Con "Viva più che mai" Andrea Vitali ha mandato in libreria un romanzo davvero appassionante
Andrea Vitali, uno scrittore
che appena esce in libreria vado immediatamente ad acquistare la sua ultima
fatica. Abbiamo raggiunto un accordo, lo intervisto a libri alterni. Con “Viva
più che mai” sono tornato a scambiare qualche opinione con il medico di Bellano, e l’intervista è venuta
fuori immediatamente.
Una notte di quelle che non va per
il verso giusto, un contrabbandiere molto improvvisato e qualche scomoda verità
di troppo. Se non lui, chi? Si chiese il
Dubbio. A chi altri poteva andare a raccontare quello che era successo? Quello
che aveva visto? Lui solo. Ma dormiva. La finestra di casa sua era buia. Per
forza, così a occhio saranno state le tre, tre e mezza. Tuttavia il Dubbio
sentì che non poteva fare altrimenti. Scrutò per bene la fila dei campanelli.
Poi, presa la mira, calcò l’indice destro sul bottone e udì in sottofondo il dlin
dlon del citofono che avrebbe svegliato il dottor Lonati. Dubbio è il
soprannome che hanno dato a Ernesto Livera, e si addice bene alla sua indole un
po’ tentennante. Di solito, infatti, l’Ernesto si lascia prendere
dall’indecisione. Una certezza, però, l’ha molto chiara: dai carabinieri è
meglio stare alla larga. Perché di «mestiere» fa il contrabbandiere. Avrebbe
fatto altro nella vita, ma tant’è, ora campa traghettando stecche di sigarette
dalla Svizzera, magari di notte, con una barchetta a motore, bep-bep-bep. E
proprio stanotte, con la prua della barchetta, ha urtato il cadavere di una
donna. L’ha tirato a riva, poi è andato a chiamare un suo cliente fidato, il
medico di Bellano, il dottor Lonati, perché, appunto, lui dai carabinieri
preferisce non presentarsi. Ma il mattino dopo, alla riva, il cadavere non si
trova più. Eppure Ernesto l’ha visto bene, anche se adesso gli sorge il… dubbio
di esserselo sognato. E il dottor Lonati lo sa che Ernesto soffre di questo
tipo di allucinazioni fin da quando era un ragazzino. Forse dovrebbe cercarsi
un lavoro più regolare. E magari una fidanzata. Il lago però non mente;
nasco
Il Dubbio, personaggio davvero completo per le sue assurdità, lei come
lo definirebbe?
“Il classico bambino che non
cresce mai, o che forse non vuole crescere e abbandonare il fascinoso mondo
dell'infanzia con le sue scoperte e le sue illusioni”.
E se vivesse nel 2017 che uomo sarebbe?
“Potrebbe anche vestire i miei
stessi panni e sarebbe un sopravvissuto a un " mondo piccolo " che
riassumeva in sé quello grande”.
Nel dottor Lonati invece quanto c’è di Andrea Vitali?
“Poco per quanto riguarda l'esperienza
pratica e reale, qualcosa invece per quanto concerne l'approccio umanistico
all'altro e il tentativo di comprendere e anche giustificare”.
Trovo questo romanzo davvero appagante, non crede di aver dato una
svolta al suo modo di scrivere?
“Non lo so, non penso mai
criticamente, piuttosto mi lascio coinvolgere dalla storia, dai personaggi che
via via nascono e prendono piede e dagli sviluppi che quotidianamente si
offrono. Certo Viva più che mai è stato un lavoro impegnativo ma non mi sento di
affermare che possa essere un punto di non ritorno”.
A Bellano, nel suo paese delle ex 18 osterie di un tempo, cosa accade
di bello o di brutto?
“Di bello accade che una nuova
amministrazione giovane e di belle speranze crede nella possibilità di rianimare
un paese che nel corso degli anni, per colpe che non possono essere attribuite
solo agli uomini, ha imboccato una brutta strada, quella della morte lenta”.
Quanti “mangiavino” ci sono in circolazione?
“Sempre meno consensualmente alla
sparizione delle osterie e al proliferare degli aperitivi vari la cui filosofia
è in netto contrasto con quella dei mangiavino di tradizione”.
Ma nei paesi limitrofi di Bellano lei quanto viene corteggiato per
inserire personaggi e luoghi nei suoi racconti?
“Poco, forse perché ciascuno è
geloso delle proprie storie e attende chi le racconti. Ciò che lei immagina, mi
accade più frequentemente oltre confine, lontano da qui, e a volte ne
approfitto”.
Gli attenti lettori di Andra Vitali, come me hanno capito
a cosa si riferisce.
Rossano Scaccini
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