mercoledì 30 marzo 2022

CON L’OLIO DEL TRATTORE SI TOGLIE IL MALOCCHIO ALL’EX LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B

 



Dino il tipografo aveva fatto il suo lavoro, come al solito in maniera egregia, ma Loris Topini si era impuntato.

“Faccio tutta la sceneggiata che volete, ma lui deve ammettere pubblicamente che non sarà più il leader. Voglio la garanzia scritta”.

Mi tocca di nuovo contattare l’uomo soggetto a iattura e dirgli a quale condizione Loris Topini gli avrebbe tolto il malocchio e cominciavo a sperare che si accorgesse dell’assurdità della cosa, ma quando uno è determinato, certe sfaccettature anche così grossolane  non le percepisce, anzi, nel suo caso, mi agevola pure la procedura.

“Ti mando una mail, la stampi e gli consegni il foglio a Loris Topini. Ditemi quando si potrà fare questa seduta. Diamoci una mossa”.

Quindici minuti dopo esco per raggiungere Dino il tipografo e andiamo assieme al bar dei ciclisti, che è nel corso principale di Castiglione della Pescaia, consegnando tanto di dichiarazione del leader che non è più al Topini.

“Ora chi ci si mette al suo posto?”.

Chiede 87enne super motorizzato in bicicletta.

“A quello ci penso io – lo richiamo all’ordine - te quando sei disponibile per la sceneggiata?”.

Concordiamo per il pomeriggio di ieri martedì alle 19:30.

All’appuntamento oltre al malcapitato, gli irriducibili: Attilio, Dino il tipografo e il sottoscritto. 

Puntualmente ci troviamo sul marciapiede davanti al garage di Loris Topini e come i vip l’ex leader arriva per ultimo.

“Diamoci una mossa – dice sbrigativo Loris – ho fame e alle 20:00 voglio vedere la puntata del film di Walker Texas Ranger”.

Prendiamo posto, per l’esattezza Loris e il leader a sedere uno davanti l’altro e noi tre in piedi.

Il Topini non tergiversa neanche un istante e chiede il silenzio senza tanti tentennamenti.

Da uno strano contenitore versa dell’olio su un piatto bianco di plastica (neanche di ceramica), si parte in salita.

Avuta l’attenzione di tutti, ma soprattutto dell’ex leader che comincia ad essere in affanno per l’emozione e suda vistosamente, inizia la recita.

Loris fa davvero un bello sforzo e entra perfettamente nella parte. Comincia a agitare le braccia e contemporaneamente pronuncia qualche parola strana, inzuppando più volte sia il pollice della mano destra che quello della sinistra in quel liquido stranamente olivastro, sforzandosi teatralmente a far emergere vistosamente la resistenza del male contro il bene, che amplifica con tanto di voce tremolante. La teatralità ha altre sfaccettature, come l’avvicinare una prima volta le mani al capo dell’ex leader, ma da buon attore navigato da sfogo a un tremolio consistente, colpendo bruscamente il piatto di plastica e schizzando d’olio l’ormai tornato ciclista semplice anche sul suo giubbotto oltre che sulla camicia.

Con voce stanca e irriconoscibile il Topini porta a termine il suo lavoro rivolgendosi al ciclista colpito da malocchio dandogli le ultime indicazioni, prima di riprendersi dallo sforzo recitato.

“Adesso ti segno. Non ti muovere per nessun motivo e come vedi che metto le mani sul tavolo esci da questa stanza senza dire una parola e vai a casa. Stanotte farai qualche sogno dove ti appariranno mostri a più teste ma domani tutto sarà finito”.

Una lunga frase che per far finta di pronunciarla con tanta sofferenza al Topini sono occorsi di sicuro un paio di minuti  e intanto l’ora del telefilm preferito si avvicinava.

Segnato in fronte, sulla bocca, sul collo e su tutte e due le orecchie, Loris prima di appoggiare le mani sul tavolo, dove prima però aveva già posizionato dei tovaglioli di carta per imbrattare il meno possibile gli vuole dare il colpo di grazia, questo non concordato, ma è stato un perfetto fuori programma. 

Il ciclista prestato alla recitazione emette un rantolo da paura e si sente chiaramente una frase: “Accontentati d'ora in poi di fare il gregario alla Carla di Cortona”.

Il leader di prima vede le mani ferme sul tavolo di Loris e riesce ad alzarsi spostando la sedia ma nel farlo produce un fastidioso rumore. Prova in qualche modo a sistemarsi il giubbotto ed esce senza dire una parola come gli aveva detto di fare Loris.

Restiamo in silenzio per un paio di minuti, Dino il tipografo si affaccia alla porta del garage e del leader nessuna traccia da qualsiasi parte della strada.

“L’olio era buono. Me lo ha regalato il meccanico qui davanti. Gli era avanzato dopo averlo sostituito a un trattore in Pian di Rocca”.

Il malocchio è stato debellato, il leader defenestrato, di sicuro qualche novità ciclistica si presenterà all’orizzonte per parlarvene nel prossimo fine settimana.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland milanese, Carla da Cortona e Irene di Sanfatucchio sono di fantasia, come le storie che leggete.

lunedì 28 marzo 2022

CONSAPEVOLE D’ESSERE VITTIMA DEL MALOCCHIO, CHE LORIS TOPINI GLI DOVRA’ TOGLIERE, IERI, DOMENICA, DIETRO ALLE BICI MOTORIZZATE IL LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B HA PORTATO A CASA 50 CHILOMETRI A 40 km/h

 


 

 

A volte basta dare una possibile soluzione e spariscono tutte le “paturnie”, pure a uno come il leader di Quelli del Gruppo B.

Ipotizzando il possibile malocchio e stabilita l’eventuale strategia per rinnegare questo accostamento quasi sacrilego, svaniscono al capitano tutte le incertezze di questi giorni.

Proprio così. 

Ieri, domenica,  si è allenato facendo velocità schierando due motorizzati al suo servizio: Massimone e Fabio di Monteroni.

Devo però ammettere che è stata una giornata strana. Il leader con il suo particolare team si sono trovati segretamente e partiti senza coinvolgere altre persone, ma alla stesso modo anche il sottoscritto, Saetta dell’hinterland milanese e Carla di Cortona non si sono presentati al punto di partenza all’ora stabilita.

Fra i vari percorsi possibili però tutti abbiamo scelto di transitare sulla comunale, che poi diventa provinciale delle Strette e  ci siamo incrociati.

La cronaca del ritrovato capitano mi è arrivata puntualmente con un suo lungo vocale tramite WhatsApp.

“Oggi ho sento piacevoli sensazioni che ormai non me le ricordavo neanche si potessero provare – inizia così la sua dichiarazione - fosse stata una tappa del Campionato potevo giocarmela con Saetta dell’hinterland milanese”.

Un attimo di tregua per schiarirsi le idee e mi comunica come poter riscontrare la sua affermazione.

“Puoi chiedere conferma a Massimone o a Fabio di Monteroni, loro hanno visto”.

Poi gli aggiornamenti sul malocchio.

“Presto, appena si sente di poterlo fare, vado da Loris Topini per farmi togliere il malocchio e poi vedi come combatto nelle varie tappe estive del Campionato di Quelli del Gruppo B”.

Per l’agonismo vi aggiorno sabato prossimo.

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

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sabato 26 marzo 2022

IL LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B POTREBBE ESSERE STATO COLPITO DAL MALOCCHIO E LORIS TOPINI PROVA A FARLO USCIRE DAL SUO CORPO

 

La mano di Loris Topini


 

Ultim’ora. Arriva un vocale su gruppo di WhatsApp di “Quelli del Gruppo B”, dove siamo presenti, debitamente inseriti dal leader che proviene dai poggi di  oltre Macchiascandona una quarantina di persone e poco fa tutti abbiamo sentito la voce del più forte del sodalizio che rivolgendosi esclusivamente al sottoscritto, a Attilio il suo allenatore e ovviamente a Dino il tipografo di presentarsi immediatamente a casa sua perché sta avvenendo un fatto drammatico.

Contestualizzo meglio la situazione. Sabato pomeriggio, subito dopo pranzo, stavo sfogliando sul mio computer i giornali, ma sentito il messaggio, giro di telefonate a tre. Pochi minuti dopo ci si trova nel piazzale sotto casa del leader.

“Facciamolo scendere. Non mi sembra bello dirgli qualche sfondone davanti a sua moglie”.

Questa è la mia proposta, che viene assecondata.

Chiamo, ma lui dice che non vuole farsi vedere fuori in quelle condizioni e bisogna salire.

“Contento lui”. Aggiungo anche un po’ incavolato perché comincio ad avere il presagio che si tratti di una sicura perdita di tempo.

Nello stesso palazzo del leader di Quelli del Gruppo B, ci abita Saetta dell’hinterland milanese e passando davanti a quella che deve essere casa sua sono tentato, rivelandolo ai miei amici di soccorso, di suonare il campanello e magari chiedergli a bruciapelo se ci regala qualche “Barretta del capitano” (chi segue queste storie sa di cosa sto scrivendo), ma vengo redarguito in quanto siamo in missione segreta.

Il leader è sulla porta in pigiama ospedaliero, di quelli celesti con i bottoni davanti. Ci fa entrare in casa indicandoci in silenzio il salone dove accomodarci e immediatamente chiude dietro di se le porte. Siamo soli.

Un attimo di silenzio e poi ci spiazza tutti: “Bettina accendi la televisione” ci voltiamo verso quell’elettrodomestico e magicamente si illumina senza esserci nessuno nei paraggi e poi di nuovo: “Bettina metti radio italia”  e appare un cantante di quelli moderni con tatuaggi e orecchini da tutte le parti che velocemente sviscera un testo difficilmente comprensibile”.

Dino il tipografo taglia corto: “A me di Bettina m’importa poco (veramente ha usato un altro termine), a quest’ora di solito sono di pennichella sul divano. Ho pensato che ti fosse successo qualcosa, ma mi sembra che sei come ti abbiamo lasciato poco prima di mezzogiorno. Comunque questo pigiamino ti dona davvero”.

Il leader rimane impassibile alla provocazione, ormai avvezzo agli sfottò dell’artigiano dell’inchiostro, ma subito dopo si scioglie come non aveva mai fatto e prima, almeno davanti a noi.

“Aiutatemi – dice con le lacrime agli occhi e solo allora mi connetto con la situazione perché stavo onestamente pensando che eravamo nell’attesa di portare a termine una probabile zingarata – voi siete gli unici che mi vogliono bene fra quelli che vanno in bicicletta”.

Visto che il discorso era partito con tono malinconico-supplichevole, cerco di portarlo sull’indispettito.

“Te a me mica tanto mi sei affezionato – gli punto l’indice destro minaccioso sotto il viso – sono il primo che hai buttato fuori di squadra, in tempi non sospetti, per scarso rendimento”.

Non riesco a farlo trasalire e va avanti per la sua storia con lo stessa tonalità pietosa.

“Che percorsi stabilisco per il Campionato di Quelli del Gruppo B? Come ne penso una mi trovo subito psicologicamente asfissiato dalla paura e vedo salite durissime e discese pericolose, ma soprattutto sempre più consapevole di essere ormai l’ultimo del plotone dei leader”.

Riesco a prevenire Dino il tipografo che stava per alzarsi dal divano e mandarlo a farsi benedire. Ci intendiamo e andiamo avanti nell’ascolto.

“Ho tante persone che durante l’estate hanno promesso di venirmi a vedere in gara. Ex compagni di lavoro, amici di una vita e pure qualche parente, pensate che anche poco fa me lo hanno ribadito in diversi per telefono”.

Mette la braccia conserte e aggiunge: “Sono terrorizzato. Se mi vedono così scadente è la fine. Da mesi gli sto raccontando un’altra storia, che non è quella attuale, dove mi battono sempre più persone”.

Poi, forse involontariamente gli esce una cattiveria gratuita a livello agonistico che mi dovrò ricordare.

“Ci siete rimasti voi due che mi state dietro (indica me e Attlio, Dino il tipografo ha la ruota con il motore e prossimamente pure rinforzata e come dice di aumentare velocità ci perde), che figura faccio?”.

Attilio l’allenatore, cerca di rassicurarlo, ma non riesce a fargli capire che lo sport dopo i 40 anni va vissuto come status di benessere e senza essere sfrenati nella pratica, ma il leader non lo accetta come consiglio.

Ho gli occhi addosso di Dino il tipografo impaziente di togliersi di torno e in quel momento mi arriva l’idea e la spiattello all’istante.

“Drogarti – dico al leader, senza giri di parole - con eccitanti potrebbe essere pericoloso vista l’eta e soprattutto perché te oltre alla marsala non hai mai ingollato niente di più invadente, ma un rimedio secondo me ci sarebbe, di sicuro l’ultimo prima di fare pubblica ammenda e scusandosi per le bugie dette”.

Dino il tipografo si gratta la testa e Attilio l’allenatore chiude gli occhi sospirando profondamente. 

Tutti è due, capita l’antifona, erano coscienti che stava per arrivare la strullata dove far abboccare il miglior ciclista di Quelli del Gruppo B, nostrano e puntualmente si va in scena.

 “Che mi consigli?”.

E’ fatta.

“Proviamo a farti togliere il malocchio. Io ci credo a queste cose”.

Mi sento in quel  momento un attore nato, Dino il tipografo si gira per non farsi vedere imprecare e Attilio dice di avere un appuntamento e dovrebbe scappare, ma lo richiamo all’ordine con una precisazione che non lo libera.

“Occorre, per il momento, sintonizzarsi su un canale della televisione, ma io con Bettina un ci voglio avere niente a che fare”.

Il leader mi passa il telecomando e faccio uno zapping frenetico per trovare quel canale dove gran parte della giornata sono presenti professionisti che sanno anticiparti il futuro e toglierti le brutte insidie gettate da chi non ti vuole bene e lo individuo.

Passo così a spiegare cosa deve fare il leader di Quelli del Gruppo B ,dandogli la scelta, sperando che caschi fino in fondo nel tranello.

“Ora hai due scelte. Chiami quei signori della televisione e spendi  i soldi della telefonata per i numeri che costano tanto al minuto o chiediamo a Loris Topini, che l'ha già rifatto di preparare piattino e olio e dare forma a un’apposita seduta nel suo garage”.

Per un istante penso che sia tornato in se e capisca l’assurdità, ma va come deve andare.

“Hai ragione, chissà perché a me non vengono mai queste pensate. Credo che ci sia davvero del malocchio a mettermi in questo stato d’animo e atletico sempre più alla deriva. Altre spiegazioni non ci possono essere”.

Concordiamo di trovoarci al bar nel pomeriggio per stabilire le modalità con Loris Topini che Dino il tipografo ovviamente erudirà  prima per proseguire la farsa.

Intanto lasciamo credere al nostro leader di avere il malocchio”.

 

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

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venerdì 25 marzo 2022

COME BATTERE SAETTA, QUELLO DELL’HINTERLAND MILANESE? LA BUTTIAMO IN CACIARA

 

Sosta al bar di iQuelli del Gruppo B, Saetta ha scatto la foto


“Ieri, giovedì mattina abbiamo fatto sul serio, allenamento tirato a ritmo gara, ma nei momenti clou sono sempre stato messo dietro e battuto senza pietà. Pensa che ho imparato a memoria cosa ha scritto nella parte posteriore della maglia Saetta” a forza di stargli dietro.

Il leader di Quelli del Gruppo B ieri sera mi aggiorna in videoconferenza su cosa gli sta succedendo ed è  moralmente distrutto. Dovrei essere contento, ma mi dispiace. 

“Ha fatto meglio di tutti noi – il lidere di sopra il Vaticino si riferisce rassegnato all’uomo dell’hinterland milanese – dovrei prenderlo come punto di riferimento, ma adesso è il momento di primeggiare e non di fare tattiche. Quello non lo arrivo. Pensa mi ha staccato in pianura per arrivare a Ribolla, in salita per scollettare Tatti e in discesa per Montemassi mi è passato davanti da subito e l’ho rivisto quando sono arrivato al bar del forno seduto su un gradino ad aspettarmi. Non pensavo fosse così forte, anche se è uno che va contestualizzato perché dopo la cazzata delle “Barrette del Capitano” credo che qualche altra bischerata la combini e noi lo possiamo squalificare dal Campionato di Quelli del Gruppo B, ma se invece poi non fa strullate? Mi batte a occhi chiusi e ci rimetto di immagine”.

“Per quanto mi riguarda – tiene a sottolineare il leader di sopra  il colle di Poggialberi – sono molto precoce e i miei progressi hanno un’efficacia immediata, ma al momento non riesco a mettere in pratica tutta la mia esperienza e gli insegnamenti ricevuti sia da Attilio che da Vincenzo Suero. Sto per vivere una delle stagioni con un livello di preparazione sulle gambe altissimo e vado forte,  ma ho paura di perdere tutte le tappe. Quanto lo vorrei battere, ma pedalando non ci posso riuscire, la devo buttare in caciara”.

La bicicletta e lo sport in generale quando è vissuto male a una certa  età andrebbe vietato per legge.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

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giovedì 24 marzo 2022

ECCO COSA E’ SUCCESSO A CASA DI CARLA DI CORTONA

Via Isola Clodia, dove abita Carla di Cortona.


Una premessa.

Torno sul blog dopo giorni per me frenetici. Questo post l’avevo preparato domenica sera, ma trovo il tempo solo adesso di pubblicarlo. Grazie per la vostra continua presenza su questa pagina.

Partiamo.

Frequentandola, la Carla di Cortona, anche solo nelle uscite ciclistiche del fine settimana, ti accorgi immediatamente della sua simpatia e allo stesso tempo di quanta ironia e intelligenza sa offrirti, che assieme a una bellezza tutt’altro che rassegnata ti coinvolge in positivo.

Insomma, una che piace da subito e con la quale si può scherzare tranquillamente, quasi come se fosse un maschiaccio.

I dinieghi ricevuti all’organizzazione del suo apericena dello scorso sabato mi avevano lasciato perplesso e amareggiato.

Partendo dalla consapevolezza che forse stavo per mettere assieme una nuova figuretta di quelle da non raccontare in giro, mi organizzo dando forma a una mia idea.

Nell’ordine ho deciso di prelevareo dalla  mia riserva personale di una bottiglia di vino rosso di quelle provenienti dalla Cantina del Cristo, che secondo me è perfetto per tutte le occasioni e poi mi avventuro nell’acquisto di qualche pezzo di pizza al taglio in un negozio di tendenza e alle 19 suono al campanello che sta sul muretto estremo delimitante la proprietà di Carla di Cortona sul lungomare di via Isola Clodia.

Sono pronto per affrontare qualsiasi situazione mi si sarebbe presentata.

Dopo essermi qualificato al citofono sento scattare la molla dell’apertura elettrica del cancello e trascorsi pochi istanti lei si materializza sulla porta. La raggiungo con pochi passi e le metto davanti il vassoio di pizza fumante e la bottiglia di vino, facendo uscire dalla mia bocca quello che in quel momento mi passava per la testa.

“Credo che tu sia sola a casa, in caso contrario prendi queste cose e rientra dentro. Potresti dire ai tuoi o al tuo ospite che è la tua proposta di apericena stile maremmano consegnata dal ragazzo del negozio dove l’hai ordinata”.

Fermamente convinto d’aver fatto la classica figuretta dell’imbranato, aspetto quasi rassegnato l’epilogo della situazione.

“Ti faccio entrare perché mi piace il tuo dopobarba, ma non ti illudere. Il motivo vero è che ho  fame. Ancora non mi ero dedicata a cosa mettere sotto i denti e solo al pensare alla solita insalata potevo anche passare direttamente alla colazione di domattina”.

“La pizza salva sempre e te – dice sorridendo - non è che ti sei sforzato troppo, potevi provare con un primo di pesce a un’aragosta e una bottiglia di spumante brut. Hai solo messo davanti un po’ di faccia tosta. Ti anticipo che ho in tutti gli angoli della casa telecamere collegate con le forze dell’ordine e molti oggetti contundenti in punti strategici da usare come armi di difesa e non ti far venire film strani in mente”.

Si sposta di lato e mi fa entrare in casa con aria divertita.

Mobili moderni, arredamento quello indispensabile senza tanti fronzoli e mi accorgo, forse sarà solo un caso, ma le pareti sono prive di quadri, come piace pure a me, ma alla domanda del perché non ha messo nulla appeso al muro, viene smontata la mia ipotizzata condivisione sull’arredamento minimalista: “Ancora non ho trovato cosa metterci”.

Appoggio inavvertitamente il vassoio di pizza e la bottiglia del vino su una mensola che da su un muretto davanti a una porta finestra punto strategico per ammirare tutto il borgo medioevale castiglionese già illuminato. Un gesto forzato e compiuto perché per arrivare al tavolo dovevo aggirare un divano e soprattutto chiedere di spostarsi alla Carla di Cortona non essendoci spazio disponibile per due persone.

Fortunatamente però quel mio gesto obbligato guadagna quotazioni.

“Pure a me piace mangiare lì – dice la Carla di Cortona - dove mi perdo nelle bellezze del castello e di tutto quanto vedo da quest’angolo della casa”.

Mi porge l’apribottiglie e dopo pochi istanti servo il vino in due bicchieri di carta (non posso fare a meno di notare la finezza informale della mancanza di un calice di cristallo) e lei scarta il vassoio estraendo la pizza che poi mangiamo, stando seduti su due sgabelli di legno, con in mano due piatti di plastica.

La conversazione durante la serata e sempre molto puntuale e spazia su argomenti quasi impensabili. All’inizio rompo il ghiaccio parlando di Quelli del Gruppo B e le propongo di preparare uno scherzetto ai nostri colleghi di pedalata e ci riesce pure bene, se avete letto il post precedente a questo, sapete già di cosa si tratta. Trattiamo molti aspetti delle quotidianità e sono pochi quelli che possono essere di comune interesse, siamo due persone molte all’opposto e poi arriva il momento di entrare sul personale. Parto per primo a parlarle di me e subito dopo lei fa altrettanto raccontandomi la sua vita in terra cortonese e a turno ci riveliamo le nostre delusioni, ma anche le soddisfazioni, spostando pure l’argomento sulle incognite del futuro.

Mentre sto per elencarle le mie modeste aspettative, squilla il cellulare della Carla di Cortona, che aveva sistemato fra il vassoio di pizza e la bottiglia del vino e non posso fare a meno di leggere un nome “Irene Sanfatucchio”.

La donna assume un sorriso a tutta faccia, prende il cellulare dice un pronto così festoso come fosse la mezzanotte dell’ultimo dell’anno e sta per baciare felice quello che ha davanti, ma purtroppo con me non lo fa, anzi, si sposta in terrazza.

L’osservo un paio di minuti. Finalmente vedo quell’aria serena che di sicuro rappresenta la vera Carla di Cortona senza la sua corazza protettiva. Parla velocemente e divertita con la sua interlocutrice della provincia di Perugia, come se non ci fossi io a pochi metri di distanza. A quel punto mi sembra giusto lasciarla da sola nel suo mondo.

La serata finisce lì.

Sicuramente, se il mio amico Renato lo venisse a sapere disprezzerebbe quanto ho deciso di fare, ma su un tovagliolo di carta le scrivo un messaggio: “Ci siamo studiati con sospetto, ma pure divertiti a domattina”.

Esco in giardino, mi volto per salutarla, lei mi fa un sorriso e mima un ciao mentre sparisco dalla sua visuale.

La Carla di Cortona aveva già memorizzato il mio numero di cellulare quando era venuta in Comune a sistemare le sue posizioni tributarie (aneddoto già sviscerato qui sul blog con 846 visualizzazioni) e dopo un’ora dal mio rientro a casa, forse aveva chiuso pochi istanti prima quella interminabile telefonata con la Irene di Sanfatucchio, mi arriva un suo messaggio.

“Studiare ti fa accrescere le conoscenza, ma spesso non serve a niente”.

Questa non l’ho proprio capita.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

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domenica 20 marzo 2022

REGNA IL GOSSIP SFRENATO SULLA CENA A CASA DI CARLA DI CORTONA

 



“Ieri sera abbiamo cenato assieme, mi ha detto che sarebbe arrivato puntuale stamattina, aspettiamo altri cinque minuti”

Carla di Cortona giustifica così il mio ritardo e rivela a tutti i presenti di Quelli del Gruppo B, agli assenti la notizia sarebbe arrivata prima di mezzogiorno con un sicuro e puntuale passa parola della nostra serata trascorsa assieme, appena parcheggiata la bicicletta nei vari box di casa.

Spaccando il secondo però alle 9:00 arrivo puntuale davanti al cancello di Dino il tipografo.

“Ti vedo stanco”.

Questo è il buongiorno molto interessato che mi rivolge Renato Ricci e aggiunge: “Stamattina facciamo il giro di Grosseto o riesci a scalare le Strette?”.

Non apro ancora bocca e lui aggiunge in tono rassicurante, ma soprattutto per scalzare la mia irritabilità: “Andiamo a prendere il caffè in città e si rientra dalla ciclabile. Giro tranquillo, l’ho proposto io, pensando a te che ieri sera hai avuto una serata sicuramente movimentata”.

Guardo Carla di Cortona, che come tutti gli altri aveva sentito chiaramente le affermazioni di Renato scandite a voce alta e in segno di vergogna mette le mani davanti al viso, ma sorridendo. 

Adesso pero vi posso già rivelare, avevamo preparato questo siparietto la sera prima con la Carla di Cortona, anche perché purtroppo non è andata come si immagina Renato, ma a lui per il momento è meglio lasciarglielo  credere, altrimenti se si entra subito nei particolari non ci si sposta da casa di Dino il tipografo per il resto della mattinata.

Per farli sbizzarrire nel gossip sfrenato parto e mi affianco subito alla Carla di Cortona e non mi sposto mai, chiacchierando e scherziamo, fino al bar giardino dove siamo soliti prendere il caffè a Grosseto.

Seduti al tavolo fuori dal locale, malgrado il freddo, ma non perché siamo temprati, il motivo è un altro, la maggior parte di Quelli dei Gruppo B continuano a non portare nelle tasche posteriori delle loro maglie sia una qualsiasi mascherina, che il certificato verde. Oggi però mi piace essere, assieme alla Carla di Cortona l'osservato speciale della domenica mattina.

“Stamani pago io”. Dice Renato e va a prendere tanto di vassoi dove ci sono sia le tazzine di caffè, che il dolce ormai regalato immancabilmente dal gestore del locale.

Torna con tutte le vettovaglie, le appoggia sui due tavoli occupati dal nostro team composto da una decina di persone e si mette a sedere accanto alla Carla di Cortona guardandomi di sottecchi.

La donna la mette sul ciclistico-tecnico e gli parla della necessità di dover far eseguire nei prossimi giorni manutenzione alla bicicletta e che le piacerebbe andare con il velocipede, ma assieme tutti Quelli del Gruppo B durante la  settimana all’interno del parco dell’Alberese, fare colazione nel centro della località e ritornare. Lo aveva fatto una domenica dell’estate precedente con una sua amica partendo da Marina di Grosseto e quel giro le era piaciuto.

Renato mette assieme tutte le sue proposte e risponde puntualmente dando per scontato certe situazioni.

“Quello – indicandomi – lavora in Comune e fa parte della schiera dei figli unici viziati. Per come la so io – continua - ha comprato pure il compressore per gonfiare la bicicletta perché con la pompa è fatica, speriamo che qualche sudata gli piaccia farla altrimenti è un casino cara mia”.

Preparata alla situazione Carla acquisisce il colpo senza rispondere, trattiene una risata e ascolta l’altra parte della  spiegazione.

“Lui – conclude Renato – che ci vada o pure faccia festa in ufficio un cambia niente e se gli dici di andare anche a Santa Margherita da Cortona, sopra la tua vecchia residenza ti ci porta senza obbiettare e pensa che a quel tipo di negozio non è che lo ami molto frequentare, ma voi donne avete questa dote di rimbambirci a prescindere dall’età”.

A questo punto per far placare i bollenti spiriti, si fa per dire con quel freddo becco si erano già assopiti, solo le parole davano conforto, qualche sassolino dalle scarpe comincio a togliermelo.

“Ieri – parto spedito nel relazionare perché poi già mi volevo pregustare i loro commenti – ho avuto la conferma che la gran parte di questo gruppo fa tante chiacchiere e pochi fatti. Il bello è che va bene così. Tutto regolare. All’interno delle vostre case, come giusto che sia, comandano le mogli e vi fate grandi quando le avete a debita distanza”.

Mi arriva una prima serie d’appellativi poco eleganti, ma non mi scoraggio e riprendo cercando di sintetizzare la cosa.

“Come molti di voi avevo ricevuto l’invito dalla Carla di Cortona per l’apericena, i vostri no, più o meno giustificati hanno fatto abortire la serata e allora ci ho pensato un po’ nel pomeriggio e mi sono organizzato diversamente. Come? Ve lo ha già detto la Carla di Cortona”.

Esito un istante ma nessuno si inserisce nel discorso e chiudo la vicenda rivelando la versione preparata la sera prima con la donna aretina.

“Il primo che vuole sapere i particolari – metto lo sguardo sopra a Renatone – trovo il modo di fargli fare un accertamento fiscale dalla Finanza anche se è pensionato e si ritrova in mutande in un attimo”.

Silenzio assoluto. Dino il tipografo, avanti rispetto a tutto il gruppo, si rende conto che la situazione è studiata e mi aiuta a venirne fuori.

“Se un vi rimettete in bicicletta, prendete, il raffreddore, la tosse la febbre e delicati come siete per voi non lo hanno inventato ancora un nuovo vaccino per farvi sopportare le brutte parole che vi rivolgerebbero, con ragione le vostre mogli vedendovi cagionevoli”.

Tutti in allegria fino a Castiglione. Il leader castiglionese di Quelli del Gruppo B la mette in sfida con Saetta dell’hinterland milanese, ma dopo il secondo allungo su una ciclabile troppo trafficata la domenica Renato li affianca e gli dice tranquillamente che al prossimo scatto lo butta in fossa sia lui che qull’altro.

Agonisticamente la possiamo finire qui, ma Renato non molla e mi chiede: “Che hai combinato ieri sera a casa di Carla di Cortona?”. Purtroppo niente di quanto pensi, stavo per dirglielo, ma tanto non  ci avrebbe creduto e gli ho sorriso stando zitto.

“Allora vado a chiederlo a lei”.

Non si arrende l’ex imprenditore edile con passione per l’agricoltura, due attività portate avanti perfettamente, ma la donna aretina entra nella fusa inaspettata fatta nascere del leader di Quelli del Gruppo B assieme a Attilio e Diliano.

Arrivati a Castiglione ognuno a casa sua.

In settimana, se trovo l’ispirazione, vi racconto cosa è accaduto ieri sera.

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

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sabato 19 marzo 2022

CARLA DI CORTONA INVITA I PIU’ SIMPATICI DI QUELLI DEL GRUPPO B A CASA SUA PER ALL’APERICENA MA OTTIENE UN AMMUTINAMENTO DI GRUPPO

 

Carla di Cortona sul valico delle Strette


Sabato 18 marzo davanti al cancello del giardino di Dino il tipografo il solito raggruppamento di ciclisti in attesa del via all’allenamento. Sempre le stesse frasi, come giusto che sia, dove l’argomento sono i percorsi da affrontare e poi finalmente si parte.

Nella pausa caffè, al bar di Massa Marittima, la notizia clou che doveva rimanere segreta, ma dal momento che la spiattello qui sul mio blog, la leggeranno almeno un migliaio di persone è davvero inaspettata per il nostro ambiente.

La Carla di Cortona ha preso in disparte, con una mossa strategica dove chi non coinvolto rimane all’oscuro della cosa: Dino il tipografo, Attilio Nocciolini, il leader di Quelli del Gruppo B, Renato Ricci e anche il sottoscritto e ad ognuno di noi fa lo stesso discorso.

“Oggi ho voglia di organizzare un apericena a casa mia, ti va di venire?”

Le rispondo immediatamente di sì. Di meglio avrei avuto solo l’opportunità di guardare Amadeus e i pacchi del sabato in televisione su RaiUno.

Poi mi conferma a chi ha esteso l’invito, comprese le rispettive consorti e come si usa fare in queste occasioni li contatto uno a uno per sapere sia se prenderanno parte alla serata mondana e soprattutto cosa portare come regalo.

Ecco come è andata.

Dino il tipografo ha un conviviale già programmato dove sarà festeggiata una delle tante parenti della moglie e ha declinato l’invito, Attilio e signora già da dopo pranzo sono in partenza per l’Amiata e trascorreranno lì il resto del fine settimana. Massimone nel pomeriggio si trasferisce a Trieste, Saetta dell’hinterland milanese non si azzarda ad affrontarci senza bicicletta consapevole che gli sarebbero piovute sul groppone le prese in giro per quanto fatto con le barrette abortite. Il leader del Gruppo B onestamente rivela che dopo pranzo, come promesso. si dovrà dedicare a imbiancare la casa, operazione che lo vedrà sudare e finita la prima mano  di calce si sarà fatta sera e senza cena guadagnerà subito la sua parte di letto dove sognerà biciclette elettriche e salite a non finire per tutta la notte.

Rimane da sentire Renato Ricci.

Mi materializzo davanti a lui e gli chiedo: “Si va all’apericena? Ce la porti Natalina?”.

Il gigante di Quelli del Gruppo B guardandomi con aria dubbiosa mi risponde con un preambolo, seguito da una domanda esplicita: “ Lo devo chiedere a mia moglie è lei quella che decide, ma poi di preciso cosa sarebbe questo apericena?”.

Cerco di essere il più pratico possibile.

“L’apericena è neologismo che identifica un aperitivo effettuato come sostituto della cena o programmato prima di mettere le gambe sotto il tavolino, ma se la Carla di Cortona ci ha detto solo apericena, dopo un si mangia altro e ti dovrai dare da fare con gli  stuzzichini salati, qualcosa di dolce e bere dello spumante o del vino”.

Renato Ricci
Ricordandomi che è astemio lo metto in guardia: “Devi sperare che in casa abbia qualche bibita altrimenti te annaffi il tutto con l’acqua del sindaco”.

Poi faccio un’altra constatazione: “Una cosa è certa se come giusto
che sia porti Natalina all’apericena, tornati a casa non le puoi chiedere di cuocerti la pastasciutta”.

Un sospiro di rassegnazione prima di salire in bicicletta per imboccare la strada del rientro e Renato mi spiattella la sua decisione: “Credo che un ci verròò. Quando saremo verso il Grilli le dico d’essermi ricordato d’avere gente a casa a quell'ora, ma se avesse detto che avrebbe messo sul fornello un paio di chili di pastasciutta la risposta sarebbe stata un’altra, anche con moglie al seguito”.

Prima di partire mi mette un braccio attorno al collo e fissandomi afferma: “Se te non ci vai ti tolgo il saluto”.

Lo rassicuro immediatamente che le ho già detto “Presente”.

“Bravo” dice soddisfatto l’uomo di passato ponte Giorgini, già proiettandosi in un film tutto suo, con un finale prevedibile, ma rimane sempre frutto di fantasia.

Dopo le scuse fittizie di Renato alla Carla mi avvicino io quando siamo nei pressi della “Serra degli impiccati” e le chiedo se fossi rimasto l’unico invitato e magari a quel punto lei non voleva più farne di niente della cosa. Purtropo ricevo la risposta immaginata: “Sarà per un’altra volta” e la vedo dispiaciuta.

Ogni tanto però anch’io un qualcosa, pur sempre di poco fuori dagli schemi riesco a compierla, spesso si traducono in pessime figure, ma sempre meglio constatarlo che immaginarlo.

Ve lo racconto domani se mi rimetto davanti al computer.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland milanese e Carla da Cortona sono di fantasia, come le storie che leggete.

venerdì 18 marzo 2022

IL TOPINI MI GUARDA E AFFERMA: “CONTENTO TE”.

Carla di Cortona immortala una parte di Quelli del Gruppo B

 

E' stata una settimana decisamente regolare per Quelli del Gruppo B.

Carla di Cortona si sta sempre più ambientando fra i suoi nuovi colleghi d’allenamento e Saetta, dopo le ultime uscite davvero fantascientifiche, viene guardato con sospetto dal leader castiglionese, che aspetta l’occasione giusta per battezzarlo a puntino.

Insomma sono andati in bicicletta senza clamore, con l’unica variante, che è quella di andare alla ricerca di un nuovo ristorante dove organizzare il prossimo appuntamento conviviale.

Immancabilmente, anche su questo fatto si è aperta una diatriba interna.

Quelli come Vincenzo Suero vorrebbero fissare una data immediata  e pensano a una cena,  poi c’è chi la pensa diversamente, il sottoscritto, che invece preferirebbe aspettare la bella stagione per magari pranzare all’aperto ,una  garanzia in più di contrasto al coronavirus, purtroppo ancora non sconfitto in nessun angolo del mondo.

Ieri, giovedì, una delegazione ha visionato lo stesso locale per la terza volta  nel giro di una decina di giorni, fermandosi lì per la pausa caffè, ma una decisione, sicuramente  a loro insaputa, che potrebbe sembrare una nuova  scorrettezza.

In occasioni come questa non aver coinvolto Renato Ricci, gran cerimoniere alla pari di Dino il tipografo è una pecca clamorosa.

Renato, in questi frangenti scegliendo il ristorante è una garanzia sulla bontà del cibo da ingurgitare e in più lui personalmente  saprà ripagare il cuoco quando lo vedrà  mangiare, gioia che Dino il tipografo non garantisce in qunato è come Loris Topini, gli avanza sempre tutto nel piatto.

L’altro argomento di forte attualità, non è al momento l’imminente Campionato, ma la trasformazione dei vari velocipedi in attrezzi infernali che vanno alla media di 35 km/h per quattro o cinque ore con tanto di batteria telescopica nel porta borracce e uno strano aggeggio sulla ruota posteriore.

Diliano l’ex autista del bus comunale ha riadattato la sua bici con questa tecnologia, Dino il tipografo ha ordinato la batteria nuova per scalare Schiantapetto e Tatti nello stesso allenamento senza durare fatica, Mauro il meccanico inglese ci sta pensando e tutto questo fermento fa traballare sia Attilio, che il suo allievo leader del Gruppo B.

“Ma te che aspetti a fare come noi? Mica ti si può sempre aspettare?”

Due domande che mi ha fatto ieri pomeriggio Loris Topini quando eravamo seduti nella nuova location del corso principale di Castiglione della Pescaia eletta come quartier generale operativo post allenamento, che poi sarebbe il bar dove ritrovarsi nel pomeriggio.

“Vengo dal podismo – gli ho risposto - mi sono sempre allenato da solo e lo faccio pure durante la settimana da quando ho intrapreso questa nuova avventura sul velocipede. Se il sabato e la domenica vedo che non reggo le vostre velocità, continuerò a uscire in bici in solitario”.

L’87enne, che giovedì mattina ha salito Roccastrada scollettando per prmo e poi aggiudicandosi la volata al torrione sulla comunale delle Strette facendo fermare il cronometro segnava i 55 km/h (uno diventato davvero pericoloso), mi guarda incredulo.

Vado a spiegarmi meglio come la penso.

“Pochi chilometri, pure pedalati male, ma lo voglio fare con tanta fatica. E’ vero che la si può durare pure essendo aiutati dalle batterie che avete messo a corredo dei vostri mezzi, ma a me tutte queste batoste vanno a significare una cosa importante più di tutte le possibili spiegazioni, quella che devo dimagrire”.

“Contento te”.

Il Topini mi risponde ermeticamente con queste due parole e poi passa a erudirci su dove ha messo la quarta e la quinta in bicicletta nei vari colli attorno al paese.

 

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland milanese e Carla da Cortona sono di fantasia, come le storie che leggete.