venerdì 6 gennaio 2017

Con "Viva più che mai" Andrea Vitali ha mandato in libreria un romanzo davvero appassionante

Andrea Vitali, uno scrittore che appena esce in libreria vado immediatamente ad acquistare la sua ultima fatica. Abbiamo raggiunto un accordo, lo intervisto a libri alterni. Con “Viva più che mai” sono tornato a scambiare qualche opinione con il medico di Bellano, e l’intervista è venuta fuori immediatamente.
Una notte di quelle che non va per il verso giusto, un contrabbandiere molto improvvisato e qualche scomoda verità di troppo.  Se non lui, chi? Si chiese il Dubbio. A chi altri poteva andare a raccontare quello che era successo? Quello che aveva visto? Lui solo. Ma dormiva. La finestra di casa sua era buia. Per forza, così a occhio saranno state le tre, tre e mezza. Tuttavia il Dubbio sentì che non poteva fare altrimenti. Scrutò per bene la fila dei campanelli. Poi, presa la mira, calcò l’indice destro sul bottone e udì in sottofondo il dlin dlon del citofono che avrebbe svegliato il dottor Lonati. Dubbio è il soprannome che hanno dato a Ernesto Livera, e si addice bene alla sua indole un po’ tentennante. Di solito, infatti, l’Ernesto si lascia prendere dall’indecisione. Una certezza, però, l’ha molto chiara: dai carabinieri è meglio stare alla larga. Perché di «mestiere» fa il contrabbandiere. Avrebbe fatto altro nella vita, ma tant’è, ora campa traghettando stecche di sigarette dalla Svizzera, magari di notte, con una barchetta a motore, bep-bep-bep. E proprio stanotte, con la prua della barchetta, ha urtato il cadavere di una donna. L’ha tirato a riva, poi è andato a chiamare un suo cliente fidato, il medico di Bellano, il dottor Lonati, perché, appunto, lui dai carabinieri preferisce non presentarsi. Ma il mattino dopo, alla riva, il cadavere non si trova più. Eppure Ernesto l’ha visto bene, anche se adesso gli sorge il… dubbio di esserselo sognato. E il dottor Lonati lo sa che Ernesto soffre di questo tipo di allucinazioni fin da quando era un ragazzino. Forse dovrebbe cercarsi un lavoro più regolare. E magari una fidanzata. Il lago però non mente; nasco
nde segreti inconfessabili, e quando decide che è il momento di rivelarli, non ci sono dubbi che tengano. Viva più che mai racconta una storia sorprendente e misteriosa. Tra momenti assurdi di paese, coincidenze e colpi di scena, Andrea Vitali scioglie una matassa che ingarbuglia il presente con il passato, la riva di qui con quella di là del lago di Como, fino a chiarire la verità dei fatti.
Il Dubbio, personaggio davvero completo per le sue assurdità, lei come lo definirebbe?
“Il classico bambino che non cresce mai, o che forse non vuole crescere e abbandonare il fascinoso mondo dell'infanzia con le sue scoperte e le sue illusioni”.
E se vivesse nel 2017 che uomo sarebbe?
“Potrebbe anche vestire i miei stessi panni e sarebbe un sopravvissuto a un " mondo piccolo " che riassumeva in sé quello grande”.
Nel dottor Lonati invece quanto c’è di Andrea Vitali?
“Poco per quanto riguarda l'esperienza pratica e reale, qualcosa invece per quanto concerne l'approccio umanistico all'altro e il tentativo di comprendere e anche giustificare”.
Trovo questo romanzo davvero appagante, non crede di aver dato una svolta al suo modo di scrivere?
“Non lo so, non penso mai criticamente, piuttosto mi lascio coinvolgere dalla storia, dai personaggi che via via nascono e prendono piede e dagli sviluppi che quotidianamente si offrono. Certo Viva più che mai è stato un lavoro impegnativo ma non mi sento di affermare che possa essere un punto di non ritorno”.
A Bellano, nel suo paese delle ex 18 osterie di un tempo, cosa accade di bello o di brutto?
“Di bello accade che una nuova amministrazione giovane e di belle speranze crede nella possibilità di rianimare un paese che nel corso degli anni, per colpe che non possono essere attribuite solo agli uomini, ha imboccato una brutta strada, quella della morte lenta”.
Quanti “mangiavino” ci sono in circolazione?
“Sempre meno consensualmente alla sparizione delle osterie e al proliferare degli aperitivi vari la cui filosofia è in netto contrasto con quella dei mangiavino di tradizione”.
Ma nei paesi limitrofi di Bellano lei quanto viene corteggiato per inserire personaggi e luoghi nei suoi racconti?
“Poco, forse perché ciascuno è geloso delle proprie storie e attende chi le racconti. Ciò che lei immagina, mi accade più frequentemente oltre confine, lontano da qui, e a volte ne approfitto”.
Gli attenti  lettori di Andra Vitali, come me hanno capito a cosa si riferisce.
Rossano Scaccini
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