sedere.
“Andiamo si va da Marianna. Ci vuole un’altra colazione prima di pranzo”.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata.
L’innominato è un personaggio della mia fantasia, gli altri sono amici ciclisti di Castiglione della Pescaia e hanno dato forza al racconto.
Dopo l’innominato che accadrà?
Aspettiamo il 2018.

martedì 26 dicembre 2017

LA CURCUMA DEL SUERO EX ALLENATORE DELL’INNOMIATO FA PARTE DELL’ALIMENTAZIONE QUOTIDIANA DEL CAPITANO DEL GRUPPO B, MA CHISSA’ SE ADRIANO BONARINI, PROBABILE ATLETA CHE VERRA’ SEGUITO NEL 2'018 DALL’EX MAGAZZINIERE DI ROCCAMARE SI ADATTERA’ A QUESTE INDICAZIONI COSI’ RIGIDE? TUTTI PRONTI A DARE CONSIGLI ALL’INNOMINATO. IL TIPOGRAFO “MA VOI PENSATE CHE LA MOGLIE DELL’INNOMINATO SI CONFONDA CON LUI DAVVERO? SECONDO ME FA UN MESCOLONE E GLIELO SCHIAFFA NEL PIATTO E FINISCE LÌ”. LORIS TOPINI ENTRO NEL DISCORSO DOPING SPINTO: “AI MIEI TEMPI…”. RENATO RICCI: “BISOGNA LAVORARE SUGLI ORMONI SESSUALI”. ATTILIO NOCCIOLINI SI SBILANCIO’ IN ALTRE DIREZIONI: BISOGNA SFRUTTARE GLI ORMONI STEROIDEI”. IL TORMENTONE LO CONCLUSE IL PROBABILE NUOVO ALLENATORE DELL’INNOMINATO, MA LA SUA VERSIONE VE L’ANDATE A LEGGERE

Ore 5:45 di una giornata di allenamento in casa dell’innominato tutto procede secondo un ormai programma consolidato. La sveglia suona, e come apre gli occhi, si destano anche i suoi sensi. La colazione è già in tavola.
Patate lesse, riso in bianco, curcuma sopra come se piovesse, tutti alimenti consigliati dal suo ex allenatore Vincenzo Suero, che non ha potuto mangiare il panettone in veste di preparatore, ma da disoccupato si sta ancora lambiccando il cervello per capacitarsi su quali errori correggersi in futuro, quando probabilmente prenderà ad allenare Adriano Bonarini, le trattative sono agli inizi.
Tornando alla curcuma, durante tutta la scorsa estate il Suero ha magnificato all’innominato le qualità di questa preziosa spezia dal colore giallo-arancio, che però il capitano del gruppo B, per diversi mesi aveva dedotto, in errore, che se si trattava di spezia, forse la producevano proprio in quell’angolo della Liguria, senza il La davanti.
“Ne devi prendere dai 3 ai 5 cucchiai al giorno – gli diceva Suero difronte a tutti i ciclisti, che si trovano immancabilmente al bar di Marianna – ma quando ci alleniamo aggiungici un po’ di pepe nero, per te sarà più reattiva l’efficacia. Stanne certo, ti darà quello sprint in più che non pensavi di avere nelle gambe”.
Forse il pepe non era di quello più fresco, magari pure umido, e questa reazione è sempre stata, fino ad oggi, quasi impercettibile da parte dell’innominato.
Il Suero gli consigliò anche dove acquistare la curcuma, indicandogli un determinato negozio. I meno audaci arrivarono solo con il tempo a capire questo apparentemente disinteressata indicazione. Semplice, l’ex tecnico dell’innominato voleva verificare se gli stava dando retta. Cosa che devo testimoniare pubblicamente, avvenne, seguiva diligentemente, come un allievo ben predisposto tutte le indicazioni del maestro.
Purtroppo le prestazioni atletiche dell’innominato non hanno avuto quel brusco miglioramento che tutti si aspettavano, ma forse l’atleta sceso delle colline castiglionesi non seguiva alla lettera tutte le indicazioni? Intanto la teoria pomeridiana imperversava incessantemente.
“Te caro innominato – spiegava Suero al suo pupillo e di riflesso ne beneficiavano anche gli altri ciclisti della lezione che si teneva ai tavoli della pasticceria in corso della Libertà – con l’ingurgitare della curcuma aiuti il tuo organismo a smaltire le infiammazioni, ma voglio essere più schietto, le chiamerei con il suo vero nome “batoste”, che prendi sempre in bicicletta. La curcuma ti sfiamma, ma non fa miracoli eclatanti, però la bile al fegato te l’attenua dopo che ti accorgi di non arrivare mai primo. La curcuma ti rimette i valori al suo posto fino all’allenamento-gara successivo, dove di sicuro, e ne sono convinto, continuerai a fare cazzate”.
Suero poi entrò anche nella parte dell’efficacia di questa spezia nelle zone alte del fisico, la testa e nello specifico il cervello. Se lo ascoltavi senza guardarlo, pareva  che al tavolo come conferenziere ci fosse Piero Angela e non l’ex finanziere, poi magazziniere, adesso giovane pensionato.
“A uno qualunque – tenne a precisare Suero guardando l’innominato e nessuno altro dei presenti -  basterebbe un solo grammo al giorno di curcuma per migliorare la capacità del cervello ad auto guarirsi in caso di danni, come quelli che te hai di sicuro in seguito a tutte le sconfitte che incameri venendo ad allenarti. Purtroppo, nel tuo caso, ancora non saprei a stabilire il giusto dosaggio di curcuma per rimetterti in carreggiata, ma credo che ci vogliono dosi da cavallo per arrivare a pareggiare le perdite”.
Fin qui le lezioni teoriche, che si protrassero incessantemente nei caldi pomeriggi di giugno e luglio, ma ad agosto non era cambiato niente e l’innominato aveva deciso, voleva sostituire cura e allenatore.
Come manifestò queste intenzioni, immediatamente sul gruppo B, presenti al bar-pasticceria piombò un silenzio irreale. Nessuno voleva schierarsi né con l’innominato né con Suero, ma partirono i controlli incrociati per capirci qualcosa e soprattutto per attribuire la colpa a chi veramente era stato insufficientemente attento (il Suero), o miscredente, (l’innominato).
“Le verifiche vanno fatte a modo”.
Esordì il tipografo, uno dei saggi che ancora però non ne vuole sapere di entrare nel gruppo B perché secondo lui sono tutti sonati.  
“Tenete presente che: per mantenere al meglio le proprietà di questa spezia è bene utilizzarla a crudo, ovvero metterla solo a fine cottura, evitando così la dispersione di alcuni dei suoi principi nutritivi. Inoltre, per assimilarla meglio è ottimo associarvi un po’ di pepe o un grasso (ad esempio l’olio d’oliva). Ricordate queste due cose importanti anche se ideate delle nuove ricette, ma voi pensate che la moglie dell’innominato si confonda con lui davvero? Secondo me fa un mescolone e glielo schiaffa nel piatto e finisce lì”.
Un discorso di chiosa così schietto non si era mai sentito al tavolo dei ciclisti del gruppo B, ma poi non mancarono i contributi di altri presenti per aiutare l’innominato a crescere atleticamente.
Loris Topini: “Ai miei tempi – cominciò – andava di moda il salbutamolo. Farmaci per il trattamento di asma e altre patologie respiratorie, che dilatano i bronchi e favoriscono gli scambi di ossigeno nei polmoni. Alcuni hanno anche effetti anabolizzanti simili a quello degli ormoni steroidei. Ci sono dei rischi, l’alterazione di ritmo cardiaco e pressione, cefalea, insonnia, nausea e irritabilità, ma tanto chi ci fa caso se l’innominato ha tutti questi sintomi?”.
Dopo un attimo di esitazione il decano dei ciclisti proseguì con i suoi consigli disinteressati.
“Assieme alla curcuma, al pepe nero, aggiungerei efedrine e amfetamine. Sono da sempre stimolanti della sicurezza e della forza che mancano al capitano del gruppo B e diminuiscono la percezione della fatica, permettendo di protrarre più a lungo lo sforzo durante le volate. Un effetto simile lo hanno anche i narcotici ma da qualche parte bisognerà pur cominciare”. 
Poi Loris fu onesto, poggiando un braccio sulla spalla dell’innominato.
“Le controindicazioni in questo caso sono l’aumento di temperatura corporea, ma tanto siamo d’estate e chi ci fa caso, neanche la tu moglie”. In questa ultima frase di Loris Topini, tutti percepirono una leggera presa per i fondelli. 
Una di queste interminabili sessioni pomeridiane di teoria ciclistica ebbe l’apporto inaspettato, ma molto gradito di un luminare, Renato Ricci.
“L’innominato deve lavorare sugli ormoni sessuali” Tutti rimasero spiazzati. Ormai conoscevano a memoria le lezioni di Suero, sempre tutte uguali come la Santa Messa delle 11 la domenica, ma sugli ormoni non erano ancora stati eruditi.
“Il testosterone, bisogna che l’innominato potenzi lo sviluppo muscolare e la crescita del tessuto osseo”.
Argomento divulgativo medico di alto profilo quello suggerito da Renato, ma sulla crescita del tessuto osseo qualcuno lo identificò su certi centimetri da allungare di un qualcosa che sempre più spesso stava chiotto a riposo, e si fecero più seri e attenti. 
“Sono sincero – aggiunse il Ricci - questo è doping allo stato puro e si potrebbe passare dalla padella nella brace”.
Che cosa centrava a quel punto da parte di Renato Ricci, nota forchetta indefessa e riserva del gruppo B, l’accostamento alla cottura dei fagioli con la salsiccia? Nessuno ci stava capendo più niente, ma poi arrivò una spiegazione più esaudiente.
“Negli uomini come l’innominato, se il suo trainer non lo segue a modo, rischia di approdare all’impotenza, perdita dei capelli e allungamento di peli su tutto il corpo, che il più corto sarebbe di 45 centimetri”.
“Che testosterone sia – affermò a voce alta uno dei presenti, un certo Marcello che di solito si allena d’estate a Castiglione della Pescaia – con una testa attenta e meticolosa come quella che si trova l’innominato, mi sembra la cura giusta da fargli seguire”.
Non contenti fu interpellato anche un altro saggio della comitiva, Attilio Nocciolini.
“Io propongo di lavorare sui glucocorticosteroidi o glucocorticoidi, sono ormoni steroidei prodotti naturalmente dall’organismo umano, forse anche l’innominato ne ha disponibili. Questi regolano alcuni processi biochimici sul sistema nervoso centrale e su quello endocrino. Migliorano l’attività respiratoria e hanno effetti analgesici, forse questo è l’unica possibilità per non doverlo sempre aspettare sul valico delle Strette perché già al Grilli è scoppiato e boccheggia come un luccio”. 
Poi, arrivando attorno alle 20:00 quando di solito dopo che in una decina di persone per tre ore avevano fatto incassare 10 euri a Marianna con 8 caffè e quattro bicchieri di acqua gassata, tutti dovevano far rientro a casa, Alessandro Ciacci, in procinto di diventare il nuovo mister dell’innominato, volle dire la sua:
“Prossimamente, quando avremo raggiunto l’accordo con l’innominato, lavoreremo sull’ormone della crescita”.
Partì una risata contagiosa e tutti si alzarono per andare a cena. Qui il doppio senso si potrebbe davvero sbizzarrire.
©Riproduzione riservata.
Foto ripescata nei ricordi di un allenamento di qualche tempo fa.

L’innominato è un personaggio di fantasia, gli altri sono veri, ma le loro dichiarazioni all’interno della storia sono tutte di fantasia.

lunedì 25 dicembre 2017

GLI OBBIETTIVI DELL’INNOMINATO PER IL 2018: “PER PASQUA VOGLIO BATTERE SUERO POI SUBITO DOPO ATTILIO NOCCIOLINI E A FERRAGOSTO ANCHE MASSIMONE”

“Ma domani di quanti chilometri sarà l’allenamento? Ma soprattutto chi verrà con noi del gruppo B? Ma è vero che torna anche Loris Topini e dovrò tenere a bada anche lui?”.
Queste tre domande sono uscite dalla bocca poco fa dall’innominato durante la pennichella del dopo pranzo di Natale.
Parlare nel sonno per qualche medico è sinonimo di rilassamento, ma si vengono a scoprire certi segreti...
Nell’appuntamento conviviale del 25 dicembre l’innominato non ha trasgredito di una virgola nell’alimentazione e tutti quelli che erano seduti allo stesso tavolo per un attimo hanno pensato a una dieta particolare, su precisa prescrizione medica, ma arrivati al secondo e scoperto che quanto ingurgitava l’innominato era solo frutto della sua dedizione completa alla bicicletta, qualcuno ha sorriso rassegnato.
Al risveglio l’innominato è stato circondato dagli affetti presenti in questa giornata di festa e hanno cominciato una "seduta" rassicurante, porgendogli domande indagatrici.
La prima è stata: “Ma a te che percorso ti è più congeniale quando esci in bicicletta?”
Un attimo di titubanza e poi fa l’elenco: “Dunque, il giro di Grosseto, quando si arriva al campeggio Etruria mi staccano tutti in volata. Il percorso che ci porta a Bagno di Gavorrano e ritorno la volata al torrione di Vigna Murata la perdo perché è in falso piano. Ribolla, nelle due versioni Potassa o Montemassi, un c’è verso, i gran premi sui due colli trovo sempre qualcuno che mi passa avanti e all’arrivo, malgrado stia sempre a ruota e non tiro mai, arrivo sempre esimo. Il percorso che mi si addice ancora non so quale sia”.
La seconda domanda è stata più subdola: “Ma come sono gli altri ciclisti con cui ti alleni nei fine settimana?”.
Qui l’innominato stava per sparare a zero su tutti, poi si riprende e fa il signore con un commento molto sportivo.
“Vanno tutti in bicicletta da più tempo di me e sono ancora più birbi del sottoscritto, ma a Pasqua di sicuro sarò in grado di battere Suero poi toccherà arrivarmi dietro Attilio e anche Massimone per Ferragosto si dovrà rassegnare a starmi dietro”.
Sul resto del gruppo B l’innominato li liquida con sufficienza.
“Sono tutti numeri. Non credo che ci sia qualcuno di questi che possa essere definito ciclista”.
Fra i presenti al capezzale del divano pennicale del dopo pranzo natalizio dell’innominato si percepisce della bugia uscita dalle labbra baffute dell’atleta che è sceso da una collina dell’hinterland  castiglionese, ma fa in tempo a correggere il tiro, sempre mentendo spudorataemente.
“C’è quell’Adriano Bonarini che mi sta facendo dannare ma anche lui in futuro sarà costretto a desistere. Farò in modo da trovargli da lavorare nei fine settimana. Al lavoro è come alle donne, un si può dire di no”.
Sulla seconda parte dell’ultimo pensiero dell’innominato la penso proprio come lui.
Gli ospiti-psicologi del capitano della squadra B non mollano finchè non hanno saputo chi fosse questo Loris Topini che lo sta facendo preoccupare?
“Questo qui è quello che proporrò come mio vice o come ultimo gregario nelle future volate. Uscirò allo scoperto appena avremo affilato la nostra condotta del “trenino” delle volate. Stiamo andando a scuola da Adriano Nocciolini, lui che di trenini ne mastica e d'estate li guida anche a Marina di Grosseto. Poi, quando avremo capito bene il da farsi un ci sarà spazio per nessuno. Purtroppo ci vorrà del tempo per arrivare a una condizione accettabile e fino allora dovremmo fingere di essere nemici”.
Queste sono le ultime avventure prima che il giorno di Santo Stefano, se non piove, vedrà il sorgere di un’altra sfida al fulmicotone e chissà, forse se sarò ispirato, anche la voglia di raccontarla in questo blog.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata.
Nella foto un allenamento recente del gruppo B, con passaggio a Monterotondo Marittimo
Le storie so tutte inventate.
Alcuni nomi sono di fantasia, altri li ho presi in prestito per dare più forza alla storia, che spero sia stata di vostro gradimento.


domenica 24 dicembre 2017

MA CON LA PIZZA IL BRINDISI SI FA CON L’ACQUA? IL GALATEO NON DICE NIENTE A RIGUARDO LA CENA DEGLI AUGURI DEL GRUPPO B E’ ALTERNATIVA

Il gruppo B è differente.
Cena sociale per lo scambio degli auguri e si brinda con l’acqua, almeno credo, anche perché a me il calice non l’avevano messo sul tavolo.
Mi attengo alla nuda cronaca, confessando che mi ero distratto un attimo, ma poi ho visto l’innominato sommerso da questo liquido innocuo, non macchia, ma bagna e quella sera non è che fosse una di quelle afose estive dove poter godere di quel refrigerio.
Per una volta mi tolgo dalla veste di cronista e rilascio una dichiarazione, che spero non venga fraintesa: “C’è crisi, ma i poveri si fanno a casa e non in pizzeria. Si poteva ordinare una bottiglia di spumante, ma quella del brindisi con l’acqua non l’ho capita”.
Comunque, non mi meraviglio di niente. Proprio così. Essendo il nostro un gruppo assai alternativo, sono andato a sfogliare le varie versioni del galateo, ormai su internet si trova di tutto, oltre alle fake. Scorrendo le varie pagine, inserendo anche la domanda specifica: “Dopo la pizza si può  brindare con l’acqua?”, cose che fra l’altro non è stato fatto, non ho trovato ancora una risposta.
Nella mia mente, anche adesso che sono seduto davanti al computer, ho visto ripassare davanti quello zampillo d’acqua ben mirato, che si è abbattuto, colpendo in pieno, dalla testa, ai baffi, fino alla cintura compresa, l’innominato, e ho pensato: “Qui c’è sotto qualcosa” .
Per essere stata quella di giovedì un’uscita fuori ordinanza, abbiamo fatto le ore piccole. Ritrovo alle 19:30 e alle 21:15 tutti a casa e l’innominato ha raggiunto la sua abbastanza umidiccio.
Poi, stamani, subito dopo la partenza dell’allenamento prenatalizio ho notato una strana situazione, non è che la normalità faccia parte del nostro andare a portare a spasso la bicicletta, ma essendo uno attento ai particolari, ho capito che anche il 24 dicembre non ci sarebbe stata armonia e chi avrebbe perso qualche metro non sarebbe più rientrato perché lo spirito natalizio non era fra noi.
Partenza a ritmo stranamente sostenuto, uno sbuffa e manda imprecazioni molto dirette, ma quando se ne accorge l’innominato che fa? Si stacca dall’ultima posizione, sua di diritto, come il vitalizio di un Senatore a vita, e va a tirare, aumentando ancora di più l’andatura. Oltrepassata Macchiascandona, chi prende il suo posto alla guida della “banda”, continua con quella velocità e ripresa la strada Aurelia, quello che sbuffava, invece di seguirci, prosegue mestamente in direzione di Grosseto da solo.
Quando domando il perché di questo comportamento, nessuno mi risponde. Capisco che c’è stato un complotto alle spese di colui che non ha retto a quell’andatura e associo dell’altro, ma sono un signore e non ve lo svelo, ma coincide al brindisi con l’acqua.
Si raggiunge Grosseto in religioso silenzio. Caffè e auguri alle commesse del bar. Qualcuno si porta avanti e fa pure quelli per un sereno felice inizio anno, dimenticandosi che il 26 dicembre potremmo di nuovo far tappa in quel locale. Questa mancanza di cognizione temporale è un segno dell’arrivo della stanchezza, ma non c’è tempo per il commento e gli sfottò, via per i “drittoni”, della Trappola.
Nessuno decide di fare un’andatura arzilla, avevo guardato nella pausa caffè l’orologio e volevo raggiungere casa per mezzogiorno e a quella velocità si poteva rientrare comodamente per le quattro del pomeriggio. Rompo gli indugi. Passo davanti e tiro per diversi chilometri al massimo delle mie possibilità, cosa che fanno anche gli altri, escluso l’innominato, bravissimo a saltare i cambi, ma lui è un velocista e si gioca tutto negli ultimi trecento metri.
Purtroppo per l’innominato, questo suo comportamento antisportivo  rende una giornata così apparentemente gioiosa, nervosa. Scatti contro scatti e ho l’onore di dare il colpo di grazia a tutta la vicenda. Passato il camping Le Marze è la mia occasione di fare selezione e nel modo che piace a me, in progressione e non come fa l’innominato con scatti insignificanti di pochi metri.
Lo schiaffo morale è altissimo. Tenendo le mani nella parte alta del manubrio allungo finché una voce piuttosto stanca mi dice: “Anche per oggi ha perso le ruote. Ora si può anche rallentare e chiacchierare fino a Castiglione della Pescaia”.
Buon Natale gente.
© Rossano Scaccini

I personaggi sono tutti di fantasia, i luoghi invece sono veri e li ho inseriti per rafforzare il racconto. Inoltre, ho incluso una foto che il mio amico Maurino Carraresi ha fotoshoppato dove i soliti noti sono stavolta sotto l’albero di Natale di Castiglione della Pescaia. Un’avventura del genere potrebbe essere anche stata vissuta da noi e da molti di voi. Chissà.

sabato 16 dicembre 2017

BRONTOLINO SI AFFLOSCIA COME LA CORDA DI UNA CAMPANA ROTTA MA QUALCHE ORA PRIMA AVEVA FATTO VISITA AL SUO MAGO-DOTTORE PER UN CONSULTO

Sabato mattina alle 8:45, parcheggio Tamoil, i ciclisti già in fermento. Fra il divertito e l’incredibile si commenta l’aver visto un nuovo personaggio, sempre un ciclista che indossa la divisa del gruppo ciclistico, presentarsi alle 7:45 a casa di un aspirante mago, che lui chiama dottore. Già da ieri, venerdì, questo atleta che in molti lo chiamano a sua insaputa “Brontolino” non si capacitava e voleva scoprire da cosa dipende un forte dolore che al mattino, appena scende dal letto, gli si propone su una delle sue delicate caviglie.
Brontolino cerca risposte dal mago-dottore e spera che costui sappia rivelargli certi perché sul suo fisico, chiedendo informazioni nel mondo dell’ignoto.
Il mago, probabilmente svegliato da quel continuo suono del campanello che Brontolino teneva premuto incessantemente, apre la porta e gli getta addosso uno sguardo terrificante, che se prima pensava di vedersi togliere un eventuale malocchio di dosso, adesso poteva stare certo che non se lo sarebbe più scrollato dai neanche dai suoi polpacci a forma di buzzo di coniglio che contraddistinguono Brontolino.
Siccome poi le cose si vengono sempre a sapere, Brontolino aveva confidato alla moglie che di soprannome quelli del suo caseggiato chiamato “Ansa”, cosa voleva fare già nel primo pomeriggio e a sera anche nel gruppo B dei ciclisti la notizia era arrivata. 
Al mago-dottore, avrebbe anche chiesto, oltre la sua guarigione, la realizzazione di una fattura non dolorosa ma invasiva verso il suo avversario di volata, il Simpatia, ma andiamo per ordine nel raccontare quanto accaduto.
Brontolino entra nello studio del mago-dottore e si siede nella poltrona, mentre il luminare si accomoda sul divano davanti a lui.
Da paziente, visibilmente nervoso, Brontolino si accorge in quel preciso momento che il mago-dottore non è vestito in modo professionale, ma era con un paio di boxer aderenti coperti da una vestaglia da camera, che gli lasciava intravedere la maestosità notevole del suo organo genitale.
Quella visione mette in confusione Brontolino. Non è che abbia tendenze moderne, ma dentro di lui parte prima un senso di invidia per tanto ben di Dio e poi si immagina quante conquiste in più poteva fare lui ai suoi tempi con un attrezzo del genere, avendone uno al di sotto della media.
I pensieri del Brontolino non procedono velocemente, come quando va in bici.
Il mago-dottore, che non è certo di primo pelo, si accorge che Brontolino lo sta fissando e non negli occhi ma molto più in basso. Attende qualche istante in silenzio e poi sentenzia a squarcia gola.
“Ma bada te che a quest’ora girano già così arrapati i ricchioni. Popò di bucaiolo se ti rifai vedere da queste parti prendo il mattarello, che tengo sotto la mia scrivania e te lo tolgo il malocchio a forza di randellate”.
Il mago-dottore si alza in piedi di scatto, anche Brontolino fa la stessa cosa e capisce che deve guadagnare l’uscita prima che il luminare delle fatture audaci gli metta le enormi mani attorno al collo.
Uscito fuori,  inforca la bicicletta e parte a razzo. Il suo cardiofrequenzimetro già segna 195 pulsazioni e Brontolino pensa velocemente: “devo calmarmi, potrebbe arrivare l'infarto e sai che figura di merda".
Mette un rapporto agile, i ciclisti bravi si accorgono che sta pedalando con il 32 x 53 e le gambe frullano all’inverosimile. Visione impietosa per gli appassionati delle due ruote che stanno aspettando le 9:00 per iniziare l’allenamento.
Al momento di partire Brontolino non c’è, si aspetta che passi di nuovo, gli facciamo fare inversione di marcia e l’allenamento ha inizio. Su ponte Giorgini, Massimone grida: “Andiamo a Follonica”. Tutti rallentiamo per capire cosa stava accadendo, ma poi l’astuto ciclista allunga brutalmente l’andatura e occorrono alcuni chilometri per mettersi di nuovo tutti assieme, dopo questo scherzo da prete.
Superato questo primo momento inspiegabile, Brontolino passa al comando e aumenta ancora di più l’andatura.
Brusio nel gruppo: “Oggi si poteva andare con il figliolo di Attilio e quell’altri, vista quanto segna il cronometro”.
Tutto torna alla normalità dopo un paio di chilometri. Brontolino, come da copione, si affloscia tipo la corda di una campana che si è rotta.
La cadenza resta alta anche all’ingresso di Grosseto, nessuno molla e i più temerari, come Adriano Bonarini, sono molto bravi a fare lo slalom fra le macchine.
Dopo la pausa caffè. dove Brontolino non si è risparmiato nel fare il piacione con le commesse del bar, forse ripensando per un attimo se avesse avuto lui quello che aveva visto qualche ora prima nello studio del mago-dottore. Si cambia di nuovo percorso.
Massimone, sembra che lo faccia di proposito, dopo la falsa indicazione sull’andare a Follonica, consiglia di attraversare Grosseto, raggiungere Barbaruta. Prende il via un tour de force cittadino da ciclisti sopraffini, che noi pedelatori di paese, visto la massiccia coda di auto che in questo periodo natalizio sono in giro, ci mette a dura prova. Oltre al pericolo la beffa. Strada bagnata, tutti con un unico pensiero: “A casa ci tocca asciugare e pulire la bicicletta”.
La parte finale dell’allenamento è caratterizzata da Brontolino, che non rispetta i cambi e quando gli dovrebbe toccare di tirare salta e tutti si cominciano ad arrabbiare. Poi, però, lo raggirano come giustamente si merita. Da Ponti di Badia, al ponte del Valle, l’andatura non è mai scesa sotto i 40 km/h. Le gambe di Brontolino non sono più toniche, l’acido lattico gli ha già superato i capelli e quando tutti si fermano lui con un movimento dato dalla ormai perdita di lucidità si mette a fare la volata con una signora che con la sua “graziella” con bambino sul seggiolino sta andando verso Castiglione. 
Brontolino arriva terzo.
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I luoghi sono veri, mentre i personaggi sono di fantasia. 

venerdì 15 dicembre 2017

SIMPATIA E’ STATO PARAGONATO DALL’INNOMINATO ALLA CONCIMAIA DEL SUSSI. PRONTI AL VERDETTO I TRE GIUDICI: RENATO, MASSIMO E ATTILIO, UNO POCO DEPILATO GLI ALTRI DUE SONO APPOSTO. C’E’ ANCHE UN CONFLITTO DI INTERESSI PER I TOGATI PRONTI AD UN EVENTUALE APPELLO. IL METEO, CON LE SUE CONDIZIONI AVVERSE DEPONE A FAVORE DI SIMPATIA PER QUESTO FINE SETTIMANA PRENATALIZIO

Simpatia ci ha ripensato e proprio non ci sta a passare per dopato.
Il day after, alla bona sarebbe il giorno dopo, la notizia della sua positività al salbutamolo e al viagra, con le analisi eseguite a sua insaputa sulle urine rubate dai bagni del bar di Ribolla, dopo essersi consultato con la focosa compagna, torna a difendersi, sia attraverso i social, sia con un comunicato stampa.
“Vi siete fatti tutti un’idea sbagliata sull'uso che faccio  di salbutamolo e del viagra. La mia speranza è che ciò non impedisca di poter competere nell’élite del gruppo presieduto da Danilo Saletti. Su una cosa sono certo, la mia compagna nella sua officina non ce la manderò mai da sola. Non è un qualcosa di cui vergognarsi, ma cerco di tenere lontane le corna il più possibile”.
Un coro unanime è partito dopo questa affermazione che inizia con: “Povero illuso, le corna? Quelle già le hai di serie, e da tempo”. Poi, ci sono divagazioni sul tema che arricchiscono il commento di simpatia.
Entrando nello specifico agonistico, simpatia aggiunge: “Sono un ciclista che mi potrei comodamente definire professionista, conosco le regole e sono certo: non le ho infrante”.
Altra levata di scudi a seguito di un discorso così palesemente falso e prendo in presto quanto ha detto pubblicamente l’innominato: “Sei pulito come la concimaia del Sussi”.
Simpatia guarda avanti, incurante dei provvedimenti che dovrà prendere Danilo Saletti dopo che a fine gennaio, terminerà il suo tour de force, quando la caccia al cinghiale sarà ufficialmente socchiusa, tanto anche qui ad ammazzare gli irsuti ci vanno in molti durante tutto l’arco dell’anno.
“Non credo che la mia immagine sia compromessa – dice ancora simpatia – tutti si renderanno conto della buona fede e che non sono un uomo moderno, a me le corna non stanno bene in testa”.
“Posso capire – aggiunge l’atleta in procinto di squalifica - che ci sia stato uno shock per tante persone del gruppo B, ma gli consiglio di restare sereni, io non ho infranto le regole. Conosco alla perfezione i regolamenti e non ho commesso alcun illecito”.
Purtroppo dall’innominato e tutto il plotone di quelli scarsi sanno che questo non è vero anzi, questo personaggio se lo dovranno ciucciare e tenerlo con se per diverse ore al mattino o studiare strategie di partenza diversificate, ma questo è una pianificazione molto algebrica da attuare.
Sfumata la presenza televisiva di domenica per non aver raggiunto l’accordo, l’emittente televisiva non ha cambiato l’offerta  da libri di medicina sportiva in salami e prosciutti, per simpatia c’è da sperare che le condizioni meteo siano inclementi e non diano la possibilità di ritrovarsi per l’allenamento. Con il tempo tutto passa, forse anche le corna.
Dal gruppo B l’anonimo ha rotto gli indugi ed è uscito anche lui sulla stampa. “Se lo fa simpatia - sembra abbia detto ai suoi gregari - con un sintetico comunicato stampa ci posso andare pure io sui giornali e sulle agenzie di informazione nazionale”.
Il caso sta prendendo la mano e tutti vogliono mettere la faccia e l’innominato ha dichiarato: “Sono arrabbiatissimo – si legge nella nota  - la credibilità del ciclismo castiglionese è in gioco e se non si arriva presto a un’esemplare punizione, esce fuori che ci saranno due pesi e due misure. Dopo un test positivo altri ciclisti sono stati sospesi, ma da quanto afferma simpatia, fra le righe ho l’impressione che si cerca un accordo sottobanco, ma se lo scopro chiederò udienza anche a Sua Santità il Pontefice per riportare la questione sui normali canoni di giustizia”.
L’innominato è devoto a San Guglielmo e va spesso a pregare al romitorio, soprattutto il venerdì prima del fine settimana di sfide. Chiede sempre un aiuto molto interessato, ma il santo patrono di Castiglione della Pescaia sembra non ascoltarlo.
Incredibile, ma sulla vicenda doping-simpatia stanno intervenendo avvocati, periti, medici, esperti. Ogni aspetto viene sviscerato e deve essere discusso da tutti e di questa situazione l’innominato aggiunge: “Difficile immaginare  che si arrivi a una risoluzione del caso in tempi rapidi. Solo al viagra possiamo offrirci alla risoluzione del problema offrendoci a turno per alleviare certe sofferenze di carestia. Nessuno si augura che simpatia, atteso al campionato dei velocisti del gruppo per il 2018, si ritrovi a gareggiare sub-judice (questa affermazione di sicuro l’innominato l’ha letta su qualche quotidiano sportivo ndr),  senza dimenticare che la decisione del Tribunale antidoping, composto da Renato, Massimone e Attilio che è il più saggio dei tre, può essere appellata e allora dovrà intervenire Loris Topini, il tipografo Aladino Ferretti e Mauro Vasarri, detto l’inglese, ma su di uno sembra che sia in conflitto d’interesse con simpatia e dovrà essere scelto un altro giudice depilato, quelli togati non hanno giurisdizione".
La domanda del giorno comunque resta un’altra: simpatia fosse riconosciuto colpevole, il presidente del Gruppo ciclistico Castilgionese lo caccia? E chi ritiene ormai offuscata, in ogni caso, l’immagine di una squadra che è entrata già a tolleranza zero contro il doping e più volte al centro di sospetti, illazioni, zone grigie, vorrà vedere ancora simpatia con la maglia della compagine della cittadina balneare?
Consultati ancora una volta i sondaggisti dedite alle scommesse, sembra che il presidente, sensibile all’inverosimile al fascino femminile, sia dato vicino ad una tolleranza interessata e questo all’innominato non piace e spera che accada come per le votazioni politiche, quando i sondaggisti sono spesso sputtanati.
Non è stata messa la parola fine al caso simpatia, anzi, è in pieno svolgimento, e lo striscione dell’ultimo chilometro non sembra dietro l’angolo, ma tanto quando lo vede ci pensa l’innominato a lanciare la volata che non vince quasi mai, solo quando gli altri si muovono a compassione accade il finto miracolo.
Alla prossima puntata.
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Le storie sono inventate, i personaggi pure. A ognuno la possibilità di sbizzarrirsi e vederci chi gli pare.

giovedì 14 dicembre 2017

STRANE STORIE DI DOPING. UN’EMITTENTE TELEVISIVA CHE SI OCCUPA DI DISGRAZIE VUOLE TUTTI I CICLISTI CASTIGLIONESI DA LORO DOMENICA POMERIGGIO.

Come Froome. C’è un altro ciclista che gravita su Castiglione della Pescaia, che dalle analisi sulle urine fatte a sua insaputa, togliendogli  quello strano liquido di un colore vicino al fuxia  dal water del wc del bar di Ribolla, e portato subito ad un istituto di analisi, dove è stato rilevato sia un valore eccessivo di salbutamolo, sia la presenza abnorme di sostanze sprigionate dal Viagra. 
In poche parole tutto doping.
L’uomo, di cui non rivelo il nome, ma faccio trapelare solo alcuni indizi, è uno di quelli piovuti a Castiglione della Pescaia, che essendo un porto di mare, accoglie tutti.
Un'altra indicazione: questo individuo non è benvoluto dalla famiglia ciclistica, anzi quando lo vedono arrivare anche il più elegante e signore nei modi fra coloro che si ritrovano al mattino nel luogo di raduno, ma conosce a menadito il galateo, si tocca le parti intime per scongiurare il malocchio provocato da questo che chiamerò simpatia.
I valori eccessivi rilevati nelle sostanze, una decisamente proibita per prendere parte ai campionati societari e l’altra si suppone per far contenta la compagna di letto, tutte messe assieme, stanno facendo impensierire i componenti del gruppo B dei ciclisti. 
Sembrerebbe, infatti, che la notizia sia stata appresa con gioia e letizia, e non perché si avvicina il Natale da quelli che pensano di andare forte.
Il regolamento del Campionato di categoria, sostengono quelli che si credono veloci, vieterebbe a simpatia la partecipazione e va retrocesso senza indugio. Loro, i veloci immaginari, chiedono l'attuazione immediata e non perché è uno che li impensierisce a livello agonistico, ma per levarselo di torno con tutte le sue stranezze diventate insopportabili.
“Ho solo aumentato i dosaggi dei farmaci e non solo per problemi di salute. Dovete capirmi, ho anche una donna giovane nel mio letto e se non voglio diventare becco in qualche modo cerco di arginare il problema”.
La giustificazione addotta, sempre trapelata fra i bene informati e tuttologi, ha subito fatto scatenare maligne considerazioni di bassa lega, tipo: “Hai voglia a farmaci quella ti ha già cornificato”. Le altre meglio desistere nel riportarle.
Non parte certo sotto un buon segno il prossimo il Campionato per assegnare le maglie del 2018. Le recenti tensioni per gli eventi scatenati dall’innominato con Adriano Bonarini nei giorni scorsi e adesso questa nuova avversità mette ancora del torbido su uno sport sempre più discusso nell’ambiente ciclistico di Castiglione della Pescaia.
Ma chi ha giocato questo brutto scherzo a simpatia portando il campione di urine a far analizzare e poi ha fatto giungere in maniera anonima il referto alla giuria?
Sul misterioso ladro di urine stanno indagando i giornalisti della zona e la redazione di una trasmissione televisiva nazionale che ha chiesto di ospitare tutti domenica prossima all'interno del programma con share altissimo. A simpatia hanno garantito l'anonimato con volto coperto e voce contraffatta, ma un ruolo importante lo rivestirà l’innominato, l'interlocutore con chi condurrà l’intervista, mentre tutti gli altri saranno le comparse dell'evento televisivo.
Tutto procedeva perfettamente, ma dall’emittente hanno commesso un grossolano errore. Come premio di consolazione per la trasferta fuori porta, ai ciclisti è stato offerta la possibilità di di spendere 500 euro a testa in libri di medicina. Quii si è arenata la trattativa o per meglio dire è cascato il ciuco.
Se non sarà cambiato l’ingaggio, da quello culturale-scientifico in uno più culinario, con prosciutti e salami, ognuno resta a casa propria e in televisione dovranno trasmettere una film di terz’ordine.
Tornando sulla vicenda doping castiglionese, in caso di conferma della squalifica, dopo le controanalisi, simpatia rischia di perdere la possibilità di stare nel ciclismo che conta e gli resterà, con l’aiuto dei farmaci di andare avanti finché non si assueferà e gli mancheranno le forze per  adempiere a certi doveri, che lo hanno fatto scoprire carente con questo comportamento agli occhi di tutti. “Pessima notizia – ha commentato l’innominato, capitano del gruppo B -  nessuno mi ridarebbe l’emozione di vincere di nuovo il Campionato societario sapendo che con noi gareggia uno che fa uso di sostanze strane e che ha la compagnia focosa”. 
Sull’ultima affermazione quelli meno audaci si sono persi il senso della dichiarazione più spinta, ma sulla parte ciclistica già gli hanno fatto capire che nel 2018 ci sarà il ritorno di Giuseppe Simeone e per lui l'addio al titolo.
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Se un si scherza, già il mondo è triste di suo.

lunedì 11 dicembre 2017

IL LUNEDì DELL'INNOMINATO

Un lunedì come questo dell’11 dicembre non può essere dedicato all’allenamento in bicicletta. Poi c’è anche chi ha l’agonismo nel sangue e posiziona il velocipede sui rulli, mette l’impianto stereo a palla con una playlist dove il rock duro dei Rolling Stones la fa da padrona e con quel ritmo in testa parte per viaggi pindarici con la fantasia.
Andiamo per ordine.
L’innominato stamani ha ammesso che ha fatto nell’ordine tutte queste cose. La batosta presa ieri  sul colle delle strette gli ha lasciato l’amaro in bocca. Secondo i bene informati questa sensazione  del palato dell’innominato è data dall’aver mangiato troppa insalata ieri a pranzo e bissando a cena.
Oltre ad aver svelato di aver pedalato sui rulli dalle 9:00 alle 13, il leader senza maglia ha anche rivelato una news davvero curiosa, ma da buon volpone qual è non ha dato particolari, ma solo indizi.
Pare – secondo il leader riconosciuto solo dalla giuria che lo ha ritenuto tale – che presto al gruppo di coloro che portano a spasso la bicicletta si unirà una giovane donna. Alla inevitabile domanda su chi fosse, ha fatto arrabbiare i suoi interlocutori, tutti uomini non aggiungendo altro.
A parte gli sfondoni che si sentono stando in bici per diverse ore, se la notizia corrisponderà a verità, da ora in poi occorrerà che tutti quanti provvedono a rinfrescare un minimo di signorilità, dando dimostrazione di essere dei gentleman con bon ton da vendere.
“Da gennaio – ha affermato l’innominato – si cambia. Vedrete che questa donna ci farà divertire”.
I più vispi del gruppo B non hanno aspettato neanche un istante per rispondergli a tono.
“Te per divertirti devi prendere delle sopposte di Viagra e non masticarle come fai di solito, ma metterle dove gli compete”
C’è anche chi è stato più diplomatico restando in ambito sportivo: “Così anche questa ti passa avanti, ma ancora non ti sei reso conto che devi darti alle bocce?”.
La maggior parte dei restanti commenti sono stati comunque indirizzati verso la scoperta su chi sarà la nuova gregaria dell’innominato, facendo una lista interminabile di donne, forse di queste alcune non hanno neanche la bici.
Poi qualcuno ha tirato fuori la parola magica, sulla quale tutti hanno immediatamente focalizzato l’attenzione: la barista di Montorsaio.
L’espressione solitamente marmorea dell’innominato per un attimo ha una smorfia di compiacimento. Solo quel cambio percettibile da un attento osservatore ha prodotto con il divulgare di questa eventualità immediate prenotazioni a centri massaggi, appuntamenti dai parrucchieri e con nutrizionisti per cure con effetto immediato che produrranno la perdita della massa adiposa a livelli industriali per l’inizio dell’anno.
Sentite tutte queste novità, poi ci sono io che ho chiamato in disparte l’innominato e gli ho dato la mia versione.
“Dopo il 6 gennaio con te può venire a pedalare solo la Befana. Lei in bici e te, caro mio innominato, sulla scopa. Ti ci è rimasta quella per provare a tirare”.

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