venerdì 30 marzo 2018

MAURINO PIANGE SENZA RITEGNO E DICE SINGHIOZZANDO: «PERCHE’ NON VINCO MAI LA VOLATA?»


Potenza, strategia e coraggio.
Tutte doti che mancano a Maurino.
Ormai è un classico. Non tira mai, arriva vicino al traguardo, lancia la volata e non ne vince una.
Fin qui niente di nuovo, ma visto che il campionato del gruppo B non si disputerà per mancanza di una squadra da battere, la vittoria a tavolino data a Vincenzo Suero, è stata rifiutata dal campione di piazza Lampedusa e tutto questo insuccesso ha una paternità, quella dello sfidante mancato.
Adesso si sta lavorando su un programma che preveda qualche gara singola per il 2018 con date da stabilire, ma la magia del campionato era più apprezzata dai protagonisti e la colpa di tutto questo insuccesso ha un solo nome, quello di Maurino.
Ne sono consapevoli tutti gli atleti, gli sponsor e soprattutto gli addetti ai lavori, che avevano puntato tempo e denaro sull’iniziativa.
Tornando alla parte sportiva, Maurino, quando arriva a poco più di 200 metri dal traguardo, va in scena la ormai solita debacle. L’uomo sceso dal colle, come da copione, si alza sui pedali, si butta alla sinistra, poi a destra della carreggiata, va nel vento e si capisce subito che la partita è chiusa, un ce la fa. 
Gli altri ormai un ci fanno più caso, cambiano persino traiettoria per lasciarlo cuocere nel suo brodo. Poi, oltrepassata la linea del traguardo, partono immediatamente le recriminazioni di Maurino, sempre uguali, come la messa cantata.
Qualcuno dice di averlo visto, dopo una delle recenti batoste domenicali, seduto per terra, gambe raccolte, le braccia strette attorno alle ginocchia, sfogando la tensione con le lacrime e ripetendosi spesso una frase singhiozzando: “Perché un vinco mai la volata?”.
Maurino, ogni sera, seduto a tavola con i suoi familiari, li rivive tutti i suoi sprint commentandoli.
«Ho fatto bene ad anticipare e scegliere di cambiare lato della strada, non volevo rischiare di restare chiuso o finire nei casini, ma battere Massimone e Attilio Nocciolini non dovrebbe essere difficile, però tutti si adoperano nel trovare il sistema di rovinarmi la festa. Secondo voi come mai?».
A questa domanda già tutti in famiglia, presi a guardare anche la pubblicità in televisione pur di non stare dietro alle sue elucubrazioni, passano oltre stando concentrati in silenzio.
 Domani, sabato, vigilia della Santa Pasqua, Maurino sarebbe mentalmente pronto per riprovare la sfida, ma il meteo non promette niente di buono e sarà per lui un’altra giornata amara, vissuta con tanta intensità negativa, in attesa dell’agognata sfida del lunedì dell’Angelo, che però dovrebbe aggiungere un’altra tacca fra le sue sconfitte.
«Sta diventando la più grande delusione della mia folgorante carriera – dice ai suoi fans Maurino – è per questo che anche nella vita di tutti i giorni non ne combino più una giusta. Metto la curcuma e lo zenzero da tutte le parti, anche nell'acqua minerale».
«Questa è ormai una questione che potrebbe segnare in negativo la mia carriera sportiva. Fino alla volata -sostiene il velocista -  conduco un allenamento intelligente e perfetto. Sto a ruota, non tiro mai, ma allo sprint rimango sempre chiuso fra qualche ciclista che lo fa a posta di non farmi passare e la cosa mi sta facendo stare male. L'hanno capito che posso vincere, e mi fanno sfuggire delle occasioni incredibili. Tutto questo mi inquieta».
La bicicletta, come tutti gli sport, quando si iniziano a praticare a tarda età, non fanno bene se non vissuti con il giusto spirito. 
Maurino in primo piano. Poi, da sinistra: Loris Topini e Aladino il tipografo

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I personaggi sono veri, le storie tutte inventate (abbastanza).