domenica 19 ottobre 2014

Il cappello del maresciallo - un esordio vincente per Marco Ghizzoni.

Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l'ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due zelanti assistenti. Nel breve volgere di due giorni il paese viene travolto dalla febbre dell'intrigo, che non risparmia nessuno. Finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello...
Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri e le sue manie come in un allegro ballo di paese.
Il cappello del maresciallo, libro d’esordio di Marco Ghizzoni, è un romanzo in cui la sottile trama gialla non è altro che un pretesto per fare una satira dei costumi di provincia.
Tutto parte dalla morte del personaggio più altolocato di Boscobasso- borgo della provincia cremonese - trovato cadavere dietro la stazione frequentata, a quell'ora, dalle prostitute, con i pantaloni e le mutande calate.
La vedova, per salvare le apparenze così importanti in provincia, ne combinerà delle belle con l'ausilio, spesso involontario, dei carabinieri e dei suoi compaesani. 
L’autore, Marco Ghizzoni è proprio come il suo romanzo: ironico, divertente, a volte sarcastico, e difficilmente si prende sul serio, sia come essere umano che come scrittore.
Nella vita fa l'agente di commercio, ma come tutti ha un sogno nel cassetto, per il momento aperto solo per metà.
Esordire come scrittore vuol dire?
“Pubblicare con un vero editore che distribuisce il tuo libro in tutte le librerie; tutto il resto è fuffa, dal self publishing all'editoria a pagamento, passando per le case editrici inesistenti con l'ufficio in uno scantinato qualsiasi. Gli obiettivi o si raggiungono per davvero, con impegno e dedizione, o si abbandonano alla prima piazzola di sosta”.
Leggendo il romanzo che si finisce in due serate, ci si imbatte in simpatici equivoci e tanta spensieratezza, cosa si sente di aggiungere?
“Meglio parlare di assenza di giudizio. Sono convinto che il compito di uno scrittore non sia quello di rivelare ma di svelare, e per far questo deve indurre i lettori a trarre le proprie conclusioni tenendosi in disparte.Credo che la satira sia in assoluto il mezzo migliore, e più divertente, per raggiungere lo scopo”.
Rossano Scaccini
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