sabato 26 marzo 2022

IL LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B POTREBBE ESSERE STATO COLPITO DAL MALOCCHIO E LORIS TOPINI PROVA A FARLO USCIRE DAL SUO CORPO

 

La mano di Loris Topini


 

Ultim’ora. Arriva un vocale su gruppo di WhatsApp di “Quelli del Gruppo B”, dove siamo presenti, debitamente inseriti dal leader che proviene dai poggi di  oltre Macchiascandona una quarantina di persone e poco fa tutti abbiamo sentito la voce del più forte del sodalizio che rivolgendosi esclusivamente al sottoscritto, a Attilio il suo allenatore e ovviamente a Dino il tipografo di presentarsi immediatamente a casa sua perché sta avvenendo un fatto drammatico.

Contestualizzo meglio la situazione. Sabato pomeriggio, subito dopo pranzo, stavo sfogliando sul mio computer i giornali, ma sentito il messaggio, giro di telefonate a tre. Pochi minuti dopo ci si trova nel piazzale sotto casa del leader.

“Facciamolo scendere. Non mi sembra bello dirgli qualche sfondone davanti a sua moglie”.

Questa è la mia proposta, che viene assecondata.

Chiamo, ma lui dice che non vuole farsi vedere fuori in quelle condizioni e bisogna salire.

“Contento lui”. Aggiungo anche un po’ incavolato perché comincio ad avere il presagio che si tratti di una sicura perdita di tempo.

Nello stesso palazzo del leader di Quelli del Gruppo B, ci abita Saetta dell’hinterland milanese e passando davanti a quella che deve essere casa sua sono tentato, rivelandolo ai miei amici di soccorso, di suonare il campanello e magari chiedergli a bruciapelo se ci regala qualche “Barretta del capitano” (chi segue queste storie sa di cosa sto scrivendo), ma vengo redarguito in quanto siamo in missione segreta.

Il leader è sulla porta in pigiama ospedaliero, di quelli celesti con i bottoni davanti. Ci fa entrare in casa indicandoci in silenzio il salone dove accomodarci e immediatamente chiude dietro di se le porte. Siamo soli.

Un attimo di silenzio e poi ci spiazza tutti: “Bettina accendi la televisione” ci voltiamo verso quell’elettrodomestico e magicamente si illumina senza esserci nessuno nei paraggi e poi di nuovo: “Bettina metti radio italia”  e appare un cantante di quelli moderni con tatuaggi e orecchini da tutte le parti che velocemente sviscera un testo difficilmente comprensibile”.

Dino il tipografo taglia corto: “A me di Bettina m’importa poco (veramente ha usato un altro termine), a quest’ora di solito sono di pennichella sul divano. Ho pensato che ti fosse successo qualcosa, ma mi sembra che sei come ti abbiamo lasciato poco prima di mezzogiorno. Comunque questo pigiamino ti dona davvero”.

Il leader rimane impassibile alla provocazione, ormai avvezzo agli sfottò dell’artigiano dell’inchiostro, ma subito dopo si scioglie come non aveva mai fatto e prima, almeno davanti a noi.

“Aiutatemi – dice con le lacrime agli occhi e solo allora mi connetto con la situazione perché stavo onestamente pensando che eravamo nell’attesa di portare a termine una probabile zingarata – voi siete gli unici che mi vogliono bene fra quelli che vanno in bicicletta”.

Visto che il discorso era partito con tono malinconico-supplichevole, cerco di portarlo sull’indispettito.

“Te a me mica tanto mi sei affezionato – gli punto l’indice destro minaccioso sotto il viso – sono il primo che hai buttato fuori di squadra, in tempi non sospetti, per scarso rendimento”.

Non riesco a farlo trasalire e va avanti per la sua storia con lo stessa tonalità pietosa.

“Che percorsi stabilisco per il Campionato di Quelli del Gruppo B? Come ne penso una mi trovo subito psicologicamente asfissiato dalla paura e vedo salite durissime e discese pericolose, ma soprattutto sempre più consapevole di essere ormai l’ultimo del plotone dei leader”.

Riesco a prevenire Dino il tipografo che stava per alzarsi dal divano e mandarlo a farsi benedire. Ci intendiamo e andiamo avanti nell’ascolto.

“Ho tante persone che durante l’estate hanno promesso di venirmi a vedere in gara. Ex compagni di lavoro, amici di una vita e pure qualche parente, pensate che anche poco fa me lo hanno ribadito in diversi per telefono”.

Mette la braccia conserte e aggiunge: “Sono terrorizzato. Se mi vedono così scadente è la fine. Da mesi gli sto raccontando un’altra storia, che non è quella attuale, dove mi battono sempre più persone”.

Poi, forse involontariamente gli esce una cattiveria gratuita a livello agonistico che mi dovrò ricordare.

“Ci siete rimasti voi due che mi state dietro (indica me e Attlio, Dino il tipografo ha la ruota con il motore e prossimamente pure rinforzata e come dice di aumentare velocità ci perde), che figura faccio?”.

Attilio l’allenatore, cerca di rassicurarlo, ma non riesce a fargli capire che lo sport dopo i 40 anni va vissuto come status di benessere e senza essere sfrenati nella pratica, ma il leader non lo accetta come consiglio.

Ho gli occhi addosso di Dino il tipografo impaziente di togliersi di torno e in quel momento mi arriva l’idea e la spiattello all’istante.

“Drogarti – dico al leader, senza giri di parole - con eccitanti potrebbe essere pericoloso vista l’eta e soprattutto perché te oltre alla marsala non hai mai ingollato niente di più invadente, ma un rimedio secondo me ci sarebbe, di sicuro l’ultimo prima di fare pubblica ammenda e scusandosi per le bugie dette”.

Dino il tipografo si gratta la testa e Attilio l’allenatore chiude gli occhi sospirando profondamente. 

Tutti è due, capita l’antifona, erano coscienti che stava per arrivare la strullata dove far abboccare il miglior ciclista di Quelli del Gruppo B, nostrano e puntualmente si va in scena.

 “Che mi consigli?”.

E’ fatta.

“Proviamo a farti togliere il malocchio. Io ci credo a queste cose”.

Mi sento in quel  momento un attore nato, Dino il tipografo si gira per non farsi vedere imprecare e Attilio dice di avere un appuntamento e dovrebbe scappare, ma lo richiamo all’ordine con una precisazione che non lo libera.

“Occorre, per il momento, sintonizzarsi su un canale della televisione, ma io con Bettina un ci voglio avere niente a che fare”.

Il leader mi passa il telecomando e faccio uno zapping frenetico per trovare quel canale dove gran parte della giornata sono presenti professionisti che sanno anticiparti il futuro e toglierti le brutte insidie gettate da chi non ti vuole bene e lo individuo.

Passo così a spiegare cosa deve fare il leader di Quelli del Gruppo B ,dandogli la scelta, sperando che caschi fino in fondo nel tranello.

“Ora hai due scelte. Chiami quei signori della televisione e spendi  i soldi della telefonata per i numeri che costano tanto al minuto o chiediamo a Loris Topini, che l'ha già rifatto di preparare piattino e olio e dare forma a un’apposita seduta nel suo garage”.

Per un istante penso che sia tornato in se e capisca l’assurdità, ma va come deve andare.

“Hai ragione, chissà perché a me non vengono mai queste pensate. Credo che ci sia davvero del malocchio a mettermi in questo stato d’animo e atletico sempre più alla deriva. Altre spiegazioni non ci possono essere”.

Concordiamo di trovoarci al bar nel pomeriggio per stabilire le modalità con Loris Topini che Dino il tipografo ovviamente erudirà  prima per proseguire la farsa.

Intanto lasciamo credere al nostro leader di avere il malocchio”.

 

 

Rossano Scaccini

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I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland milanese, Carla da Cortona e Irene di Sanfatucchio sono di fantasia, come le storie che leggete.