Un romanzo
ben scritto da qualcuno che sa il fatto suo e sa come avvincere il lettore. Un
romanzo che oltre l'appassionante e
commovente vicenda noir che racconta, sa
far riflettere su molti aspetti oscuri del nostro tempo. Una storia che parla
di solitudini e di amore, di delitti e di solidarietà. Di una bambina sperduta
e di un senzatetto che rivolta il mondo per salvarla. Un libro così vivido da
poter diventare un film." Sembra uno spot ma è vero! E infatti è appena
entrato in classifica IBS dei Top 100 di narrativa italiana.
Se ho paura prendimi per mano,ultima fatica di Carla Vistarini,
una persona molto normale che, per il mestiere che fa, si trova in un mondo
straordinario, quello della scrittura e dello spettacolo. Gli effetti
collaterali positivi di questo lavoro, e cioè
i premi vinti, le opere scritte ,
le collaborazioni illustri, i dischi, i programmi tv, i film, i libri, le
informazioni tecniche insomma, mi ha impressionato in positivo. La sua
quotidianità è composta da un continuo contatto con i suoi lettori con i quali
dialoga, cosa che stanno facendo anche in questo periodo di uscita in libreria di
Se ho paura prendimi per mano. Nei
social come Twitter, @charliecarla, e sulla pagina Facebook Carla Vistarini, si
leggono continui commenti e risposte dell’autore.
Nel suo romanzo si scorgono forme di
disperazione, di voglia di giustizia, due situazioni sempre più forti nella
vita di tutti i giorni non crede?
“Credo che
sia giunta l'ora di unire l'affabulazione all'impegno, trattando con mano
esperta argomenti chiave come il Bene e il Male, senza mai smettere di tenere
il lettore col fiato sospeso e non
lasciargli mai il tempo di staccare gli occhi dal libro. Il pubblico
merita di essere trattato bene, di essere affascinato. E io cerco di farlo. Il
pubblico, i lettori, vengono prima di tutto. Io stessa sono pubblico e
lettrice, prima di essere una persona che scrive. E mi aspetto rispetto e
divertimento dai libri che leggo, dai film che vedo, e dalla musica che
ascolto”.
Scrivere, o per meglio dire, essere
una paroliera nell’ambiente della musica per lei vuol dire?
“Significa
conoscere bene la metrica, non tutti quelli che scrivono per mestiere
conoscono. Io ho avuto la fortuna di avere un nonno poeta dilettante che fin da
piccolina mi ha insegnato a segnare il tempo e a dividere in sillabe ritmate
gli scritti. Poi ho studiato e letto infinitamente. Ho ovviamente studiato
musica, solfeggio, e insomma ho approfondito sempre con curiosità e passione e
continuo a farlo. Sono prima una lettrice che una scrittrice, per esempio.
Leggo almeno un paio di libri a settimana, e vorrei leggerne di più, avendone
il tempo. La lettura è qualcosa di stupendo che consiglio a tutti, per
l'immensa gioia che regala e per la propria crescita personale. Per quanto
riguarda l'ambiente in sé, non credo sia molto diverso da ogni altro ambiente
di lavoro. Gli esseri umani si portano dietro pregi e difetti sia con la tuta
da operaio che col camice da chirurgo o le paillettes da star”.
Questa è la scrittura che
preferisce?
“Un tempo sì.
quando ero più giovane scrivere per la musica, per le canzoni, era il massimo.
Poi l''evoluzione della mia carriera mi ha permesso di ampliare le mie esperienze di autore, e di
misurarmi col teatro, la tv, il cinema e ho scoperto pian piano la bellezza e
la complessità di questi altri linguaggi”.
Ha scritto, e continua a farlo, sia
per il teatro e per la televisione: in cosa differiscono dall’ambiente delle
canzoni?
“Credo che
tutti gli ambienti presentino le stesse caratteristiche di base. E cioè la qualità
degli esseri umani che li compongono. Una persona capace, onesta, intelligente,
lo è a prescindere dal lavoro che fa. Se
invece parliamo delle specificità tecnico professionali , direi che
nella musica la bontà di una canzone è un elemento determinante per il
successo, mentre per il cinema il teatro e la tv, convergono troppe altre
variabili incontrollabili. Per esempio il numero di copie vendute di un disco è
una misura semplice e basilare per definire un successo commerciale. Per la
televisione non è così evidente, i calcoli dell'ascolto auditel possono essere
soggetti a molte interpretazioni, senza contare che sono rilevati sulla base di
un campione piccolo e dalla opinabile composizione. Poi, forse, nell'ambiente
musicale c'è più poesia”.
Ma conoscendo un’infinità di
personaggi che hanno fatto la storia in Italia e nel mondo in ambito culturale
come riassumerebbe il lavorare in questo ambiente?
“Come il
Viaggio di Alice nel paese delle Meraviglie. Molto bello, molto colorato,
ma anche molto sorprendente. C'è da dire
che a fianco di artisti straordinari come Luciano Pavarotti, Mina, Ornella
Vanoni, Gigi Proietti, Loretta Goggi, Mia Martini, etc, con cui ho avuto il
privilegio di lavorare, c'è anche un'infinità di cappellai matti e conigli
parlanti in giro”.
Chi sono stati gli artisti più
impegnativi con cui portare avanti un progetto?
“Ho lavorato
bene con tutti. Mi pare di poter dire, oggi, di essere abbastanza duttile
e di saper esaltare le qualità degli artisti per cui ho scritto e
scrivo. Diciamo che sentir dire a Luciano Pavarotti i testi che avevo scritto
per lui al Pavarotti and Friends per ben 6 edizioni è stato molto gratificante.
Ma anche lavorare con Chiambretti, Baudo, la Goggi, Fazio, Proietti, e con
registi come Pingitore, Trapani, Magni, etc”.
E quello con il quale vorrebbe
lavorare di nuovo già domattina?
“Forse
proprio con quella che non c'è più: Mia Martini, per cui ho scritto La nevicata
del '56 e Ritratto di donna, SOS verso
il blu e altre canzoni. E'stata la più poetica e la più disponibile degli
artisti. E anche la più emozionante”.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
Foto gentilmente concessa
da Carla Vistarini