domenica 23 gennaio 2022

MOMENTI DI TENSIONE AL BOZZONE


 Domenica 23 gennaio, “Quelli del Gruppo B” si sono spostati al ritrovo ufficiale, lato parcheggio Tamoil, ma dopo il gran numero di partecipanti del sabato, ci siamo ritrovati solo in tre. Il sottoscritto, il capitano Maurino e il suo vice Attilio. Gli altri sono tutti di almeno un livello superiore a noi, ma anche due.

Pronti, via, Scheggia sparisce assieme ai ciclisti veri. Con Attilio ci siamo guardati, ma non mi sono trattenuto.

“Fa un freddo becco, so venuto per farlo contento e quel personaggio  che fa? Neanche ci considera? 

Attilio, molto più diplomatico, lascia perdere e ci diamo il cambio regolarmente fino al Bozzone, dove è un programma una gara ciclistica.

Sarà stata la stanchezza, il gelo e forse era l’ultimo dei nostri pensieri, ma nel fermarci ad assistere alla partenza della gara, nelle prime file, scorgiamo sia Maurino che Suero.

Guardo Attilio cercando una sua spiegazione. E’ l’allenatore di Scheggia, senza aprire bocca allarga le braccia. Traggo immediatamente le conclusioni.

L’uomo di piazza Lampedusa, aveva messo assegno il primo colpo dell’anno. Appena visto arrivare Maurino nell’area partenza e rassicurato dalla nostra assenza, gli propone con tono convinto: “Perché non ti iscrivi? Io l’ho appena fatto. Qualche chilometro a ritmo gara ti potrebbe essere utile per il Campionato”.

Sarà stata l’aria di casa, il tono bonario di Suero, ma ci è cascato subito.

Maurino lancia la bici su di un muretto dove il velocipede  si ferma senza cadere a terra e con 10 euri in mano va a cercare dove segnarsi e prendere il numero da mettere sul dorso.

Da quel momento scoppia il casino.

Trovato l’organizzatore capo, Scheggia gli chiede di iscriverlo alla svelta, ma la risposta ricevuta non gli piace ed alza la  voce.

“Qui si fanno discriminazioni - ha urlato - a Suero lo hai iscritto e a me no? I miei soldi so come i suoi”.

Nell’ordine tutto lo staff dell’organizzazione e anche quattro fa mogli e fidanzate dei ciclisti in gara, poi Adriano, il figlio di Attilio, lo stesso suo allenatore, tutti a dirgli che era stato oggetto di una presa in giro da parte di Suero. Le iscrizioni si potevano fare solo online e lui, da cibernetico incallito queste cose le doveva sapere.

Accusata la figuretta, il burianese inforca nuovamente la bici, si porta a pochi metri da Suero fissandolo senza pronunciare una parola, ma ad Attilio che lo raggiunge per portarlo fuori dal gruppo di ciclisti veri, gli dice: “Se parte lui, lo faccio pure io”.

E non si sposta di un millimetro.

La sceneggiata dura fino a pochi attimi dal via quando Suero scappa con altri atleti e Maurino mestamente si vede costretto a guadagnare il ciglio strada moralmente abbattuto.

Detto ciò, anche oggi mi sono divertito uscendo in bici con  Maurino e Attilio. Poi ci ha riportato a casa Marco Saletti.

© Riproduzione riservata.

I personaggi ed i luoghi sono veri, le storie completamente inventate.