lunedì 29 giugno 2015

L'astrologia aiuta i cuori infranti? Leggendo il romanzo di Silvia Zucca si può apprendere e anche divertirsi

Trent'anni passati da un po', single (non per scelta) e con un impiego che offre ben poche prospettive di carriera, Alice Bassi accoglie la notizia del matrimonio del suo indimenticato ex come il proverbiale colpo di grazia. Se non fosse ancora abbastanza, nella piccola rete televisiva per cui lei lavora arriva Davide Nardi. Sguardo magnetico e sorriso indecifrabile, Davide sarebbe il sogno proibito di Alice… peccato sia stato assunto come «tagliatore di teste». Insomma: non ce n'è una che vada per il verso giusto. Ma poi Alice incontra Tio, un attore convinto di conoscere il segreto per avere successo: l'astrologia. Non quella spacciata sui giornali, bensì una «vera» lettura delle stelle, che esistono proprio per segnalarci i giorni più favorevoli per la sfera professionale o per farci trovare l'anima gemella. Seppur scettica, Alice decide di provare e inizia a uscire con uomini compatibili col suo segno zodiacale. Però, stranamente, l'affinità astrale non le impedisce di collezionare incontri sbagliati, fallimenti imbarazzanti e sorprese di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Come non impedisce a Davide di diventare sempre più attraente. Tuttavia a lui Alice non osa chiedere di che segno sia. Perché ha paura che la risposta la deluda o, peggio, che la illuda. E perché, in fondo, spera che l’amore non abbia bisogno delle stelle per trovare la sua strada.
Guida astrologica per cuori infranti, romanzo scritto da Silvia Zucca è in corso di traduzione in 16 Paesi, racconta con brillantezza e molta ironia i successi e i disastri di una donna piena di vita, di contraddizioni, di speranze.
Silvia Zucca è laureata in Letteratura inglese e, come la protagonista del suo romanzo, ha lavorato per anni per una piccola rete televisiva milanese. La sua vera passione, però, è sempre stata la narrativa, cui ora si dedica a tempo pieno, sia come traduttrice, sia come autrice.
L’autrice è una donna assolutamente nella norma, che divide la sua casa con tre gatti e non fa dell’ordine la priorità della sua vita. Ama ballare, il cinema e uscire con gli amici. E’ capace di ingurgitare sproporzionate quantità di sushi e in generale si ciba come un dodicenne lasciato alla mercé di se stesso in un fast food. Ah, e poi scrive. Ogni tanto e lo fa stupendamente.
Alice, la protagonista di Guida astrologica per cuori infranti è una single non per scelta, ma nella sfortuna potrebbe ricavarne dei benefici se rapportato alla realtà?
“La stragrande maggioranza delle persone cerca l’anima gemella (anche molti di quelli che si dichiarano felicemente scompagnati…) ma anche essere single, ovviamente, ha i suoi vantaggi. Nessuno a cui rendere conto, nessuno che ci critica (be’, a parte la mamma…). I single sono anche quelli più in forma, di solito, perché volendo trovare un compagno non si siedono sugli allori, fanno palestra e cercano di essere sempre curati. E poi, quando si è in coppia spesso si ha la tendenza a chiudersi e abbandonare tutto il resto, invece quando si è single ci si circonda di amici”.
L’astrologia può dare indicazioni nella vita di tutti i giorni?
“Studiando l’astrologia per scrivere questo libro mi ha stupito molto notare che almeno nelle caratteristiche generali dei segni ci potevo ritrovare molte delle persone che conosco”.
Gli oroscopi io li odio, ma lei quanta importanza le attribuisce?
“Sicuro di non guardarlo proprio mai l’oroscopo? Uno studio ha portato alla luce che sono circa 6 milioni gli italiani che lo leggono … questo non vuol dire crederci ciecamente, ovvio. A me, personalmente, leggere l’oroscopo fa simpatia”.
Le stelle non mentono mai?
“Be’ il mio oroscopo spesso dice cose che in realtà non mi riguardano. Ma siamo in tanti a essere della Bilancia… perciò quando capita immagino che l’astrologo di turno in quel momento non stia parlando direttamente a me ma a qualcun altro del mio stesso segno. Non siamo egocentrici!!.
Le sue giornate sbagliate come iniziano?
“Le giornate no te le senti nelle ossa, quando appena sveglia capisci che sei di pessimo umore e la prima cosa che pensi alzandoti è speriamo di arrivare vivi fino in fondo e senza troppi spargimenti di sangue.”
Come vanno avanti?
“Solitamente vanno avanti un po’ allo stesso modo: mordendo lo stinco del primo malcapitato che ti arriva a tiro e che magari è reo semplicemente di averti augurato buongiorno. Mai augurare buongiorno a chi sa già che la sua giornata sarà pessima: il sarcasmo non viene affatto apprezzato”.
E terminano?
“ Si fa il bilancio di ciò che è stato, mentre ci si tira le coperte sopra le orecchie, e ci si dice: me lo sentivo proprio… Per fortuna, domani è un altro giorno”.

Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
Foto gentilmente concesse da Silvia Zucca





sabato 13 giugno 2015

"Dimmi che credi al destino" è il romanzo dell'estate che consiglio di leggere sotto l'ombrellone e in tutti i momenti alla ricerca di serenità

Uno dei libri che sta andando per la maggiore in questo inizio d’estate, secondo me, è: “Dimmi che credi al destino”, l’ha scritto Luca Bianchini, ed a me è piaciuto. 
Conosciuto dal pubblico radiofonico perché conduce la trasmissione radiofonica "Colazione da Tiffany" su Rai Radiodue, che va in onda alle prime ore del mattino. Bianchini scrive anche su «Vanity Fair», per cui tiene un blog, Pop up, e su «la Repubblica» nelle pagine di costume.
“Dimmi che credi al destino” è tratto da una storia realmente accaduta e Bianchini sta raccogliendo tanti apprezzamenti dagli addetti ai lavori, ma soprattutto dai lettori.
Disponibile all’intervista, malgrado tutti gli impegni che lo assalgono, la prendiamo larga. Prima si parla della “mia” Castiglione della Pescaia.
“Paese che conosco bene – mi rivela lo scrittore -  da adolescente ho fatto i bagni più belli alle Rocchette. Un posto magico, una baia incantevole e un mare cristallino”. 
Ma lei come presenterebbe Luca Bianchini?
“Uno scrittore sincero, una persona ironica, un amico affidabile”. 
Ha definito il destino romantico: perché lo ritiene tale?
“Chi crede nel destino ha una visione più ottimistica della vita. E chi è romantico deve per forza credere che tutto finirà bene”.
Ha abbandonato un posto di lavoro sicuro in ufficio per dedicarsi allo scrivere: quando ha capito che le è andata bene?
“Ho lasciato un lavoro fisso dopo aver scritto la biografia di Ramazzotti, che aveva venduto molte copie. Avevo un paio di anni di autonomia economica e mi sono lanciato. Scrivere con lo stress di dover vendere/guadagnare fa scrivere robe brutte”. 
E la percezione di aver svoltato, c’è un evento che la riporta a questa sensazione?
“Quando le riunioni che per anni erano solo con la mia editor, Joy Terekiev, sono diventate pranzi con 8 persone in cui io sedevo a capotavola”. 
“Dimmi che credi al destino" è ambientato a Londra, e questo per me è già un segnale che questo libro lo dovevo leggere. Tutti i romanzi ambientati in quella città mi attraggono.
Riassumendo. Ornella, la protagonista, ha deciso di iniziare una nuova vita, lasciarsi alle spalle un matrimonio e ripartire. Arriva a Londra e apre una libreria assieme a Clara: l’Italian Bookshop.
La metropoli londinese, però, la mette anche davanti tante battaglie da combattere nella quotidianità, non ultima la probabile vendita della libreria da parte del proprietario del fondo per metterci un ristorante. 
Ornella deve trovare il modo di alzare le vendite e per farsi aiutare con nuove strategie coinvolge la sua amica di sempre, la Patti, conosciuta in una clinica di disintossicazione. 
La prima decisione che prendono assieme è quella di assumere un giovane ragioniere, napoletano, che al momento è anche un barbiere.
Colpi di scena, in un romanzo come questo non possono mancare. Quello che mi piace ricordare è quando Ornella deve tornare a Verona per mettere la parola fine al suo passato e stavolta, in questa sfida sarà determinante la vicinanza di Patti.
Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata