BRONTOLINO SI AFFLOSCIA COME LA CORDA DI UNA CAMPANA ROTTA MA QUALCHE ORA PRIMA AVEVA FATTO VISITA AL SUO MAGO-DOTTORE PER UN CONSULTO
Sabato
mattina alle 8:45, parcheggio Tamoil, i ciclisti già in fermento. Fra il
divertito e l’incredibile si commenta l’aver visto un nuovo personaggio, sempre
un ciclista che indossa la divisa del gruppo ciclistico, presentarsi alle 7:45
a casa di un aspirante mago, che lui chiama dottore. Già da ieri, venerdì,
questo atleta che in molti lo chiamano a sua insaputa “Brontolino” non si
capacitava e voleva scoprire da cosa dipende un forte dolore che al mattino,
appena scende dal letto, gli si propone su una delle sue delicate caviglie.
Brontolino
cerca risposte dal mago-dottore e spera che costui sappia rivelargli certi
perché sul suo fisico, chiedendo informazioni nel mondo dell’ignoto.
Il
mago, probabilmente svegliato da quel continuo suono del campanello che Brontolino
teneva premuto incessantemente, apre la porta e gli getta addosso uno sguardo
terrificante, che se prima pensava di vedersi togliere un eventuale malocchio di dosso,
adesso poteva stare certo che non se lo sarebbe più scrollato dai neanche dai suoi polpacci a
forma di buzzo di coniglio che contraddistinguono Brontolino.
Siccome
poi le cose si vengono sempre a sapere, Brontolino aveva confidato alla moglie
che di soprannome quelli del suo caseggiato chiamato “Ansa”, cosa voleva fare già nel primo pomeriggio e a sera anche nel gruppo B dei ciclisti la notizia era arrivata.
Al mago-dottore, avrebbe anche chiesto, oltre la sua guarigione, la realizzazione di una fattura non
dolorosa ma invasiva verso il suo avversario di volata, il Simpatia, ma andiamo per ordine
nel raccontare quanto accaduto.
Brontolino
entra nello studio del mago-dottore e si siede nella poltrona, mentre il luminare
si accomoda sul divano davanti a lui.
Da
paziente, visibilmente nervoso, Brontolino si accorge in quel preciso momento che il
mago-dottore non è vestito in modo professionale, ma era con un paio di boxer
aderenti coperti da una vestaglia da camera, che gli lasciava intravedere la
maestosità notevole del suo organo genitale.
Quella
visione mette in confusione Brontolino. Non è che abbia tendenze moderne, ma
dentro di lui parte prima un senso di invidia per tanto ben di Dio e poi si
immagina quante conquiste in più poteva fare lui ai suoi tempi con un attrezzo
del genere, avendone uno al di sotto della media.
I
pensieri del Brontolino non procedono velocemente, come quando va in bici.
Il
mago-dottore, che non è certo di primo pelo, si accorge che Brontolino lo sta
fissando e non negli occhi ma molto più in basso. Attende qualche istante in
silenzio e poi sentenzia a squarcia gola.
“Ma
bada te che a quest’ora girano già così arrapati i ricchioni. Popò di bucaiolo
se ti rifai vedere da queste parti prendo il mattarello, che tengo sotto la mia
scrivania e te lo tolgo il malocchio a forza di randellate”.
Il
mago-dottore si alza in piedi di scatto, anche Brontolino fa la stessa cosa e
capisce che deve guadagnare l’uscita prima che il luminare delle fatture audaci gli
metta le enormi mani attorno al collo.
Uscito
fuori, inforca la bicicletta e parte a razzo. Il suo cardiofrequenzimetro già
segna 195 pulsazioni e Brontolino pensa velocemente: “devo calmarmi, potrebbe arrivare l'infarto e sai che figura di merda".
Mette
un rapporto agile, i ciclisti bravi si accorgono che sta pedalando con il 32 x
53 e le gambe frullano all’inverosimile. Visione impietosa per gli appassionati delle due ruote che
stanno aspettando le 9:00 per iniziare l’allenamento.
Al
momento di partire Brontolino non c’è, si aspetta che passi di nuovo, gli
facciamo fare inversione di marcia e l’allenamento ha inizio. Su ponte
Giorgini, Massimone grida: “Andiamo a Follonica”. Tutti rallentiamo per capire
cosa stava accadendo, ma poi l’astuto ciclista allunga brutalmente l’andatura e
occorrono alcuni chilometri per mettersi di nuovo tutti assieme, dopo questo scherzo da prete.
Superato
questo primo momento inspiegabile, Brontolino passa al comando e aumenta ancora
di più l’andatura.
Brusio
nel gruppo: “Oggi si poteva andare con il figliolo di Attilio e quell’altri,
vista quanto segna il cronometro”.
Tutto
torna alla normalità dopo un paio di chilometri. Brontolino, come da copione,
si affloscia tipo la
corda di una campana che si è rotta.
La
cadenza resta alta anche all’ingresso di Grosseto, nessuno molla e i più
temerari, come Adriano Bonarini, sono molto bravi a fare lo slalom fra le
macchine.
Dopo
la pausa caffè. dove Brontolino non si è risparmiato nel fare il piacione con
le commesse del bar, forse ripensando per un attimo se avesse avuto lui quello che aveva
visto qualche ora prima nello studio del mago-dottore. Si cambia di nuovo
percorso.
Massimone,
sembra che lo faccia di proposito, dopo la falsa indicazione sull’andare a
Follonica, consiglia di attraversare Grosseto, raggiungere Barbaruta. Prende il
via un tour de force cittadino da ciclisti sopraffini, che noi pedelatori di
paese, visto la massiccia coda di auto che in questo periodo natalizio sono in
giro, ci mette a dura prova. Oltre al pericolo la beffa. Strada bagnata, tutti
con un unico pensiero: “A casa ci tocca asciugare e pulire la bicicletta”.
La
parte finale dell’allenamento è caratterizzata da Brontolino, che non rispetta
i cambi e quando gli dovrebbe toccare di tirare salta e tutti si cominciano ad
arrabbiare. Poi, però, lo raggirano come giustamente si merita. Da Ponti di Badia, al ponte
del Valle, l’andatura non è mai scesa sotto i 40 km/h. Le gambe di Brontolino
non sono più toniche, l’acido lattico gli ha già superato i capelli e quando
tutti si fermano lui con un movimento dato dalla ormai perdita di lucidità si
mette a fare la volata con una signora che con la sua “graziella” con bambino
sul seggiolino sta andando verso Castiglione.
Brontolino arriva terzo.
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riservata
I
luoghi sono veri, mentre i personaggi sono di fantasia.
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