giovedì 12 luglio 2018

MAURINO, DEVOTO A SAN GENNARO, SPERA CHE CON LA SUA BENEDIZIONE A FINE ESTATE DI BATTERE VINCENZO SUERO



«Vorrei urlare e alzare le mani vincendo la volata, mettendo finalmente dietro Vincenzo Suero. Spero di riuscirci prima della fine dell’estate»
Maurino lo dice candidamente al bar dei ciclisti durante un pomeriggio estivo molto appiccicoso.
«Esultare vedondo la smorfia di sofferenza del mio avversario di piazza Lampedusa, non avrebbe prezzo, sarei disposto a tutto, anche a smettere di mangiare curcuma e zenzero».
I protagonisti della vicenda sono appunto Maurino e Vincenzo Suero. L’atleta sceso dalla collina e il baffo di ponte Giorgini.
Poi, i più maligni, seduti al tavolo, nell’attesa di qualche folata di maestrale, non perdono l'occasione di pungolare Maurino chiedendogli altri dettagli della sua ipotetica e programmata vittoria in volata, studiata scientificamente, con l'ausilio di ricerche eseguite su internet.
«Tra di noi non ci risparmieremo niente, anche qualche contatto, di sicuro lui mi manderà a quel paese, ma le volate io le intendo così. Non lo vorrò far passare e al torrione di Vignamurata io primo e lui secondo».
Calandosi nella parte, Maurino va di fantasia anche sul suo dopo gara.
«Mi saranno scoppiate le gambe dopo aver oltrepassato la striscia dell'arrivo – racconta bevendo il suo classico caffè immerso nella tazzina di vetro – ma mi ero messo immediatamente dietro Vincenzo Suero quando è partito lungo, non ho esitato un attimo e siamo arrivati assieme a pochi metri dal traguardo. Poi, come accade anche al sangue di San Gennaro, anche a me, negli ultimi cento metri, le gambe mi si sono sciolte e non c'è stata storia».
Rossano Scaccini
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I personaggi sono veri, alcuni di fantasia, ma le storie tutte inventate (abbastanza).