sabato 26 febbraio 2022

SAETTA BUSSA ALLA PORTA DI QUELLI DEL GRUPPO B

Decisione presa.

Meglio allenarsi da soli che doversi dannare a stare in scia a un nutrito gruppo di ciclisti moto assistiti e pure con procedure irregolari.

Seguirò le avventure di Quelli del Gruppo B, ma per il momento stando lontano da velocità per me proibitive.

Per uno che al momento lascia, ci sono due arrivi. Oggi, sabato vi parlo del primo e domani, se trovo il tempo per farlo della seconda, altrimenti appena possibile.

Stamattina al cancello di Dino il tipografo, location dove si ritrovano Quelli del Gruppo B, si presenta un atleta nuovo, forse qualcuno di quelli che arrivano in vacanza nei mesi estivi, ma nessuno lo riconosce.

Ne ho interpellati anche poco fa un paio di ciclisti nostrani per sapere il vero nome di questa nuova figura destinata a creare scalpore nel team, ma tutti e due mi hanno saputo solo dire altre particolarità come d’aver capito d’essere emigrato dall’hinterland milanese, residente da poco a Castiglione della Pescaia e di soprannome da giovane per il suo spunto in volata sopra la bicicletta lo avevano ribattezzato “Saetta”.

“Ho letto sui social dell’esistenza di questo Campionato. La cosa mi ha incuriosito e vorrei partecipare”.

Queste sono state le prime parole di Saetta rivolte a Attilio. L’allenatore del leader sceso dall’altopiano che è soprattutto un gran signore, una persona educatissima, senza indugiare gli da il benvenuto e presenta immediataemente tutto il plotone dei disperati.

Durante i convenevoli arrivo per un saluto e pure a me viene fato conoscere come Saetta.

Con Attilio ci guardiamo per un attimo. Sono certo che in quel momento pensavamo la stessa cosa.

Saetta contro il suo protetto, un si smette mai di essere tranquilli.

Pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina e questa è stata una di quelle volte.

Il leader al momento indiscusso e definistrato, da buon attore protagonista arriva all’ultimo istante prima del via dell’allenamento e tocca ancora a Attilio il ruolo di cerimoniere.

Il nuovo arrivato e il meglio di Quelli del Gruppo B si salutano cordialmente, ma noi che conosciamo il carattere del ciclista maremmano sappiamo che non è così.

D’ora in poi riassumo riportando la cronaca di chi ha preso parte all’allenamento, io da asociale e troppo grasso me ne sono andato da solo a fare il “Giro del Maggiorani”.

Come da copione, fra l’atleta nostrano e quello dell’hinterland milanese parte l’immancabile studio, già dai primi metri, come se ci fosse una calamita che li attrae si sono messi uno accanto all’altro. Per l’esattezza il castiglionese lo ha affiancato già al ponticino sul Valle e iniziando a parlare, ovviamente di ciclismo, ma il maremmano, da buon affabulatore lo fa senza arrivare subito al concreto con le giuste domande, cosa che invece il lombardo non perde tempo e si fa avanti.

“Ho letto sui social che lei è il patron del Campionato e le chiedo se mi può invitare a correrlo”.

A domanda diretta non arriva risposta altrettanto esplicita, anzi il ciclista allenato da Attilio tira fuori un discorso filosofico che se lo avessi sentito con le mie orecchie gli avrei fatto pure i complimenti.

Le nostre vite vanno troppo veloci e non c’è tempo per riflettere come si deve. Io questo Campionato me lo sono disegnato su misura e apro o chiudo le porte a eventuali partecipanti solo dopo che li ho studiati attentamente” .

L’uomo della Lombardia rimane giustamente stranito e cambia atteggiamento irrigidendosi e brandendo motivazioni sensate.

“Amo questo sport e adesso che sono in pensione ho il modo per affrontarlo al meglio e non ci vedo niente di male a prendere parte a una competizione come questa».

Arrivati alla fattoria di Pozzignoni, tre chilometri dal via, il ciclista leader stufo di ragionamenti campati sull’astratto si presenta ufficialmente, tirando fuori il meglio di se.

“L’ho fatto già nel recente passato e mi sono sempre trovato bene, anche quando ho buttato fuori squadra Rossano il comunale e  non vedo il motivo di cambiare adesso. Lei – rivolto al meneghino – è la prima volta che la vedo. Chissà, forse potrà gareggiare, ma non le prometto nulla. Dovrà superare un esame specifico che ha solo una particolarità, quello di convincermi che la posso battere, solo allora potrà ambire a correre, lei per migliorarsi, io per farla arrivare dietro”.

Da parte di Saetta, l’ambrosiano incredulo, arrivano piccate le sue rimostranze.

“La strada è di tutti e se sono bene accetto vengo d’ora in poi ad allenarmi con voi. Forse potrò gareggiare a Quelli del Gruppo B, ti assicuro che non lo farò tanto per esserci, ma per vincere e se non mi darai il numero correrò lo stesso”.

L’atleta della collina vicino il Bozzone lo guarda sorridendo e allunga raggiungendo Dino il tipografo.

“Quello ha detto d’essere dell’hinterland, io so dell’Inter, ma il numero per correre il Campionato lo avrà se è una schiappa. Potrà arrivare anche prima di me sul traguardo, ma se non è iscritto alla gara non contta Ho ragione vero?

Non riceve risposta, ma l’allenamento del sabato ha avuto anche una new entry femminile. A questa storia darò il giusto spazio su questo blog con un altro post.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali, ma il personaggio di Saetta e le storie tutte inventate e per essere ancora più precisi stamattina in bicicletta io e Dino il tipografo non ci siano andati.