Il sentiero dei profumi porta tanta serenità e gioia leggendolo
È la storia di una donna che perde tutto, e grazie
alla sua capacità di creare profumi straordinari trova la sua strada. È anche
una storia d’amore, per la vita, per se stessi, e per un uomo speciale.
“Il sentiero dei profumi” della
scrittrice Cristina Caboni è diventato un caso editoriale prima
di essere pubblicato.
Ma chi è Cristina Caboni?
“Una donna come tante, con famiglia, figli, un
lavoro insolito e affascinante. Mi piace leggere, coltivare rose, fare lunghe passeggiate
e guardare le stelle”.
Cercando
notizie su di lei ho scoperto che è una che lavora all’aria aperta: di preciso che cosa fa
nella vita oltre che scrivere?
“Sono un’apicoltrice. Allevo le api regine
necessarie alla mia piccola azienda apistica. Io e mio marito ci occupiamo
personalmente delle nostre api. È un privilegio per me e credo che senza di
loro, senza le mie api, questo romanzo non sarebbe mai stato scritto”.
La
protagonista del suo librom Elena Rossini, quanto ha di lei?
“Ha i miei occhi, la mia percezione del mondo. La
mia sensibilità. O io la sua. Ad un certo punto le due cose si sono unite”.
Il sentiero dei profumi è il suo libro d’esordio, ma come ci si sente ad essere un
caso letterario?
“È un po’ come stare sulle montagne russe. In
genere sto bene, anzi benissimo. Qualche volta invece è spaventoso. Da un po’
tuttavia sono tornata alla normalità. Adesso ho ripreso la vita di sempre,
viaggio solo un po’ di più e incontro molta più gente. Mi piace molto
interagire con i miei lettori. Ho una pagina Facebook, Cristina Caboni autrice,
che viene aggiornata di continuo. E rispondo a tutti”.
Può
anticipare a grandi linee cosa ha in mente per il prossimo romanzo?
“Una storia intensa, con personaggi forti.
Un’ambientazione particolare, e un mistero da scoprire”.
Dopo aver
letto il suo romanzo mi viene di chiederle, se le dico delicatezza, lei mi
risponde?
“Petalo”.
Ho riposto il suo libro in uno scaffale della mia libreria, ma fra le domande che mi sono passate per la mente mentre lo leggevo penso che ha una persona come lei che descrive in maniera così pulita certi sentimenti non posso fare a meno di domandare qual è la sua ricetta per superare le sofferenze e i momenti di difficoltà?
“Mettendo un piede davanti all’altro e tenendo il
proprio cuore ben stretto tra le mani. Bisogna sorridere, ma trovare anche il
momento giusto per piangere. Non ci si deve arrendere, e soprattutto bisogna
avere fede”.
Torniamo al
suo lavoro di scrittrice e alla sua fatica d’esordio, ma Cristina Caboni i
profumi come li potrebbe anche descrivere?
“Con parole capaci di evocare emozioni, stati
d’animo, situazioni. È stato difficile farlo, perché in effetti non esistono
aggettivi nati con quell’intento. L’umanità ha cominciato a trascurare
l’olfatto molto prima di elaborare una lingua complessa. Dunque non c’è stata
alcuna necessità di trovare parole per esprimere concetti legati a qualcosa che
non si vede”.
Il profumo più
gradevole?
“Fior d’arancio”.
“Alla mia casa, al sole, alla famiglia, alla
serenità”.
Quello
maggiormente atroce dove lo ha trovato?
“In ospedale”.
E le è
venuto in mente?
“L’ho associato alla sofferenza”.
La
combinazione di un profumo sprigionato dai fiori con quello di una persona in
che ambiente potrebbe formare un cocktail perfetto?
“In un giardino verde, rigoglioso, con tante piante
e pieno di fiori. Ottima ambientazione”.
Lei che tipo
di fiore pensa d’essere?
“Una margherita”.
Rossano Scaccini
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Foto gentilmente concessa dall'Ufficio Stampa di Garzanti Libri