mercoledì 24 settembre 2014

Il sentiero dei profumi porta tanta serenità e gioia leggendolo

È la storia di una donna che perde tutto, e grazie alla sua capacità di creare profumi straordinari trova la sua strada. È anche una storia d’amore, per la vita, per se stessi, e per un uomo speciale.
“Il sentiero dei profumi” della scrittrice Cristina Caboni è diventato un caso editoriale prima di essere pubblicato.
 Ma chi è Cristina Caboni?
“Una donna come tante, con famiglia, figli, un lavoro insolito e affascinante. Mi piace leggere, coltivare rose, fare lunghe passeggiate e guardare le stelle”.
Cercando notizie su di lei ho scoperto che è una che lavora all’aria aperta: di preciso che cosa fa nella vita oltre che scrivere?
“Sono un’apicoltrice. Allevo le api regine necessarie alla mia piccola azienda apistica. Io e mio marito ci occupiamo personalmente delle nostre api. È un privilegio per me e credo che senza di loro, senza le mie api, questo romanzo non sarebbe mai stato scritto”.
La protagonista del suo librom Elena Rossini, quanto ha di lei?
“Ha i miei occhi, la mia percezione del mondo. La mia sensibilità. O io la sua. Ad un certo punto le due cose si sono unite”.
Il sentiero dei profumi è il suo libro d’esordio, ma come ci si sente ad essere un caso letterario?
“È un po’ come stare sulle montagne russe. In genere sto bene, anzi benissimo. Qualche volta invece è spaventoso. Da un po’ tuttavia sono tornata alla normalità. Adesso ho ripreso la vita di sempre, viaggio solo un po’ di più e incontro molta più gente. Mi piace molto interagire con i miei lettori. Ho una pagina Facebook, Cristina Caboni autrice, che viene aggiornata di continuo. E rispondo a tutti”.
Può anticipare a grandi linee cosa ha in mente per il prossimo romanzo?
“Una storia intensa, con personaggi forti. Un’ambientazione particolare, e un mistero da scoprire”.
Dopo aver letto il suo romanzo mi viene di chiederle, se le dico delicatezza, lei mi risponde?
“Petalo”.
Ho riposto il suo libro in uno scaffale della mia libreria, ma fra le domande che mi sono passate per la mente mentre lo leggevo penso che ha una persona come lei che descrive  in maniera così pulita certi sentimenti non posso fare a meno di domandare qual è la sua ricetta per superare le sofferenze e i momenti di  difficoltà?
“Mettendo un piede davanti all’altro e tenendo il proprio cuore ben stretto tra le mani. Bisogna sorridere, ma trovare anche il momento giusto per piangere. Non ci si deve arrendere, e soprattutto bisogna avere fede”. 
Torniamo al suo lavoro di scrittrice e alla sua fatica d’esordio, ma Cristina Caboni i profumi come li potrebbe anche descrivere?
“Con parole capaci di evocare emozioni, stati d’animo, situazioni. È stato difficile farlo, perché in effetti non esistono aggettivi nati con quell’intento. L’umanità ha cominciato a trascurare l’olfatto molto prima di elaborare una lingua complessa. Dunque non c’è stata alcuna necessità di trovare parole per esprimere concetti legati a qualcosa che non si vede”.  
Il profumo più gradevole?
“Fior d’arancio”.
A cosa la fa pensare?
“Alla mia casa, al sole, alla famiglia, alla serenità”.
Quello maggiormente atroce dove lo ha trovato?
“In ospedale”.
E le è venuto in mente?
“L’ho associato alla sofferenza”.
La combinazione di un profumo sprigionato dai fiori con quello di una persona in che ambiente potrebbe formare un cocktail perfetto?
“In un giardino verde, rigoglioso, con tante piante e pieno di fiori. Ottima ambientazione”.
Lei che tipo di fiore pensa d’essere?
“Una margherita”.
Rossano Scaccini
© Riproduzione riservata

Foto gentilmente concessa dall'Ufficio Stampa di Garzanti Libri

venerdì 12 settembre 2014

Gray di Francesco Falconi, un viaggio davvero interessante da intraprendere assieme all'autore

Stavolta parto dalla fine. Non vi rivelo l’epilogo, ma soltanto la mia opinione, dopo aver letto l’ultima pagina di Gray, romanzo scritto da Francesco Falconi.
Un libro che ti prende dall'inizio alla fine e in due giorni l’ho divorato, già sperando che l’autore stia lavorando a un nuovo personaggio e presto ripartire con un altro viaggio.
Il giovane grossetano, che ha mandato in libreria la sua quindicesima fatica, stavolta si è ispirato al Dorian Gray di Oscar Wilde.
Il Gray di Falconi è un romanzo sapientemente suddiviso, con all’interno avvicendamenti azzeccati dei vari personaggi. Leggendo Gray, siamo alle prese con un continuo cambio di situazioni che spaziano dal passato all’attualità e si viaggia fra diverse città.
Anche in questo romanzo di Francesco Falconi arriva l’impatto con l’amore, sentimento che è sapientemente sviscerato dall’autore in diverse forme. Ci si imbatte nell’attrazione fisica, ma anche in quella impossibile solamente da pensare di un eventuale incesto fra fratello e sorella. Queste due situazioni vengono superate soltanto quando Falconi parla della purezza dei sentimenti. L’ingegnere maremmano riesce facilmente a focalizzare in maniera davvero disarmante tutto questo turbinio di sensazioni, rendendo Gray un libro da leggere e da rileggere e da conservare nella propria libreria.

La sinossi ufficiale di Gray: Dorian osserva l’Anima Nera strisciare sulla sua pelle come un tatuaggio, avvolgersi alla spalla e raggiungere la sua schiena. E’ il serpente oscuro che l’ha condannato a un inferno in terra: l’immortalità. Cent’anni prima, di fronte a un ritratto che esaltava la sua bellezza, Dorian ha osato desiderare di rimanere giovane e seducente per sempre: il suo desiderio è stato esaudito, ma il prezzo da pagare è un baratro infinito di estasi e perdizione.
Layla è tormentata da un demone che le toglie il respiro, la ragione e la volontà. E’ prigioniera di un corpo che sente disarmonico e deforme. Il suo rifugio è l’arte, e quel ritratto di ragazzo che da sempre disegna con precisione maniacale, occhi di ghiaccio e corpo perfetto, pur non avendolo mai conosciuto.

In una Roma incantevole e superba, Dorian e Layla stanno per incontrarsi e i loro destini si allineano come tessere del domino in attesa di essere sfiorate.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
Foto Gentilmente concessa dall’autore

mercoledì 10 settembre 2014

E' tornata in libreria Sara Rattaro con Niente è come te

Nel suo recente passato, con il romanzo Non volare via, Sara Rattaro è stata per molte settimana in testa alle classifiche di vendita. Da pochi giorni è tornata in libreria con Niente è come te e il successo si sta ripetendo.
L’autrice si definisce una ragazza genovese di 39 anni con una grande passione per la scrittura e per la vita e leggendo i suoi romanzi queste sue doti emergono immediatamente.
Ci presenta Niente è come te?
“È un romanzo che racconta l’inviolabile diritto di essere un figlio. Margherita è stata portata in Danimarca da sua madre dopo la separazione dal marito. In pochi attimi la piccola Margherita perderà una delle persone più importanti della sua vita, suo padre, tutti i ricordi e le esperienze che con lui non avrà mai. Ma un giorno la vita restituisce la sua risposta e Margherita e Francesco sono obbligati a tornare a vivere insieme, lui felicissimo, lei straniera”.
Con un suo precedente lavoro Non volare via è stata all’apice delle vendite per molto tempo, quanto la stimola e le pesa questo fatto?
“Mi stimola moltissimo e mi inorgoglisce molto. Quando lavori in modo trasparente e con entusiasmo non è mai un peso”.       

Il suo modo di scrivere a chi pensa che si avvicini fra i suoi scrittori preferiti?
“Non mi ispiro a nessuno in particolare, quello che mi viene detto è che sono poco italiana e il mio modo di narrare assomiglia più a quello delle romanziere d’oltreoceano”.
Leggendo Niente è come te si scoprono storie emozionanti, ma provocare questa sensazione per lei significa?
“È il motivo per cui ho scelto questo mestiere. Uno scrittore deve trasmettere un’emozione, un’immagine, uno stato d’animo. Deve rapire il lettore. Diffidate dai maestri della punteggiatura e della scrittura creativa perfetta. Regalate emozioni, sarete letti”.

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

Foto gentilmente concesse da Sara Rattaro