venerdì 13 gennaio 2017

LOVE & THE CITY - UN ROMANZO INTENSO DI LIDIA DI SIMONE

Castiglione della Pescaia è stata la meta di un bellissimo giro in Toscana, mi ricorda molto le mie origini abruzzesi, il mio bellissimo paese – Penne - simile a tanti borghi toscani. Sarebbe bello ambientarci una storia, magari un giallo.
Inizio dai saluti. Dopo che le ho rivelato dove abitavo, Lidia Di Simone, giornalista, che lavora per il magazine Focus Storia, e prima di approdare nella grande famiglia dei mensili di Focus ha fatto la reporter agli spettacoli e in cronaca, ha scritto di attualità, musica, cinema, costume, ma anche di economia sindacale, ha lavorato in tv come autrice, mi saluta con quel comento sul mio paesello. Rientro nei ranghi, e vi parlo di Love & the city.
Amanda, detta Maddie, non ha ancora trent’anni e un corpo da atleta. Lo era davvero, fino a pochi anni fa, quando un SUV l'ha investita, una sera, mentre si allenava, mettendo fine alla sua carriera. Maddie era l’astro nascente delle Olimpiadi di Londra, dove secondo tutti i pronostici sarebbe arrivata sul podio più alto: purtroppo, invece di correre gli 800 come una gazzella, ha dovuto prendere in mano la sua vita e giocare una nuova mano con le carte che il destino le ha riservato. Si è laureata in architettura e adesso sta per iniziare una nuova carriera – anche se per ora solo come stagista – in un prestigioso studio londinese (che somiglia molto a quello di Norman Foster, affacciato sul Tamigi).
Qui Maddie incontra due persone che cambieranno il suo destino: la cinese Eli Ching, che commissiona  agli architetti inglesi un nuovo quartiere da costruire a Shanghai, e il superboss dello studio, archistar acclamata, scozzese burbero almeno quanto affascinante: il suo nome è Alistair Wolf, Mr Wolf… Maddie ancora non sa quante sorprese le riserva la sorte, quali emozioni possano palpitare dietro le pareti di cristallo dello studio Wolf, quanto il lavoro e i sentimenti somiglino alla corsa: devi allenarti, e crederci davvero, per arrivare alla meta. Dalla timidezza nascosta sotto i suoi jeans da brava ragazza a un tailleur di Gucci mozzafiato, dall’incredibile incontro al buio al 68° piano di un grattacielo in costruzione, alla Cina, Maddie entra in un turbine di emozioni difficili da controllare. Solo allontanarsi può chiarirle le idee. E sarà a Milano che Maddie approda, nella città dove fervono i lavori per l’imminente Expo 2015, alla ricerca delle proprie radici italiane e di un nuovo equilibrio. Ma con Mr Wolf è sempre come stare su una trave sospesa nel vuoto, e senza nemmeno il casco da cantiere.
Le emozioni fortissime di un’attrazione pericolosa si uniscono alla fiaba di una ragazza coraggiosa, che non si arrende anche quando tutto sembra perduto. Al suo esordio narrativo, Lidia Di Simone ci regala una commedia romantica e freschissima, come la sua protagonista, anticonformista e piena di energia, tra lo skyline di Londra e quello, ogni giorno nuovo, della Milano dell’Expo, con i suoi scandali e i suoi sogni.

Che cosa ha di particolare per Lidia Di Simone il mondo degli architetti?
“Quando ho immaginato uno scenario per quella che doveva essere una complicata e difficile storia d’amore, ho preso in esame tante ambientazioni. Dovevo attribuire ai miei protagonisti un lavoro e ho pensato a qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare. Nutro una vera passione per l’architettura, e non parlo solo di grattacieli, ma dei grandi geni, da Michelangelo a Renzo Piano, che con il loro talento hanno cambiato il volto alle città. Mi sembrava anche un ambito poco esplorato nei libri. E in effetti nei romanzi rosa e non solo ci sono eroine di ogni tipo, giornaliste, anatomopatologhe, commesse, botaniche, ma di architette credo che ci sia solo Amanda Grant”.
L’Expo come location è un’aggiunta al romanzo, o per lei voleva significare qualcosa di preciso?
“In verità è stata una richiesta precisa dell’editore: volevano calare il romanzo in quello che sarebbe stato l’evento dell’anno. E in effetti lo è stato, l’Expo ha avuto un grande successo e ha rilanciato Milano come meta del grande turismo internazionale. Solo che io il libro l’ho scritto prima e ho dovuto immaginare un po’ di cose. Ci è voluta fantasia e anche un pizzico di incoscienza per mettere nero su bianco qualcosa su cui nessuno avrebbe mai scommesso un soldo. Ma alla fine mi fa un enorme piacere poter dire di aver scritto l’unico romanzo italiano ambientato nell’anno dell’Expo!”.
Il coraggio della protagonista, sono casi rari, se si guarda alla vita di tutti i giorni. Lei ha una sua ricetta perché ciò avvenga?
“Io penso che il coraggio vero sia affrontare quello che la vita ti propone a viso aperto. Non sempre le carte che ti riserva il destino sono quelle buone, come ben sa Maddie, la mia eroina, che da futura stella dello sport si ritrova ko dopo un incidente. Mi piacciono i personaggi nella tormenta, strattonati dalla sorte, maltrattati dalle circostanze perché sono quelli che offrono a uno scrittore la possibilità di imbastire una storia avvincente, ricca di pathos e di colpi di scena. E poi, forse la vita non è così? Ci piacerebbe che fosse serena e tranquilla, piena di successi e di grandi traguardi, ma alla fine è una lotta. E Maddie è una lottatrice, che forse all’inizio non sa nemmeno di avere tante risorse dentro di sé, eppure prende in mano la sua esistenza, il suo talento, la sua forza interiore e se la gioca meglio che può. Sto scrivendo un nuovo romanzo che parla di una donna altrettanto coraggiosa, molto diverso dalla Maddie di Love & the city, ma con un elemento in comune: anche lei si ritrova all’inizio della storia con un bruttissimo giro di carte in mano, una sorpresa amarissima. La domanda è: riuscirà a risollevarsi? Lo scopriremo non appena avrò ben chiaro il finale”.
Quanto di Maddie è in lei? Pregi e difetti.
“Quando scrivo non parto mai da elementi autobiografici, ma certo immagino che qualcosa dello scrittore finisca sempre nel carattere dei suoi personaggi. Flaubert diceva “Madame Bovary c’est moi!”, e anche se probabilmente non ha mai pronunciato davvero questa frase, non è improbabile che nel suo personaggio più famoso avesse riversato qualcosa di se stesso. Comunque, avrei voluto essere un’atleta come Maddie, ma di certo abbiamo in comune la passione per i grattacieli (a questo proposito condivido con voi la mia foto sullo Shard, il grattacielo di Londra progettato da Renzo Piano, dove si svolge una scena del libro). Quanto ai difetti, a Maddie all’inizio manca un po’ di autostima. In questo ci somigliamo purtroppo: anch’io non so mai se quello che scrivo funziona e mi tormento un milione di volte prima di crederci veramente”.
Rossano Scaccini
Foto gentilmente concesse da Lidia Di Simone

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