MOMENTI DI TENSIONE AL BOZZONE
Domenica 23 gennaio, “Quelli del Gruppo B” si sono spostati al ritrovo ufficiale, lato parcheggio Tamoil, ma dopo il gran numero di partecipanti del sabato, ci siamo ritrovati solo in tre. Il sottoscritto, il capitano Maurino e il suo vice Attilio. Gli altri sono tutti di almeno un livello superiore a noi, ma anche due.
Pronti,
via, Scheggia sparisce assieme ai ciclisti veri. Con Attilio ci siamo guardati,
ma non mi sono trattenuto.
“Fa
un freddo becco, so venuto per farlo contento e quel personaggio che fa?
Neanche ci considera?
Attilio, molto più diplomatico, lascia perdere e ci diamo il cambio regolarmente fino al
Bozzone, dove è un programma una gara ciclistica.
Sarà
stata la stanchezza, il gelo e forse era l’ultimo dei nostri pensieri, ma nel
fermarci ad assistere alla partenza della gara, nelle prime file, scorgiamo sia Maurino che
Suero.
Guardo
Attilio cercando una sua spiegazione. E’ l’allenatore di Scheggia, senza aprire
bocca allarga le braccia. Traggo immediatamente le conclusioni.
L’uomo
di piazza Lampedusa, aveva messo assegno il primo colpo dell’anno. Appena visto arrivare Maurino nell’area partenza e rassicurato dalla nostra assenza, gli propone con tono convinto: “Perché
non ti iscrivi? Io l’ho appena fatto. Qualche chilometro a ritmo gara ti
potrebbe essere utile per il Campionato”.
Sarà
stata l’aria di casa, il tono bonario di Suero, ma ci è cascato subito.
Maurino
lancia la bici su di un muretto dove il velocipede si
ferma senza cadere a terra e con 10 euri in mano va a cercare dove segnarsi e
prendere il numero da mettere sul dorso.
Da
quel momento scoppia il casino.
Trovato
l’organizzatore capo, Scheggia gli chiede di iscriverlo alla svelta, ma la risposta
ricevuta non gli piace ed alza la voce.
“Qui
si fanno discriminazioni - ha urlato - a Suero lo hai iscritto e a me no? I miei soldi so
come i suoi”.
Nell’ordine
tutto lo staff dell’organizzazione e anche quattro fa mogli e fidanzate dei
ciclisti in gara, poi Adriano, il figlio di Attilio, lo stesso suo allenatore,
tutti a dirgli che era stato oggetto di una presa in giro da parte di Suero. Le
iscrizioni si potevano fare solo online e lui, da cibernetico incallito queste
cose le doveva sapere.
Accusata
la figuretta, il burianese inforca nuovamente la bici, si porta a pochi metri
da Suero fissandolo senza pronunciare una parola, ma ad Attilio che lo raggiunge
per portarlo fuori dal gruppo di ciclisti veri, gli dice: “Se parte lui, lo
faccio pure io”.
E
non si sposta di un millimetro.
La
sceneggiata dura fino a pochi attimi dal via quando Suero scappa con altri
atleti e Maurino mestamente si vede costretto a guadagnare il ciglio strada moralmente
abbattuto.
Detto
ciò, anche oggi mi sono divertito uscendo in bici con Maurino e Attilio. Poi ci ha riportato a casa Marco Saletti.
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Riproduzione riservata.
I
personaggi ed i luoghi sono veri, le storie completamente inventate.
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