domenica 23 gennaio 2022

MAURINO VUOLE SFIDARE L'ARCHITETTO , MA SPERA CHE SUERO NON RINUNCI AL MOTORE

 

Maurino

Basta uscire con un annuncio sul mio blog e tutto il ciclismo che conta poco di Castiglione della Pescaia si mette in agitazione.

Torna il Campionato del Gruppo B? Spuntano come funghi i partecipanti.

Personalmente l’ho potuto riscontrare nella giornata di sabato, ma già durante la settimana al punto di ritrovo secondario, come giusto che sia essendo noi quelli del Gruppo B, davanti a casa di Dino il tipografo si danno appuntamento in molti. Al mio arrivo trovo un consistente numero di aspiranti, tutti sicuri partecipanti al Campionato 2022.

Una cosa l’ho subito constatata. Togliendo i “moto dotati” i ciclisti che portano a spasso il mezzo meccanico ad oggi sono tutti di livello inferiore a Maurino e questa è la strategia che l'uomo sceso dal colle sta portando avanti.

“Faremo, se occorreranno, i traials per età e quelli scarsi ce li spartiremo in parti uguali io e il mio sfidante”.

Sono state le prime parole pronunciate sabato scorso dal primo leader autocandidatosi al Campionato. Subito gli è stato chiesto chi fosse il suo competitor, ma nessuno di noi è stato edotto a tal riguardo. Mistero? La gara è in stato embrionale e potrebbe pure abortire.

Il ciclista originario di Buriano poi ha informato tutti che inizierà una dieta proprio nel giorno di domenica per colpa di una torta di tre chili che si è mangiato da solo, ma l’argomento, come giusto che sia, ha poco seguito, ancora non era stato stilato il percorso del giorno, che nonostante il freddo aveva fatto procrastinare il via di inizio fatica  non è cambiato molto dal solito giro, solo il rientro a casa è avvenuto all’ora di pranzo degli operai.

“In passato ho vinto troppo poco”

Mi dice Scheggia affiancandomi davanti al Consorzio agrario, io lo guardo per un istante e poi sorpasso a destra Massimone e lascio l’autoproclamato capitano solo con le sue elucubrazioni, ma pochi secondi dopo lo sento che prova ad informare Dino il tipografo.

“Aspetto di sapere chi mi vorrà sfidare – rivela Maurino – a febbraio ci spartiremo 4 o 5 ciclisti per ciascuno e con i miei inizierò la preparazione che prevede molti allenamenti in salita”.

A questo punto c’è stata una frenata del gruppo ed è partita la raffica di sfottò.

“Gran premio della montagna sulle Strette? O sui cavalcavia del Grilli? Oppure facciamo la cima Coppi sul ponte della supestrada di  Braccagni”.

Per Scheggia arrivano a seguire le solite e doversose dosi di imprecazioni.

Poi, essendo un gruppo consistente, una decina, cominciamo a guardarci e ci interroghiamo su chi sarà compagno di squadra di Maurino, ma a nessuno entusiasmava la cosa.

Renato

Renato per prima ha affermato: “Con uno che si mette a dieta e lo fa di domenica io non ci  voglio niente a che fare”.

Dino
Dino: “Io mangio poco, ma Scheggia è uno che a colazione ingolla patate lesse e riso, quando è troppo è troppo. Lontano da me”.


Attilio: “Se ci viene Rossano, gli facciamo da gregari noi a Maurino”.

Io: “Per principio sto sempre dalla parte del più debole e se davvero lui è il potenziale vincitore, uno come me che va piano gli ci vuole per fargli perdere punti in classifica”.

Scheggia però ha già previsto: “Massimone, Suero, il Topini, Dino, Beppe, so fuori gara hanno tutti il motore collegato alla bicicletta. Loro non potranno gareggiare per il Campionato quindi alla fine un saremo in tanti e vi consiglio di farvi avanti se volete essere dalla mia parte. Vi offro l'opportunità di salire sul gradino più alto del podio”.

La cosa impressionante è la sua convinzione dell'ottimo stato di forma e allo stesso tempo fa rabbrividire la sua certezza  che da ora in poi  vincerà da tutte le parti.

«Il 2022 sarà l’anno di Scheggia – ha detto sghignazzando sulla ciclabile che da Grosseto porta a Marina – non ho scuse perché sto facendo una preparazione invernale eccellente”.

“Chiederò al dottore di Milano che si allena con noi (85 primavere) di entrare in squadra con me. Se accetterà per lui oltre ai molti chilometri di allenamento e gare da disputare,, lo nominerò capo del mio staff medico e di tutto il team di Scheggia. A lui il compito di tenerci sotto controllo”.

Quindi la squadra è quasi fatta: Maurino capitano, Attilio vice, il dottore e il sottoscritto. Se il numero è di quattro, si potrebbe perdere tranquillamente, cosa che si verificherebbe con l’aggiunta di Renato, molto corteggiato da Scheggia, ma con uno che si definisce un  “no cibo” lui ha solo brutte parale da rivoglergli .

Poi arriva la dichiarazione che fa traboccare il vaso e avviene a poche centinaia di metri dal termine della ciclabile.

“Sono annoiato con questi allenamenti, l’adrenalina della competizione con tutti voi neanche tende a uscire allo scoperto. Non vedo l’ora di correre con il numero sul dorso, l’ho rivelato pure al mio vice e allenatore Attilio, che ha detto di essere preoccupato perché rischia, se fallisco, lo sputtanamento d’immagine”.

Tutti zitti e rassegnati, ma arriva la chiusa di Maurino: “Passerò alla storia del ciclismo castiglionese per essere il ciclista dell’anno 2022”.

Arrivati su Ponte Giorgini mi avvicino al mio nuovo capitano e lontano da orecchie indiscrete gli chiedo: “Ma chi vuoi come sfidante?”.

Un sorriso a baffo disteso e si rivela: “L’architetto”.

E aggiunge.

“Di lui ammiro la sua polivalenza è sensazionale va forte in salita, in pianura e in discesa sa disegnare bene le curve, ma me lo metto dietro senza problemi sulla linea di qualsiasi traguardo. Speriamo che accetti. Non vedo l’ora di confrontarmi con lui”.

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I personaggi ed i luoghi sono veri, le storie completamente inventate.