I ciclisti del Villini III – Paride Dettacci e Fiorella Zagani in Bazzetti
“Qui ci si sta proprio bene e potremmo continuarci a venire finche non chiude” Proposta lanciata dal Paride, che ebbe immediatamente l’assenso dai sui amici pedalatori e nel tempo e con qualche avvenimento vissuto in quella location arrivarono a definirsi “I ciclisti del Villini”.
L’agosto ciclistico
proseguì con un consistente gruppo di atleti che si sfidavano sulle strade
della Maremma partendo ed arrivando a Castiglione della Pescaia. Allenamenti
della lunghezza attorno ai cento chilometri con rientro dopo aver pedalato al
massimo quattro ore quando le campane del borgo medioevale suonavano il
mezzogiorno e per tutti gli atleti scattava la ritirata verso casa.
Rodolfo Gentilini tornò con gli amici più fidati del gruppo dei ciclisti vacanzieri al Villini per instaurare un rapporto con la Carmela e come i dialoghi presero una certa consistenza, almeno secondo lui, decise di avventurarsi da solo all’interno dello stabilimento e lanciarsi alla conquista. Purtroppo arrivato a fine mese non aveva fatto grandi progressi, anzi alle due proposte di invito serale fatte alla Carmela ricevette altrettanti no convinti, cosa che invece non era successa alla moglie dell’infermiere, dove all’interno del campeggio in una delle prime mattine, dopo aver lasciato i figli agli animatori e salita nella veranda del bar conobbe Dario Gialdelli, un informatico bolognese, dieci anni meno di lei, che era in vacanza con alcuni amici. Il loro primo incontro avvenne nel modo più innocente. I tavoli per fare colazione erano tutti occupati e lei ne aveva preso uno tutto da sola. Dario quella mattina si era alzato prima dei suoi compagni di vacanza e si anticipò per la colazione. Chiese a Giovanna di ospitarlo e lei senza nemmeno degnarlo di uno sguardo gli rispose di sì, ma solo dopo che lui le domandò se poteva sfogliare il suo giornale economico, mentre lei leggeva l’inserto fissò il suo compagno di tavolo. Dario le sorrise immediatamente e recepita l’attenzione della donna si sporse per darle la mano e presentarsi.
L’uomo con una
carnagione bianchissima tendente al rosso, dopo le prime focate di sole prese
nei due precedenti giorni di vacanza, si giustificò immediatamente leggendo nel
pensiero della donna, andandole a spiegare il suo status del momente. “Ogni anno è così, vengo al
mare, mi brucio e quando riparto sono spellato e basta. Una tortura, ma a queste
quattro settimane in spiaggia proprio non ci rinuncio”.
La conversazione poi
prese la direzione su argomenti finanziari dove la Giovanna era per
deformazione professionale molto preparata e Dario non esitò a farle domande su
alcuni investimenti che la sua banca gli aveva proposto e accettato.
Rassicurato sulla bontà di quanto firmato, gli argomenti di approccio
cambiarono, entrando nel personale. Lui un single e lei sposata con marito in
bicicletta e figli lasciati all’animazione, alla proposta lanciata dall’uomo di
raggiungere assieme la spiaggia la donna rispose di sì senza esitare.
In quelle poche centinaia
di metri Dario si presentò meglio agli occhi di Giovanna, facondo venire fuori
le sue passioni musicali, dove il blues la faceva da padrone e la smisurata
attenzione che aveva per i musei lo facevano spesso sembrare un giovane con
tendenze snob cosa che a lui non interessava.
La moglie del ciclista in
ambito musicale era molto più nazionalista e amava il mondo del cantautorato
italiano, ma come Dario le offrì una cuffia del suo auricolare, la posizionò
all’interno dell’orecchio e prima di premere su play dell’app aggiunse
guardandola: “Questa sarà la nostra canzone”.
Una situazione al limite
del paradossale pensò Giovanna, stava accettando il corteggiamento di uno
sconosciuto che voleva avventurarsi in un gioco di sesso, ma invece di finirla lì, come aveva fatto con il medico amante
aretino, decise che quella sarebbe stata nuovamente la giusta ricompensa per il continuo atteggiamento
di trascuratezza che le riservava il marito e decise di tradirlo anche con l'informatico e da preda passò a condurre il gioco. Un’ora
dopo i due erano all’interno del bungalow dove chiusa la porta lei si tolse il
pareo e assieme a quello caddero sul pavimento le due parti del bikini.
Fiorellla Zagani in
Bazzetti era la mamma di Carmela e moglie del notaio Giacomo. Maestra già in eta da pensione ma continuava a lavorerper hobby e non era una brava insegnante.
Quando si imbatteva nei bambini più irrequieti perdeva spesso la pazienza e
doveva intervenire la collega con cui era di turno all’interno della scuola
privata. Se fosse stata sotto la presidenza di un istituto pubblico forse
avrebbe avuto qualche problema in più, ma della fondazione che gestiva quel
plesso scolastico ne faceva parte anche il marito, che l’aveva fatta assumere e
quindi non avrebbe rischiato niente fino al giorno della pensione.
La mamma di Carmela in
spiaggia andava tutte le mattine e ci restava fino al tardo pomeriggio. Il
marito doveva arrangiarsi per il pranzo spostandosi, spesso da solo, nei vari ristoranti della
zona, situazione normale anche in Lombardia dove si spostava in quello a pochi
metri dallo studio. La maestra aveva preso posto nell’ombrellone del Gino il
primo bagnino del Villini gestione Carmela, che gioco forza si adeguò alla
situazione, ma non la gradiva perché da solo poteva fregarsene della clientela che negli anni stava diventando sempre più esigente.
Alla Fiorella non
riusciva bene fare amicizia in generale, neanche con le mogli degli amici del
marito, era una solitaria e la prima persona con cui instaurò un rapporto
colloquiale accettabile a Castiglione della Pescaia fu con Paride Dettacci il
ciclista più longevo del paese.
Il loro approccio lo
instaurò maldestramente l'atleta. Girandosi con la tazzina del caffè in mano
per controllare se arrivavano i suoi più fedeli amici si scontro e piazzò il suo
gomito nel costato della donna che indietreggiò impaurita. L’uomo si imbratto
la t-shirt di caffè compreso dei tre cucchiaini di zucchero aggiunto, ma dopo un
iniziale imbarazzo, chiese scusa e con i suoi metodi gentile alla donna e le
propose di berne un altro assieme. Lei, prese alla sprovvista e sotto gli occhi
di tutti i presenti nella pedana del Bagno Villini accettò.
Un orzo in tazza grande
per la maestra e un espresso per l’ex muratore-impresario Paride. Lo sorseggiarono
tranquillamente seduti al tavolo davanti al bar dove furono serviti per l’occasione
dalla Carmela che aveva assistito alla scenetta di qualche istante prima preoccupata
per l’imminente e probabile scatenarsi di male parole nei confronti di quell’anziano
signore da parte di sua madre, ma fortunatamente la cosa non si concretizzò.
Paride era bravo a fare conversazione e anche con la maestra ottenne da subito la sua attenzione. “Io ho murato da tutte le parti qui a Castiglione della Pescaia” furono le prime parole dell’uomo dopo i convenevoli e scoperto che quella donna era la mamma di Carmela prosegui facendo un rapido giro di presentazioni tutte fatte secondo il suo criterio indicando i suoi amici che assieme a lui avevano iniziato a frequentare quella struttura. Poi si mise nuovamente al centro dell’attenzione. “Pensi che ho smesso da 15 anni di fare il muratore, ma ancora l’odore di calcina per me è come il viagra un eccitante che mi risveglia la voglia di lavorare, ma poi desisto”. L’insegnante prese l’occasione al volo chiedendogli di andare a vedere una parete di casa che stava prendendo l’umido e non esitò a reclamare un primo ipotetico preventivo.
“Dopo che ho attaccato la
mestola al chiodo, anche a casa mia faccio venire la gente giovane a lavorare.
Nella mia vita di muratore-impresario ho guadagnato abbastanza per me, per mia
moglie e per altre tre generazioni di nipoti. Quando ho detto basta, ho buttato
tutto, ma certe cose come l’odore della calcina non si dimenticano come lo
sguardo delle belle donne”.
Paride voleva fare un
complimento alla mamma di Carmela che recepì, ma al momento le interessava la
versione muratore dell’uomo e incassato il diniego sull’eventuale lavoro da
realizzare non si perse d'animo e gli
chiese bruscamente nominativi e numero di telefono delle ditte alle quelli lui
si rivolgeva, cosa che però non ottenne in quanto nel suo cellulare con un
nuovo numero preso al momento del pensionamento teneva solo pochi numeri e
nessuno collegabile al suo ex lavoro, ma solo familiari e ciclisti. "Ai lavori di casa ci pensano mia moglie e le figlie, io sono un pensionato e basta".
® Riproduzione riservata.
I luoghi sono veri ma presi in prestito per dare continuità alla storia che è
completamente di fantasia come i personaggi.
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