domenica 3 marzo 2019

ADRENALINA ALTENELANTE MA TENDENTE AL RIBASSO PER MAURINO UN ALTRO FLOP L’ALLENAMENTO DELLA DOMENICA E METTE NEL SUO CURRICULA ALTRE SONORE SCONFITTE PER COLPA DELLA MATEMATICA

Ristoro al Bozzone

Maurino se fosse il presidente del Consiglio dei Ministri le forze politiche che lo appoggiano gli chiederebbero la verifica di maggioranza, qualcosa non sta andando per il verso giusto nel suo modo di guidare il  gruppo.
Dopo il sabato da dimenticare, la domenica è andata pure peggio per il velocista-scalatore sceso dal colle.
Uno dei grossi fardelli che si porta dietro è quello di non conoscere i propri limiti. Pensa di essere un atleta di primo livello, ma non accetta che la sua levatura ciclistica è di parecchio inferiore a quanto sogna.
Solo quando riconoscerà la sua statura atletica reale e non quella virtuale vivrà meglio l’andare in bicicletta.
La sua irrequietezza ormai conclamata lo porta a non voler stare con chi lo sopporta in tutti i suoi gesti spesso pericolosi che compie a sua insaputa con il velocipede. Maurino pensa di reggere le ruote con i big, ma ci resta male e ci soffre disperatamente quando li vede andare via. Questo è quanto accade come consuetudine tutte le volte che andiamo assieme in bicicletta nei fine settimana.
Cronaca di questa domenica. Al quinto chilometro Renato Ricci, classe 1940, vincitore della volata di ieri, sabato, non ne vuole sapere di andare oltre 35 km/h e molla, mandando garbatamente a quel paese tutti quanti. Ero alla sua ruota e ci sono rimasto. Dopo di me si adegua anche Attilio Nocciolini, ma Maurino come vede sfrecciargli davanti Vincenzo Suero e Loris Topini non resiste e ci molla.
Nei pressi de Il Grilli lo vediamo venirci incontro mestamente, si mette a ruota e non fiata. Nessuno gli chiede spiegazioni. Il copione è sempre il solito. Raggiungiamo Braccagni, svoltiamo verso il passaggio a livello e trovando le sbarre abbassate. In quei minuti di attesa arriva una telefonata dell’atleta che Maurino vuole battere da sempre: Vincenzo Suero. Assieme a Loris Topini ci stanno venendo incontro.
Saputa la notizia, come le sbarre del passaggio a livello si cominciano ad alzare, Maurino parte immediatamente sfrecciando davanti a una serie di macchine che lo ammoniscono con il suono del clacson e con gesti imprecanti tutti gli stessi da parte di chi sta alla guida.
Con quel primo sprint Attilio Nocciolini mi aggiorna dall’alto della sua esperienza sulla carenza della logica matematica che Maurino sta dimostrando.
«Vedi, ancora Maurino un sa calcolare quando partire. Voleva farsi vedere da Suero e Topini che era in fuga e ora è già ultimo e oltre a essere scoppiato soffia come una locomotiva, tipo quelle che guidava quando lavorava a Piombino».
Durante la pausa caffè Maurino resta muto come un pesce a dieta. L’adrenalina si rifà viva in lui quando si presenta davanti a noi il valico delle Strette. Maurino affianca Suero e si studiano per tutto il tratto in salita.
Mancano 50 metri alla vetta e l’atleta di piazza Lampedusa teneva sul filo del rasoio quello sceso da Buriano. Si controllavano e rallentano. Ho osato e li ho staccati tutti. E questo la dice lunga su come sia concio Maurino. Perdere dal sottoscritto allo sprint è davvero la notizia del giorno.
La discesa che porta all’Ampio tutti continuano a restare in religioso silenzio. Avermi visto vincitore del GPM era un sintomo che stavo bene e che avrei dato battaglia anche all’arrivo.
Ai meno due dal traguardo riprendono le schermaglie. Parte Loris Topini con a ruota, o meglio attaccato Renato Ricci, dietro si mette prontamente Maurino. Prendono un centinaio di metri. Suero cambia rapporto e con lui ci accodiamo io e Attilio Nocciolini. A Loris gli fa male la spalla perché la presa di Renato è semplicemente ermetica e decide di staccare il motore. Maurino anche in questo caso ha calcolato male il tutto e si trova vuoto di gambe. Gli sfrecciamo davanti. La vittoria la lasciamo a Attilio Nocciolini che sta diventando da allenatore a avversario storico di Maurino.

Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata.
I personaggi sono veri, come i luoghi. Le storie non si allontanano dalla verità, ma c’è un po’ di sana ironia e tanta fantasia.

sabato 2 marzo 2019

ANCHE RENATO RICCI BATTE MAURINO IN VOLATA






Un sabato mattina tranquillo, solo perché al raduno di partenza decido di non partire con chi va davvero forte. Rimando di mezz’ora e mi aggrego al gruppo dei disperati.
Un inciso. Maurino e Attilio Nocciolini, vanno a riscaldarsi con i big e ci raggiungono giusto in tempo per il nostro via tutt’altro che agonistico.
Gli argomenti dei primi chilometri, la campagna, le donne che guidano disinvolte per quelle strade così strette e poi si rientra sulla “Castiglionese”.
Pausa a Grosseto per caffè e dolce, altrimenti Renato Ricci un sarebbe ripartito. Ciclabile tirata a tutta velocità da Dino il tipografo.
La correttezza deontologica mi impone di ricordare che Maurino ha tirato per cinque chilometri a 25 di media e come mette il proprio lato b sulla sedia del bar dice di essere stravolto. Risparmio gli aggettivi, tutti azzeccati, che gli sono stati affibbiati.
Raggiunto “Ponte alle Barche” passo a guidare il plotone già in forte pressione per la volata di gruppo che li attendeva sul drittone che porta all’ingresso di Castiglione e nessuno voleva stare davanti.
Maurino in forma smagliante e Attilio Nocciolini alla ripresa dopo un periodo di potature olivi si guardavano molto di sottecchi.
L’andatura sale fino a toccare i 28 scarsi davanti al Camping Etruria. Mi si affianca Maurino, ma capisce che non è il caso. Aumento l’andatura a 30 e raggiunta questa folle velocità viene allo scoperto Renato Ricci, classe 1940, stacca tutti, vince in solitario e neanche ci aspetta. Se ne va dritto a casa.
 
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata.
I personaggi sono veri, come i luoghi. Le storie non si allontanano dalla verità, ma c’è un po’ di sana ironia e tanta fantasia.