Il cappello del maresciallo - un esordio vincente per Marco Ghizzoni.
Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non
solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma
pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino,
mentre l'ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il
maresciallo Bellomo e per i suoi due zelanti assistenti. Nel breve volgere di
due giorni il paese viene travolto dalla febbre dell'intrigo, che non risparmia
nessuno. Finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il
cappello...
Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con
gusto la provincia italiana, i suoi caratteri e le sue manie come in un allegro
ballo di paese.
Il cappello del maresciallo, libro d’esordio di
Marco Ghizzoni, è un romanzo in cui la sottile trama gialla
non è altro che un pretesto per fare una satira dei costumi di provincia.
Tutto parte dalla morte del personaggio più altolocato di Boscobasso- borgo
della provincia cremonese - trovato cadavere dietro la stazione frequentata, a
quell'ora, dalle prostitute, con i pantaloni e le mutande calate.
La vedova, per salvare le apparenze così importanti in provincia, ne
combinerà delle belle con l'ausilio, spesso involontario, dei carabinieri e dei
suoi compaesani.
L’autore, Marco Ghizzoni è proprio come il suo romanzo: ironico,
divertente, a volte sarcastico, e difficilmente si prende sul serio, sia come
essere umano che come scrittore.
Nella vita fa l'agente di commercio, ma come tutti ha un sogno nel
cassetto, per il momento aperto solo per metà.
Esordire come scrittore vuol dire?
“Pubblicare con un vero editore che distribuisce il tuo libro in tutte le
librerie; tutto il resto è fuffa, dal self publishing all'editoria a pagamento,
passando per le case editrici inesistenti con l'ufficio in uno scantinato
qualsiasi. Gli obiettivi o si raggiungono per davvero, con impegno e dedizione,
o si abbandonano alla prima piazzola di sosta”.
Leggendo il romanzo che si finisce in due serate, ci si imbatte in
simpatici equivoci e tanta spensieratezza, cosa si sente di aggiungere?
“Meglio parlare di assenza di giudizio. Sono convinto che il compito di uno
scrittore non sia quello di rivelare ma di svelare, e per far questo deve
indurre i lettori a trarre le proprie conclusioni tenendosi in disparte.Credo
che la satira sia in assoluto il mezzo migliore, e più divertente, per
raggiungere lo scopo”.
Rossano Scaccini
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