Massimo Carlotto con "Il Turista" porta i suoi lettori in un nuovo mondo di fantasia
“Conosco Castiglione della pescaia, anche se non torno da qualche anno. Non
sono mai venuto d’estate ma a Pasqua. Il Cantuccio esiste ancora?”.
Dopo essermi
presentato, Massimo Carlotto, che è in libreria con “Il Turista”, uno stupendo romanzo
edito da Rizzoli, mi comincia a parlare e
fare domande su Castiglione della Pescaia e penso d’averlo aggiornato a dovere.
Il Turista è un serial killer perfetto, diverso da ogni altro. Tanto per
cominciare, non “firma” i suoi omicidi e non lancia sfide ai detective, perché
farsi catturare è l’ultimo dei suoi desideri. È un mago del camuffamento, non
uccide secondo uno schema fisso e mai due volte nella stessa città o nello
stesso Paese: per questo lo chiamano il Turista. In più, non prova empatia né
rimorso o paura, esercita un controllo totale sulla propria psicopatia. In
altre parole, è imprendibile, l'incubo delle polizie di tutta Europa. Anche il
più glaciale degli assassini, però, prima o poi commette un passo falso che lo
fa finire in gabbia. Succede a Venezia – il territorio di caccia ideale per
qualunque assassino – e la gabbia non è un carcere: è una trappola ben più
pericolosa, tesa da qualcuno che in lui ha scorto la più letale delle
opportunità. Anche Pietro Sambo ha fatto un errore, uno solo ma pagato
carissimo. Adesso, ex capo della Omicidi, vive ai margini, con il cuore a
pezzi. Poi arriva l'occasione giusta, quella per riconquistare onore e dignità.
Ma per prendere il Turista dovrà violare di nuovo le regole, tutte, rischiando
molto più della propria reputazione. Maestro riconosciuto del noir europeo,
Massimo Carlotto ci ha abituato a spingere i confini dei generi dove nessuno è
mai arrivato. Per scrivere il suo primo thriller ha fatto saltare ogni
paradigma, costruendo una macchina narrativa che non offre certezze se non
quella dell’adrenalina che mette in circolo.
“Perché Venezia è storicamente una città di spie. Vive la deriva di una
città turistica che non rispetta più i propri equilibri e poi perché mi sono
divertito a proporre percorsi alternativi nella speranza che i lettori li usino
per conoscerla”.
Nel romanzo viaggiano assieme Venezia e
questo psicopatico: che cosa li unisce?
“Venezia è una città d’arte e turistica per eccellenza. Abel Cartagena le
predilige per le sue imprese. E poi Venezia è antica quanto la psicopatia, nel
senso che Venezia è irrisolta come lo è la patologia”.
Leggendo “Il Turista” mi sono chiesto e le
giro immediatamente la domanda, ma le borse che cosa provocano?
“Nulla. Ho scoperto un caso simile di feticismo in un saggio e l’ho trovato
interessante e soprattutto inedito”.
Leggendo il libro si scopre anche la
possibilità di riscattarsi dopo uno sbaglio: nella realtà quotidiana quanto lo
ritiene possibile?
“Non ho la minima idea di quanto sia possibile, però ritengo che sia
diritto di tutti avere una seconda possibilità nella vita. In letteratura è un
tema indubbiamente affascinante”.
Rossano Scaccini
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