sabato 22 ottobre 2016

Massimo Carlotto con "Il Turista" porta i suoi lettori in un nuovo mondo di fantasia

“Conosco Castiglione della pescaia, anche se non torno da qualche anno. Non sono mai venuto d’estate ma a Pasqua. Il Cantuccio esiste ancora?”. 
Dopo essermi presentato, Massimo Carlotto, che è in libreria con “Il Turista”, uno stupendo romanzo edito da Rizzoli,  mi comincia a parlare e fare domande su Castiglione della Pescaia e penso d’averlo aggiornato a dovere.
Il Turista è un serial killer perfetto, diverso da ogni altro. Tanto per cominciare, non “firma” i suoi omicidi e non lancia sfide ai detective, perché farsi catturare è l’ultimo dei suoi desideri. È un mago del camuffamento, non uccide secondo uno schema fisso e mai due volte nella stessa città o nello stesso Paese: per questo lo chiamano il Turista. In più, non prova empatia né rimorso o paura, esercita un controllo totale sulla propria psicopatia. In altre parole, è imprendibile, l'incubo delle polizie di tutta Europa. Anche il più glaciale degli assassini, però, prima o poi commette un passo falso che lo fa finire in gabbia. Succede a Venezia – il territorio di caccia ideale per qualunque assassino – e la gabbia non è un carcere: è una trappola ben più pericolosa, tesa da qualcuno che in lui ha scorto la più letale delle opportunità. Anche Pietro Sambo ha fatto un errore, uno solo ma pagato carissimo. Adesso, ex capo della Omicidi, vive ai margini, con il cuore a pezzi. Poi arriva l'occasione giusta, quella per riconquistare onore e dignità. Ma per prendere il Turista dovrà violare di nuovo le regole, tutte, rischiando molto più della propria reputazione. Maestro riconosciuto del noir europeo, Massimo Carlotto ci ha abituato a spingere i confini dei generi dove nessuno è mai arrivato. Per scrivere il suo primo thriller ha fatto saltare ogni paradigma, costruendo una macchina narrativa che non offre certezze se non quella dell’adrenalina che mette in circolo.

Perché “Il Turista” è stato ambientato a Venezia?
“Perché Venezia è storicamente una città di spie. Vive la deriva di una città turistica che non rispetta più i propri equilibri e poi perché mi sono divertito a proporre percorsi alternativi nella speranza che i lettori li usino per conoscerla”.  
Nel romanzo viaggiano assieme Venezia e questo psicopatico: che cosa li unisce?
“Venezia è una città d’arte e turistica per eccellenza. Abel Cartagena le predilige per le sue imprese. E poi Venezia è antica quanto la psicopatia, nel senso che Venezia è irrisolta come lo è la patologia”.  
Leggendo “Il Turista” mi sono chiesto e le giro immediatamente la domanda, ma le borse che cosa provocano?
“Nulla. Ho scoperto un caso simile di feticismo in un saggio e l’ho trovato interessante e soprattutto inedito”. 
Leggendo il libro si scopre anche la possibilità di riscattarsi dopo uno sbaglio: nella realtà quotidiana quanto lo ritiene possibile?
“Non ho la minima idea di quanto sia possibile, però ritengo che sia diritto di tutti avere una seconda possibilità nella vita. In letteratura è un tema indubbiamente affascinante”.
Rossano Scaccini
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