LOVE & THE CITY - UN ROMANZO INTENSO DI LIDIA DI SIMONE
Castiglione della Pescaia è stata
la meta di un bellissimo giro in Toscana, mi ricorda molto le mie origini
abruzzesi, il mio bellissimo paese – Penne - simile a tanti borghi toscani.
Sarebbe bello ambientarci una storia, magari un giallo.
Inizio dai saluti. Dopo che le ho
rivelato dove abitavo, Lidia Di Simone, giornalista, che lavora per il magazine
Focus Storia, e prima di approdare nella grande famiglia dei mensili di Focus ha
fatto la reporter agli spettacoli e in cronaca, ha scritto di attualità,
musica, cinema, costume, ma anche di economia sindacale, ha lavorato in tv come
autrice, mi saluta con quel comento sul mio paesello. Rientro nei ranghi, e vi
parlo di Love & the city.
Amanda, detta Maddie, non ha
ancora trent’anni e un corpo da atleta. Lo era davvero, fino a pochi anni fa,
quando un SUV l'ha investita, una sera, mentre si allenava, mettendo fine alla
sua carriera. Maddie era l’astro nascente delle Olimpiadi di Londra, dove
secondo tutti i pronostici sarebbe arrivata sul podio più alto: purtroppo,
invece di correre gli 800 come una gazzella, ha dovuto prendere in mano la sua
vita e giocare una nuova mano con le carte che il destino le ha riservato. Si è
laureata in architettura e adesso sta per iniziare una nuova carriera – anche
se per ora solo come stagista – in un prestigioso studio londinese (che
somiglia molto a quello di Norman Foster, affacciato sul Tamigi).
Qui Maddie incontra due persone
che cambieranno il suo destino: la cinese Eli Ching, che commissiona agli architetti inglesi un nuovo quartiere da
costruire a Shanghai, e il superboss dello studio, archistar acclamata,
scozzese burbero almeno quanto affascinante: il suo nome è Alistair Wolf, Mr
Wolf… Maddie ancora non sa quante sorprese le riserva la sorte, quali emozioni
possano palpitare dietro le pareti di cristallo dello studio Wolf, quanto il
lavoro e i sentimenti somiglino alla corsa: devi allenarti, e crederci davvero,
per arrivare alla meta. Dalla timidezza nascosta sotto i suoi jeans da brava
ragazza a un tailleur di Gucci mozzafiato, dall’incredibile incontro al buio al
68° piano di un grattacielo in costruzione, alla Cina, Maddie entra in un
turbine di emozioni difficili da controllare. Solo allontanarsi può chiarirle
le idee. E sarà a Milano che Maddie approda, nella città dove fervono i lavori
per l’imminente Expo 2015, alla ricerca delle proprie radici italiane e di un
nuovo equilibrio. Ma con Mr Wolf è sempre come stare su una trave sospesa nel
vuoto, e senza nemmeno il casco da cantiere.
Che cosa ha di particolare per Lidia Di Simone il mondo degli
architetti?
“Quando ho immaginato uno
scenario per quella che doveva essere una complicata e difficile storia d’amore,
ho preso in esame tante ambientazioni. Dovevo attribuire ai miei protagonisti
un lavoro e ho pensato a qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare. Nutro una vera
passione per l’architettura, e non parlo solo di grattacieli, ma dei grandi
geni, da Michelangelo a Renzo Piano, che con il loro talento hanno cambiato il
volto alle città. Mi sembrava anche un ambito poco esplorato nei libri. E in
effetti nei romanzi rosa e non solo ci sono eroine di ogni tipo, giornaliste,
anatomopatologhe, commesse, botaniche, ma di architette credo che ci sia solo
Amanda Grant”.
L’Expo come location è un’aggiunta al romanzo, o per lei voleva
significare qualcosa di preciso?
“In verità è stata una richiesta
precisa dell’editore: volevano calare il romanzo in quello che sarebbe stato
l’evento dell’anno. E in effetti lo è stato, l’Expo ha avuto un grande successo
e ha rilanciato Milano come meta del grande turismo internazionale. Solo che io
il libro l’ho scritto prima e ho dovuto immaginare un po’ di cose. Ci è voluta
fantasia e anche un pizzico di incoscienza per mettere nero su bianco qualcosa
su cui nessuno avrebbe mai scommesso un soldo. Ma alla fine mi fa un enorme
piacere poter dire di aver scritto l’unico romanzo italiano ambientato nell’anno
dell’Expo!”.
Il coraggio della protagonista, sono casi rari, se si guarda alla vita
di tutti i giorni. Lei ha una sua ricetta perché ciò avvenga?
“Io penso che il coraggio vero
sia affrontare quello che la vita ti propone a viso aperto. Non sempre le carte
che ti riserva il destino sono quelle buone, come ben sa Maddie, la mia eroina,
che da futura stella dello sport si ritrova ko dopo un incidente. Mi piacciono
i personaggi nella tormenta, strattonati dalla sorte, maltrattati dalle
circostanze perché sono quelli che offrono a uno scrittore la possibilità di
imbastire una storia avvincente, ricca di pathos e di colpi di scena. E poi,
forse la vita non è così? Ci piacerebbe che fosse serena e tranquilla, piena di
successi e di grandi traguardi, ma alla fine è una lotta. E Maddie è una
lottatrice, che forse all’inizio non sa nemmeno di avere tante risorse dentro
di sé, eppure prende in mano la sua esistenza, il suo talento, la sua forza
interiore e se la gioca meglio che può. Sto scrivendo un nuovo romanzo che parla
di una donna altrettanto coraggiosa, molto diverso dalla Maddie di Love &
the city, ma con un elemento in comune: anche lei si ritrova all’inizio della
storia con un bruttissimo giro di carte in mano, una sorpresa amarissima. La
domanda è: riuscirà a risollevarsi? Lo scopriremo non appena avrò ben chiaro il
finale”.
“Quando scrivo non parto mai da
elementi autobiografici, ma certo immagino che qualcosa dello scrittore finisca
sempre nel carattere dei suoi personaggi. Flaubert diceva “Madame Bovary c’est
moi!”, e anche se probabilmente non ha mai pronunciato davvero questa frase,
non è improbabile che nel suo personaggio più famoso avesse riversato qualcosa
di se stesso. Comunque, avrei voluto essere un’atleta come Maddie, ma di certo
abbiamo in comune la passione per i grattacieli (a questo proposito condivido
con voi la mia foto sullo Shard, il grattacielo di Londra progettato da Renzo
Piano, dove si svolge una scena del libro). Quanto ai difetti, a Maddie all’inizio
manca un po’ di autostima. In questo ci somigliamo purtroppo: anch’io non so
mai se quello che scrivo funziona e mi tormento un milione di volte prima di
crederci veramente”.
Rossano Scaccini
Foto gentilmente concesse da Lidia Di Simone
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