IL LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B POTREBBE ESSERE STATO COLPITO DAL MALOCCHIO E LORIS TOPINI PROVA A FARLO USCIRE DAL SUO CORPO
La mano di Loris Topini |
Ultim’ora. Arriva un vocale su gruppo di WhatsApp
di “Quelli del Gruppo B”, dove siamo presenti, debitamente inseriti dal leader che
proviene dai poggi di oltre
Macchiascandona una quarantina di persone e poco fa tutti abbiamo sentito la
voce del più forte del sodalizio che rivolgendosi esclusivamente al
sottoscritto, a Attilio il suo allenatore e ovviamente a Dino il tipografo di
presentarsi immediatamente a casa sua perché sta avvenendo un fatto drammatico.
Contestualizzo meglio la situazione. Sabato
pomeriggio, subito dopo pranzo, stavo
sfogliando sul mio computer i giornali, ma sentito il messaggio, giro di telefonate
a tre. Pochi minuti dopo ci si trova nel piazzale sotto casa del leader.
“Facciamolo scendere. Non mi sembra bello
dirgli qualche sfondone davanti a sua moglie”.
Questa è la mia proposta, che viene
assecondata.
Chiamo, ma lui dice che non vuole farsi
vedere fuori in quelle condizioni e bisogna salire.
“Contento lui”. Aggiungo anche un po’
incavolato perché comincio ad avere il presagio che si tratti di una sicura
perdita di tempo.
Nello stesso palazzo del leader di Quelli del Gruppo B, ci abita Saetta
dell’hinterland milanese e passando davanti a quella che deve essere casa sua sono
tentato, rivelandolo ai miei amici di soccorso, di suonare il campanello e magari
chiedergli a bruciapelo se ci regala qualche “Barretta del capitano” (chi segue
queste storie sa di cosa sto scrivendo), ma vengo redarguito in quanto siamo in
missione segreta.
Il leader è sulla porta in pigiama
ospedaliero, di quelli celesti con i bottoni davanti. Ci fa entrare in casa
indicandoci in silenzio il salone dove accomodarci e immediatamente chiude
dietro di se le porte. Siamo soli.
Un attimo di silenzio e poi ci spiazza
tutti: “Bettina accendi la televisione” ci voltiamo verso
quell’elettrodomestico e magicamente si illumina senza esserci nessuno nei
paraggi e poi di nuovo: “Bettina metti radio italia” e appare un cantante di quelli moderni con
tatuaggi e orecchini da tutte le parti che velocemente sviscera un testo
difficilmente comprensibile”.
Dino il tipografo taglia corto: “A me di
Bettina m’importa poco (veramente ha usato un altro termine), a quest’ora di
solito sono di pennichella sul divano. Ho pensato che ti fosse successo
qualcosa, ma mi sembra che sei come ti abbiamo lasciato poco prima di mezzogiorno. Comunque questo pigiamino ti dona davvero”.
Il leader rimane impassibile alla
provocazione, ormai avvezzo agli sfottò dell’artigiano dell’inchiostro, ma subito
dopo si scioglie come non aveva mai fatto e prima, almeno davanti a noi.
“Aiutatemi – dice con le lacrime agli
occhi e solo allora mi connetto con la situazione perché stavo onestamente
pensando che eravamo nell’attesa di portare a termine una probabile zingarata –
voi siete gli unici che mi vogliono bene fra quelli che vanno in bicicletta”.
Visto che il discorso era partito con tono
malinconico-supplichevole, cerco di portarlo sull’indispettito.
“Te a me mica tanto mi sei affezionato –
gli punto l’indice destro minaccioso sotto il viso – sono il primo che hai
buttato fuori di squadra, in tempi non sospetti, per scarso rendimento”.
Non riesco a farlo trasalire e va avanti
per la sua storia con lo stessa tonalità pietosa.
“Che percorsi stabilisco per il Campionato
di Quelli del Gruppo B? Come ne penso una mi trovo subito psicologicamente asfissiato
dalla paura e vedo salite durissime e discese pericolose, ma soprattutto sempre
più consapevole di essere ormai l’ultimo del plotone dei leader”.
Riesco a prevenire Dino il tipografo che
stava per alzarsi dal divano e mandarlo a farsi benedire. Ci intendiamo e
andiamo avanti nell’ascolto.
“Ho tante persone che durante l’estate
hanno promesso di venirmi a vedere in gara. Ex compagni di lavoro, amici di una
vita e pure qualche parente, pensate che anche poco fa me lo hanno ribadito in
diversi per telefono”.
Mette la braccia conserte e aggiunge: “Sono
terrorizzato. Se mi vedono così scadente è la fine. Da mesi gli sto raccontando
un’altra storia, che non è quella attuale, dove mi battono sempre più persone”.
Poi, forse involontariamente gli esce una
cattiveria gratuita a livello agonistico che mi dovrò ricordare.
“Ci siete rimasti voi due che mi state
dietro (indica me e Attlio, Dino il tipografo ha la ruota con il motore e
prossimamente pure rinforzata e come dice di aumentare velocità ci perde), che figura faccio?”.
Attilio l’allenatore, cerca di
rassicurarlo, ma non riesce a fargli capire che lo sport dopo i 40 anni va
vissuto come status di benessere e senza essere sfrenati nella pratica, ma il
leader non lo accetta come consiglio.
Ho gli occhi addosso di Dino il tipografo
impaziente di togliersi di torno e in quel momento mi arriva l’idea e la
spiattello all’istante.
“Drogarti – dico al leader, senza giri di
parole - con eccitanti potrebbe essere pericoloso vista l’eta e soprattutto
perché te oltre alla marsala non hai mai ingollato niente di più invadente, ma
un rimedio secondo me ci sarebbe, di sicuro l’ultimo prima di fare pubblica
ammenda e scusandosi per le bugie dette”.
Dino il tipografo si gratta la testa e Attilio l’allenatore chiude gli occhi sospirando profondamente.
Tutti è due, capita
l’antifona, erano coscienti che stava per arrivare la strullata dove far abboccare il
miglior ciclista di Quelli del Gruppo B, nostrano e puntualmente si va in scena.
“Che
mi consigli?”.
E’ fatta.
“Proviamo a farti togliere il malocchio.
Io ci credo a queste cose”.
Mi sento in quel momento un attore nato, Dino il tipografo si
gira per non farsi vedere imprecare e Attilio dice di avere un appuntamento e dovrebbe scappare, ma
lo richiamo all’ordine con una precisazione che non lo libera.
“Occorre, per il momento, sintonizzarsi su
un canale della televisione, ma io con Bettina un ci voglio avere niente a che fare”.
Il leader mi passa il telecomando e faccio
uno zapping frenetico per trovare quel canale dove gran parte della giornata
sono presenti professionisti che sanno anticiparti il futuro e toglierti le
brutte insidie gettate da chi non ti vuole bene e lo individuo.
Passo così a spiegare cosa deve fare il
leader di Quelli del Gruppo B ,dandogli la scelta, sperando che caschi fino in
fondo nel tranello.
“Ora hai due scelte. Chiami quei signori della televisione e spendi i soldi della telefonata per i numeri che costano tanto al minuto o chiediamo a Loris Topini, che l'ha già rifatto di preparare piattino e olio e dare forma a un’apposita seduta nel suo garage”.
Per un istante penso che sia tornato in se
e capisca l’assurdità, ma va come deve andare.
“Hai ragione, chissà perché a me non
vengono mai queste pensate. Credo che ci sia davvero del malocchio a mettermi
in questo stato d’animo e atletico sempre più alla deriva. Altre spiegazioni
non ci possono essere”.
Concordiamo di trovoarci al bar nel
pomeriggio per stabilire le modalità con Loris Topini che Dino il tipografo ovviamente erudirà prima per proseguire la farsa.
Intanto lasciamo credere al nostro leader di
avere il malocchio”.
Rossano
Scaccini
©Riproduzione
riservata
I
luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland
milanese, Carla da Cortona e Irene di Sanfatucchio sono di fantasia, come le
storie che leggete.
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