sabato 31 marzo 2018

NIBALI, SUERO E IL FIANDRE – ORMAI L’ATLETA DI PIAZZA LAMPEDUSA E LO SQUALO DI MESSINA NON PERDONO OCCASIONE PER CONFRONTARSI, ANCHE STAMATTTINA...



Nibali e Suero in un recente pre-gara

 Nibali e il Fiandre, ma se darà retta ai consigli di Vincenzo Suero vincerà come è accaduto una settimana fa in occasione della Milano Sanremo? 
Basta attendere poche ore prima di tirare le somme.
Per la cronaca stamattina, sabato 31 marzo, l’atleta della Bahrain-Merida ha telefonato all’omonimo Vincenzo, quando l’atleta di piazza Lampedusa stava conquistando il colle che porta al castello di Scarlino.
«Hai provato come ti avevo detto ieri gli ultimi 70 chilometri del Fiandre? Tutto bene? Hai rispettato la mia tabella? La posso regalare al mio amico scheggia dopo la tua gara di domani?»
Domande a raffica da parte del Vincenzo castiglionese all’altro che ha origini siciliane.
Per alcuni minuti ci sono solo le parole di Nibali, che Suero non ha voluto rivelare e poi i saluti.
«Mi raccomando – ha detto Suero prima dell’imbocca al lupo – oggi a pranzo, ma anche a cena, ricordati la curcuma e lo zenzero, a scheggia fanno bene».
Se domani l’italiano più in forma del ciclismo porterà a casa un’altra bella prestazione sarà impossibile non riconoscere i giusti meriti anche a Vincenzo Suero.

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I personaggi sono veri, le storie tutte inventate (abbastanza).

venerdì 30 marzo 2018

MAURINO PIANGE SENZA RITEGNO E DICE SINGHIOZZANDO: «PERCHE’ NON VINCO MAI LA VOLATA?»


Potenza, strategia e coraggio.
Tutte doti che mancano a Maurino.
Ormai è un classico. Non tira mai, arriva vicino al traguardo, lancia la volata e non ne vince una.
Fin qui niente di nuovo, ma visto che il campionato del gruppo B non si disputerà per mancanza di una squadra da battere, la vittoria a tavolino data a Vincenzo Suero, è stata rifiutata dal campione di piazza Lampedusa e tutto questo insuccesso ha una paternità, quella dello sfidante mancato.
Adesso si sta lavorando su un programma che preveda qualche gara singola per il 2018 con date da stabilire, ma la magia del campionato era più apprezzata dai protagonisti e la colpa di tutto questo insuccesso ha un solo nome, quello di Maurino.
Ne sono consapevoli tutti gli atleti, gli sponsor e soprattutto gli addetti ai lavori, che avevano puntato tempo e denaro sull’iniziativa.
Tornando alla parte sportiva, Maurino, quando arriva a poco più di 200 metri dal traguardo, va in scena la ormai solita debacle. L’uomo sceso dal colle, come da copione, si alza sui pedali, si butta alla sinistra, poi a destra della carreggiata, va nel vento e si capisce subito che la partita è chiusa, un ce la fa. 
Gli altri ormai un ci fanno più caso, cambiano persino traiettoria per lasciarlo cuocere nel suo brodo. Poi, oltrepassata la linea del traguardo, partono immediatamente le recriminazioni di Maurino, sempre uguali, come la messa cantata.
Qualcuno dice di averlo visto, dopo una delle recenti batoste domenicali, seduto per terra, gambe raccolte, le braccia strette attorno alle ginocchia, sfogando la tensione con le lacrime e ripetendosi spesso una frase singhiozzando: “Perché un vinco mai la volata?”.
Maurino, ogni sera, seduto a tavola con i suoi familiari, li rivive tutti i suoi sprint commentandoli.
«Ho fatto bene ad anticipare e scegliere di cambiare lato della strada, non volevo rischiare di restare chiuso o finire nei casini, ma battere Massimone e Attilio Nocciolini non dovrebbe essere difficile, però tutti si adoperano nel trovare il sistema di rovinarmi la festa. Secondo voi come mai?».
A questa domanda già tutti in famiglia, presi a guardare anche la pubblicità in televisione pur di non stare dietro alle sue elucubrazioni, passano oltre stando concentrati in silenzio.
 Domani, sabato, vigilia della Santa Pasqua, Maurino sarebbe mentalmente pronto per riprovare la sfida, ma il meteo non promette niente di buono e sarà per lui un’altra giornata amara, vissuta con tanta intensità negativa, in attesa dell’agognata sfida del lunedì dell’Angelo, che però dovrebbe aggiungere un’altra tacca fra le sue sconfitte.
«Sta diventando la più grande delusione della mia folgorante carriera – dice ai suoi fans Maurino – è per questo che anche nella vita di tutti i giorni non ne combino più una giusta. Metto la curcuma e lo zenzero da tutte le parti, anche nell'acqua minerale».
«Questa è ormai una questione che potrebbe segnare in negativo la mia carriera sportiva. Fino alla volata -sostiene il velocista -  conduco un allenamento intelligente e perfetto. Sto a ruota, non tiro mai, ma allo sprint rimango sempre chiuso fra qualche ciclista che lo fa a posta di non farmi passare e la cosa mi sta facendo stare male. L'hanno capito che posso vincere, e mi fanno sfuggire delle occasioni incredibili. Tutto questo mi inquieta».
La bicicletta, come tutti gli sport, quando si iniziano a praticare a tarda età, non fanno bene se non vissuti con il giusto spirito. 
Maurino in primo piano. Poi, da sinistra: Loris Topini e Aladino il tipografo

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domenica 4 marzo 2018

OGGI MAURINO, IL CAPITANO SOLITARIO, HA INVENTATO UN TRAGUARDO TUTTO SUO PUR DI VINCERE LA VOLATA

Infondo a destra: Maurino che si mette a ruota


Il campionato (che continuo a scrivere volutamente minuscolo) del gruppo B, sta perdendo di interesse.
Proprio così. Stamani, domenica 4 marzo al parcheggio lato Tamoil, i ciclisti si sono ritrovati, sebbene giornata nazionale della democrazia, con in corso le tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento, tutti apparentemente demotivati.
I discorsi, in attesa delle ore 9:00, quando era previsto il via, blandi e con argomenti a piacere. Sembravano tutti ciclisti svogliati, ma poi è stato proprio così. Castiglione della Pescaia, bivio di Barbaruta, ha retto a ruota di quelli che pensano d’andare forte sia Renato Ricci, sia Maurino.
Le disquisizioni su la vita di tutti i giorni la faceva da padrone e della media, della cadenza di pedalata, interessava meno che niente a nessuno.
Lasciati i big, presunti tali, si sono ritrovati: Rossano il giornalista, Attilio Nocciolini, Renato Ricci e Maurino (Massimone si è allenato in solitario per motivi ancora non pervenuti).
Il capitano solitario, quello sceso dalla collina,  ha preso il comando per alcuni chilometri ad un’andatura mai inferiore ai 35 km/h poi a Grosseto, quando sono entrati nelle prime vie cittadine era belle che cotto. Si è attaccato alla borraccia come un alcolista poco anonimo lo fa con la bottiglia del vino, senza dargli tregua.
Avendo portato una velocità al limite dell’esasperazione, tutti concordi, dopo la pausa caffè, essendo troppo presto, di allungare “il brodo”, passando per la strada della Trappola.
Renato Ricci
Rossano il giornalista viene richiamato all’ordine da Renato Ricci nei pressi del campeggio Cielo Verde: «Un ti si fa prendere più il caffè se questo è l’effetto. Se arrivo prima del solito a casa mi tocca come minimo apparecchiare».
Ascoltate le motivazioni il reporter rallenta, cosa che però non fa Maurino, che si porta al comando, ma la sua andatura questa volta non è convincente. Lascia capire a tutti quanti che sarebbe scoppiato da lì a poco. Cosa che è avvenuta puntualmente.
Ricordando le raccomandazioni dell’amico Renato Ricci, torna a tirare Rossano il giornalista e lo fa tranquillamente fino quasi a Castiglione della Pescaia, oltrepassando al comando l’arrivo virtuale, quello del cartello bianco dove è scritto il nome del paese, ma mentre sta per rallentare, Maurino che combina? Parte per una volata fuori tempo, fuori luogo, fuori tutto.
Quelli del team di Vincenzo Suero, che avevano lasciato andare il loro capitano con quelli che pensano d’andare forte, si sono messi a ridere.
Poi dicono che lo sport fa bene.
Rossano Scaccini
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