sabato 5 febbraio 2022

FRASE SCANDALO: “L’IMPORTANTE E’ NON TIRARE MAI E VINCERE LE VOLATE. SE GLI ALTRI SI ARRABBIANO? SAI CHE ME NE FREGA”

da sinistra il vice capitano-allenatore e il leader unico


Trascorsi quindici giorni senza salire in bicicletta, questa mattina, sabato 5 febbraio, mi presento al cancello di Dino il tipografo, dove si ritrovano “Quelli del Gruppo B”.

Saluto collettivo e mi guardo attorno, l’ex mio capitano ancora non è arrivato, ma tutti improvvisamente smettono di parlare e mi osservano.

Penso che aspettino una mia frase per rompere il ghiaccio e li accontento.

“Sono fuori squadra, ma se andate piano come sempre e soprattutto non vi dispiace, mi alleno con voi”.

Un coro unanime approva la mia richiesta e poi vengo a sapere che il mio allontanamento non era stato approvato anche da loro, aveva fatto tutto da solo il leader autoproclamato. Lo sospettavo, ma a questo punto la cosa mi interessa meno del giusto. Sono fuori, osserverò cosa accade e se mi torna voglia di competizione posso accasarmi altrove e per dirla pure tutta, ne sarei pure felice correre per battere l’uomo sceso dal colle. Ogni tanto una rivincita ci vuole.

Loris Topini

Torna Loris Topini ad allenarsi con “Quelli del Gruppo B” e non posso fare a meno di preoccuparmi subito. Sapendo già chi doveva aggiungersi al plotone in partenza, che essendo di sette unità, ho la consapevolezza che un presagio si avvererà. Quattro ciclisti con la bicicletta motorizzata e in tre eravamo quelli senza e per essere ancora più precisi, quelli che facevano girare le ruote solo attraverso le gambe sarebbero stati il sottoscritto, il mio ex capitano e il suo vice e anche allenatore Attilio. Pensare male si fa peccato, ma spesso poi ci si indovina.

Arriva il leader e oggi con lui sono due ad urlare durante la pedalata. Sai che concerto con Loris Topini.

Pochi metri e il doppio batterizzato Loris mi dice affiancandomi che sto pedalando male, avvicino troppo la parte posteriore del piede alla ruota e la punta va all’esterno. L’altro tenore ciclistico, il "Pavarotti di noialtri" sentita la storia non si sottrae a dire la sua: “Tanto stamani a questo gli facciamo ballare il ballo del qua qua”.

Incassata la prima battutaccia, facendo uno sforzo per non mandarlo dove si meritava, comincio a pensare che forse era meglio se me ne andavo a fare un giro da solo, ma ora, visto che si doveva ballare, ho pensato, se mi staccano subito tanto meglio è la volta che fo l’offeso e l’asociale, due ruoli che mi riescono bene e vado per i fatti miei.

“Se si va a Grosseto Massimone buca, oggi allora Braccagni”.

Dino il tipografo

Il Topini sentenzia e si procede.

Resta da capire perché il motorizzato by Tommasini buchi se si presenta nella periferia grossetana e la cosa non avviene invece recandoci in un borgo del Comune capoluogo di provincia. Chiederò spiegazioni a Dino il tipografo.

Fatti strani non sono mancati neanche questa mattina a livello comportamentale-agonistico-sportivo. Un’altra cosa che mi dovrà spiegare Dino è perché i motorizzati non c'era verso di farli stare davanti.  Attilio sta al vento per i primi cinque chilometri e nonostante fossi stato parecchio fuori allenamento lo supero e vado a tirare. La situazione cambia rientrati sulla provinciale dopo Ponti di Badia. Dino, mezzo motorizzato, passa in testa, alla Bofrigor si presenta Beppe, motorizzato con batteria poco sfruttata in prima posizione e poi a Macchiascandona è la volta di Massimone che allunga con a ruota il capitano ancora senza rivali.

Falsipiani superati a velocità forsennata e si arriva al Bozzone e subito dopo alla rotonda del Lupo in un battibaleno. Braccagni la conquistiamo in pochi minuti. Speravo di trovare il passaggio a livello con le sbarre abbassate, ma mi è andata male ero già cotto a puntino.

Sosta caffè. Fortunatamente lunga nonostante fatta sul marciapiede davanti al bar sull’Aurelia, ma ci voleva proprio. Il capitano unico trova ciclisti grossetani con i quali sviscera il Campionato di Quelli del Gruppo B ed io riprendo fiato.

Rientro a Castiglione con l’uomo sceso dall’altopiano che fa un dietro motore per tutto il percorso e noi a ruota, sembravamo cicilsti di quelli raffinati.

Sono fuori squadra, ma ho chiesto ad Attilio in un momento di calma apparente, con chi avessero formalizzato la composizione dell team e lui mi ha rivelato che al momento erano in due, mi guarda e aggiunge quanto volevo sentire: “Stamattina quello lì – indicandolo con il viso che stava a dieci metri di distanza da noi affiancato al Topini e facevano a chi berciava di più - mi ha proprio fatto perdere ogni speranza. Pensa che ha detto d’aver appreso da me il comportamento vincente, cioè quello di non tirare mai e poi scatenarsi  in volata. Uno così mi porta alla gogna mediatica se la notizia esce”.

L’ho rassicurato.

“Te non ti devi preoccupare, lo scrivo sul mio blog e nell’arco di un paio d’ore la notizia l’apprendono almeno 700 persone”.

Poi c’è stata la volata che il capitano solitaroi ha voluto disputare contro i tre motorizzati, affermando convinto d'averla vinta.

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Rossano Scaccini

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