IL CANNIBALE., IL VEGETARIANO FORSE VEGANO E LA BEFANA
La figuretta atletica che mi ha visto protagonista ieri, sabato 19 febbraio non l’ho smaltita nell’arco di tutta la giornata, anzi più passavano le ore e aumentava il senso di disappunto misto a disagio che mi ha portato a decedere di lasciare ferma la bici per oggi e spero che un giorno solo basti come stop, ma la vedo dura.
Le cause sono sempre le stesse, ma passati sia i 60 di età che i 40 di onorata carriera comunale, stamattina mi sono accorto che bisogna ragionare su quel qualcosa che non sta andando per il verso giusto. Mi spiego meglio. Fatta colazione, accendo il computer e sfogliato i giornali, mi sono trovato senza nemmeno accorgermene a portarmi avanti sul lavoro d’ufficio anziché scrivere, come sto facendo solo adesso, quelle che sono le avventure di Quelli del Gruppo B. Ci scherzo sopra, ma comincio a pensare seriamente che sia un campanello di allarme di un disagio da non sottovalutare e da tenere sotto controllo.
Tornando
all’agonismo sportivo, sebbene non aver retto l’andatura di ieri sotto i 20
km/h per scollinare al Gpm di ultima categoria sul “Colle del Chechi”, che mi
ha portato a defilarmi dall’odierno agonismo compulsivo di Quelli del Gruppo B, le
notizie dall’ambiente mi piovono addosso ed io fedelmente e facilmente riesco ragguagliare i miei oltre
mille contatti unici che seguono questa pagina ad ogni aggiornamento.
“Il
Campionato di Quelli del Gurppo B si corre – ha rivelato nel parcheggio lato Tamoil dieci minuti al via dell'allenamento il leader ideatore che
detiene il marchio di copyright dell’evento – quanti ciclisti trovo? Quelli che
per me possono bastare. Ho sete di vittoria e questo è un buon segno. Al resto
ci penseranno gli invidiosi”.
Come
si cheta, la sua affermazione viene massacrata.
“Ma
se ti sei svegliato con la sete, mica sarà perché ieri sera avrai mangiato
troppo salato?”.
Risata
collettiva, ma l’atleta che cerca sfidanti non demorde.
“Per
me non esiste l’essere appagato dal senso di vittoria, ciclisticamente parlando
sono come Eddy Merck, un cannibale che non si sazia mai di arrivare primo”.
L’elenco
delle battute sarebbe lungo da dover riportare e forse pure noioso, ma l’accostamento
al campionissimo è stato l’argomento della mattinata, dove la risposta più
educata è stata quella forse più tagliente.
“Sei
uno tendente all'essere vegetariano, forse pure vegano. Lo sanno tutti che fai colazione
con il riso in bianco e le patate lesse e se vai avanti così presto invece di
emulare il cannibale del ciclismo ti porta via in piena notte la Befana”.
Per niente appagato arriva la ciliegina sulla torta da parte dell’organizzatore dell’eventuale
Campionato.
“Oltre
che da Merck tutti quanti sapete che il mio idolo è Vincenzo Suero, un punto di
riferimento, un esempio. Cerco di prenderne spunto da tutto quello che fa
soprattutto dalle sue affermazioni”. (Questa è per gli addetti ai lavori che
gravitano su Castiglione della Pescaia).
I
troppi sfottò, che non mi posso permettere di trascrivere, stavolta hanno fatto
incupire l’ex leader in cerca di identità e per fargli tornare un briciolo di
serenità lo incalzano con la scusa di chiedergli spiegazioni perché sia così diverso dall’abitante tipo
dell’altopiano da dove è sceso, cosa che lui ammette candidamente.
“Sì,
confermo, ho tutto un altro stile, ma sono molto legato alla mia terra e alle persone che ci vivono. Siamo
gente con la testa sulle spalle, degli ottimi lavoratori. A tutti quanti loro
non piace mettersi in vetrina, io cerco invece la notorietà e di questa mia
debolezza presto ne beneficeranno pure i miei concittadini”.
Per oggi basta così.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
Personaggi e luoghi sono
reali, le storie tutte inventate.
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