I ciclisti del Villini – V – Carmela e Valerio, ma anche la segretaria del notaio e la Fiorella con il Gino non scherzano.
La Carmela Bazzetti, visse i mesi del post diploma e l’inizio dell’avvenuta come imprenditrice del turismo balneare senza un momento di tregua fino ad arrivare a metà ottobre quando ombrelloni, lettini, sdraio e tutto il materiale aveva preso posto nel grande garage di casa a Poggio le Trincee. Le amicizie estive del paese, stanca sfinita la sera non le poté frequentare, ma fu ripagata di come le era andata il primo brandello di stagione lavorativa, che tolto la paga dei tre dipendenti ed i fornitori, rimase piacevolmente sorpresa di quanto le rimaneva in cassa, anche se sapeva che tutto era dovuto al padre notaio, che le aveva regalato questa avventura.
Nella cittadina costiera
della Maremma Carmela non aveva avuto in passato qualche flirt impegnativo, ma
neanche a Milano. Forse l’essere una spilungona e quasi piatta di seno non
provocava ai maschi nessuna voglia di esporsi. Fra i ragazzi liberi su piazza
non ne vedeva molti per cui valeva la pena di intraprendere qualche passo in
avanti e per quelli già impegnati, si soffermava sempre a controllare chi fosse
la donna di turno e facendo i paragoni di confronto dal lato fisico si sentiva
sempre sconfitta in partenza.
Dal capoluogo lombardo a
Castiglione della Pescaia, nell’estate del suo quindicesimo anno di età visse forse
la prima storia audace con il Valerio Pompeana, un diciannovenne viziato e
piuttosto imbranato, figlio di un ingegnere e di un’estetista amici dei suoi
genitori, che la ragazza se ne servì inizialmente solo per portarlo al suo
seguito in una festa di giovani che organizzava un associazione dove il padre e
anche quello di Valerio erano esponenti di spicco del sodalizio della Milano
bene e quella volta lei non voleva andarci da sola.
“Tu con chi vai alla serata di gala dei nostri
vecchi? Se non hai nessuna con cui hai fissato potremmo fare coppia. I nostri
genitori ci organizzano anche la mondanità, ma non posso dire sempre no, ma di
presentarmi da sola e passare da sfigata quest’anno non mi va e se non hai
nessuna potremmo presentarci in versione alta eleganza e farci coraggio”.
Valerio disse subito di
sì, aggiungendo che sarebbe passato lui a prenderla, già dandole appuntamento
per le 20:30, ma ancora mancavano 15 giorni al ricevimento.
“Questo un me lo
spiccicherò di torno fino ad allora” pensò Carmela, ma stranamente non avvenne
e puntualmente il venerdì stabilito alle 20:25 suonò il campanello del portone
di casa, facendo sapere che era arrivato e l’avrebbe aspettata lì.
La serata scorse
piacevolmente, la ragazza non ci avrebbe scommesso neanche un centesimo su
questa possibilità. Come Valerio parcheggiò all’una di notte sotto casa di
Carmela, scese per aprirle lo sportello e come la Carmela mise i piedi a terra,
senza aggiungere una parola si avvicinò baciandola delicatamente sulle labbra
per poi arrossire e fare dietrofront e salire al posto di guida e partire
facendo fischiare le ruote dell’auto.
La ragazza a quindici
anni qualche bacio fra i coetanei di classe l’aveva già dato e ricevuto, ma
quello era il primo da uno un po’ più grande e dopo che il Valerio ormai
sparito dalla sua visuale sorrise aprendo la porta dell’ascensore e rientrò a casa.
Il giorno seguente ebbe occasione più volte di rimuginare sull’accaduto ed
anche sul fatto che non avrebbe creduto così intraprendente il Valerio, un perfetto
attendente che la sera prima diligentemente era andando a prenderle da bere e l’aveva
fatta ballare quando lei manifestava il suo interesse ai brani suonati
dall’orchestra.
Niente, il ragazzo non la
chiamò né il sabato e neanche la domenica ed il lunedì all’uscita di scuola
come la vide arrossì di nuovo scappando immediatamente dalla sua visuale.
Fu lei che prese di nuovo
l’iniziativa. Dalla rubrica telefonica della mamma ritrovò il numero dei
Pompeana e al secondo squillo rispose la domestica che le passò il Valerio dopo
un lasso di tempo abbastanza prolungato, sicuramente lui era insicuro se
risponderle o meno.
“Guarda che anche se sono
minorenne non ho chiamato il centro anti violenza e neppure nessuna
associazione che difendono i bambini, a me quel bacio è piaciuto”.
Dall’altra parte silenzio
e la Carmela che cominciava ad essere già infastidita, lo mise con le spalle al
muro facendogli un breve riassunto di come erano andate le cose e mettendolo
nuovamente alla prova.
“Venerdì sera hai bevuto
solo cose senza alcol e quindi non eri ubriaco, poi hai messo le tue labbra
sopra le mie, ti ho appena rivelato che a me la cosa è piaciuta, ma se per te è
stata solo una cazzata basta che me lo dici non sei mica l’unico diciannovenne
della Milano bene in circolazione che mia mamma vuole appiccicarmi sai? Ne ha
una lista che riempie due fogli di protocollo”.
Fu allora che una frase
di senso compiuto la mise assieme il giovane “Anche a me è piaciuto, te non ci
crederai ma faccio parte di quei pochi ragazzi nati fuori moda, sono timido e
quanto ho deciso di fare venerdì per me è stato un gesto estremo e non ci ho
dormito”.
Nuovamente silenzio, ma Carmela
già stava facendosi un’idea del personaggio. Stavolta però voleva capire se era
una nuova strategia per proseguire nel suo goffo e prevedibile adescamento o
fosse davvero così imbranato di default.
“Prometto che non ti
mangio, ti va di vederci più tardi, direi verso le 17:00. Passi a prendermi?”.
Valerio rispose di sì e
riaggancio senza tanti altri discorsi.
La loro storia di baci e
qualche carezza proseguì senza altre scosse impetuose del ragazzo e alla
Carmela questo andazzo calzava a pennello. Con le compagne di classe poteva
sbandierare la sua conquista e quel suo nuovo status l’aveva anche sdoganata
agli occhi poco svegli dei molti ragazzi del liceo, che secondo la sua idea
cominciavano a guardarla con più attenzione. Da Valerio si faceva scarrozzare
in lungo ed in largo e se lo portava con sé anche nei fine settimana facendo
coppia fissa in altre occasioni conviviali, molte delle quali sarebbero state
davvero troppo noiose. Poi divenne molto presto prevedibile ed inevitabile,
Carmela piaceva ai genitori di Valerio che a sua volta era ben visto dalla
Fiorella e dal notaio Bazzetti.
Castiglione della Pescaia
era il luogo di vacanza anche di Valerio che soggiornava con la sua famiglia
nell’immobile di piazza Gramsci. A metà giugno Carmela e Valerio raggiunsero
assieme, con l’auto di lui, la località balneare ed in una delle prime sere,
passeggiando sul lungomare di via isola Clodia scesero in spiaggia mano nella
mano e come si trovarono improvvisamente soli, con gli stabilimenti balneari in
lontananza fu la ragazza che lo portò a ridosso di una duna, dove si spogliò e fu
la notte in cui decise di perdere la verginità.
La storia con Valerio
andò avanti fino al mese di novembre, quando Carmela non ne poteva più di tutta
quell’indecisione quotidiana di quel giovane uomo che le obbediva senza mai
obbiettare e durante una telefonata iniziata per concordare il programma della
giornata seguente, la ragazza aveva già deciso di liquidarlo: “Senti, sei un
bravo fanciullo, ma a me i mollaccioni insicuri dopo un po’ stufano. Non avrai
problemi a rimpiazzarmi, ma vedi di riprenderti, sei sempre più faticoso da
spronare e se non lo hai capito non sei il mio tipo. Vedi di non chiamarmi più,
organizzati con i tuoi genitori, io lo sto già facendo con i miei”.
La figlia del notaio per
cercare di respirare in famiglia cominciò ad uscire con altri due rampolli
della Milano bene e li presentò immediatamente a papà e mamma. Un paio di volte
a settimana si faceva venire a prendere e gli altri giorni si avvaleva della
scusa che avrebbero accettato per lasciarla in pace adducendo importanti
compiti da preparare per la mattina seguente.
Carmela arrivò alla
maturità da single e dopo Dario ebbe storie con altri tre giovani bellimbusti
alla moda, ma che non durarono più di tre o quattro mesi, recitando bene le
varie parti che andavano dalla storia di ragazza innamorata a quella del cuore
spezzato, tutte interpretazioni che ebbero successo.
Fiorella, dopo l’assedio
di Gino del giorno di Ferragosto torno sotto l’ombrellone del bagnino il
mattino seguente e fu accolta con uno sguardo sornione del guardaspiaggia che
era tutto un programma. La donna esordì cercando di sistemare la situazione del
giorno prima: “Oggi non è il 15 di agosto, quindi mani apposto”.
Dal cervello alla lingua a
Gino gli arrivò fulminea una frase che con il tempo si compiaceva di aver detto
a quella donna: “Possiamo far finta che sia Ferragosto tutto l’anno, magari non
lo facciamo qui. Secondo me a lei è anche piaciuto essere stata un po’ strapazzata.
Credo che sia troppo arrugginita, dobbiamo provvedere”.
Fiorella diventò rossa in
faccia più della canottiera del Gino, valutò in un istante la situazione,
creare confusione facendo emergere l’accaduto o lasciar perdere? Optò per la seconda,
che però offrì all’uomo l’opportunità di proseguire nel portare avanti le sue
convinzioni.
La donna sistemò
l’asciugamano sul lettino in modo brusco e altrettanto sgraziatamente si tolse
il vestito e si distese sbuffando.
“Sì – affermò l’uomo
addetto al salvataggio che non le aveva tolto gli occhi di dosso per un istante
– da come si spoglia è proprio arrugginita, le ci vuole un buon ripasso”.
A quel punto la mamma
della titolare del Villini, sforzandosi con un sorriso di circostanza lo prego
di andarsi a farsi fottere”.
A Gino gli aveva servito
la palla goal: “Ci sto, se lei si offre volontaria. Mi dica quando lo vuole
fare e non prendo impegni. Stasera potremmo intanto incontrarci per caso al cinema.
Venendo in spiaggia ho visto che proiettano un film romantico di quello che
piacciono alle donne come lei. Dica al notaio che vuole vederlo e mi ci trova.
Le mostro come operano i maremmani in un settore che a lei sono convinto
risveglierà certi interessi”.
Fiorella si voltò di lato
stizzita, mostrandole il lato b al Gino che con quella visuale stava per rincarare
la dose di sconcezze, ma fortunatamente le vennero risparmiate perché
dall’altoparlante Carmela il bagnino per sistemare delle persone in un
ombrellone al confine con la spiaggia libera.
Fiorella non gli rivolse
la parola per tutta la giornata e quando lui, dopo aver chiuso gli ombrelloni e
prima di lasciare il posto di lavoro nel tardo pomeriggio la incontrò vicino al
porta biciclette sul lungomare di via Roma, proseguì con il suo tampinamento,
ricordandole l’appuntamento. “L’aspetto alle nove e mezza. Sarò in galleria ad
attenderla”. Lei gli rispose di sì sorridendogli spiazzandolo ed entrò
all’interno del Villini dove prelevò la figlia per fare rientro a casa e
lasciare la commessa assieme ai clienti dello stabilimento che si volevano
godere il tramonto in spiaggia.
Il notaio con la
segretaria trascorsero tutto il pomeriggio a casa. Lui si sistemò in una
poltrona del giardino a leggere le notizie che nei quotidiani aveva tralasciato
al mattino tenendo in sottofondo la televisione accesa sintonizzata su un
canale die news non stop e la donna si sistemò nella camera di Carmela dove si
addormentò nel letto accanto a quella della titolare del Villini svegliandosi
attorno alle 20:00. Prima di lasciarla riposare il suo titolare le aveva fatto
vedere dove trovare asciugamani biancheria e qualche vestito della Carmela che
forse le poteva andare bene, ma prima di nascosto aveva chiesto alla figlia il
consenso, che dopo un breve riassunto della storia non obiettò.
Quella sera nessuno aveva
intenzione di cenare. Carmela era stanca e fatta la doccia salutò tutti andando
a dormire. La Beatrice ed il notaio dopo il pranzo al ristorante optarono per
una bevanda presa in frigo e seduti nel terrazzo continuarono a parlare
osservando dall’alto il mare e Fiorella alle 21 si presentò davanti al marito
con un vestito in pizzo bianco con l’abbronzatura metteva in risalto importanti
zone scoperte del suo corpo di cinquantenne ben portati.
“Se nessuno vuole mangiare
io vado al cinema, Beatrice vuoi venire con me? Ti premetto che la pellicola è
di un romantico devastante e non so se la cosa è di tuo gradimento”.
L’ospite rifiutò
garbatamente l’invito e dopo qualche istante la padrona di casa a piedi raggiunse
la parte alta del borgo medievale di Castiglione della Pescaia, attraversò
piazza Solti e scese la scalinata di via Italo Calvino raggiungendo il cinema
all’aperto.
Gino dopo una frugale
cena torno a sistemarsi in bagno, indossò un paio di pantaloni bianchi al
ginocchio, una polo gialla canarino e fu uno dei primi ad entrare nell’arena
estiva prendendo posizione, come anticipato alla Fiorella all’inizio della fila
di poltroncine vicino alla balaustra che delimitava l’accesso fra la parte
superiore a quella inferiore del salotto all’aperto.
Come vide arrivare la
madre della sua titolare si confuse a suo discapito. Alzandosi dal suo posto,
invece di lasciare il passo a Fiorella, si spostò nella poltrona accanto
lasciando alla donna il privilegio di stare vicino alle scale dove poter
distendere meglio le gambe.
Non ebbero il tempo di
iniziare neanche un discorso, si spensero le luci e sull’immenso telo
iniziarono a passare i trailer dei film in programma nei giorni seguenti e subito
dopo partì la proiezione del film.
Gino era rimasto
inebetito dal “buonasera” pronunciato con un sorriso davvero imponente di
Fiorella e come l’ebbe accanto il suo profumo lo mise subito in agitazione.
Quello era il segnale, pensò. Doveva e voleva passare all’attacco. Le
schermaglie amorose, secondo lui, erano state chiare sotto l’ombrellone del
bagnino del “Villini” e adesso era il momento di farsi avanti.
A quel pensiero non se ne
aggiunsero altri perché Fiorella trascorsi alcuni attimi dall’inizio del film
gli piantò una gomitata precisa sui genitali, guardandolo compiaciuta nel suo
immediato abbassare il busto con i denti che mordevano una mano per non urlare.
La donna senza degnarlo di uno sguardo si alzò e lasciò il locale.
La Beatrice arriva il
mattino seguente al “Villini” affianco del suo capo indossando un costume di
Carmela, un bikini rosso e prendono posto pure loro sotto l’ombrellone del
Gino, che aveva trascorso una nottata molto agitata oltre che dolorante cercando
di capacitarsi su cosa era successo e soprattutto il motivo di tale
comportamento di Fiorella. Lui, che era già pronto ad ingrandire una probabile
storia con la madre della sua titolare che sarebbe presto diventata di dominio
pubblico fra i castiglionesi, ma da quel giorno per lui fu solo un insuccesso
annunciato che Fiorella seppe gestire.
“Gino che cosa le è
successo la vedo camminare male? Ha problemi ad un piede? Se si vergogna
l’accompagno io dal nostro cliente, l’ortopedico di Bologna che è con la sua
famiglia in seconda fila”.
Al dolore fisico del
bagnino si aggiunse la presa in giro della Fiorella che esordì arrivando
all’ormai affollato ombrellone rosso indossando un nuovo costume comprato la
sera prima. La donna passando per il corso del paese decise di fare acquisti
prima di risalire verso casa dalla parte di piazza Gramsci.
Finite le parole di
circostanza e volutamente provocatorie nei confronti del Gino, la Fiorella
incurante di un’eventuale risposta, che però non arrivò, sposto il suo lettino,
mettendolo a poca distanza del bagnasciuga.
® Riproduzione riservata.
I luoghi sono veri ma presi in prestito per dare continuità alla storia che è
completamente di fantasia come i personaggi.
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