COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER VINCENZO SUERO, OGGI MAURINO HA FATTO OUTING, MA CI HA BATTEZZATI TUTTI
Alla prima salita della stagione, Maurino (nella foto) ha scollettato secondo su la Scala Santa, provando fino all’ultimo di vincere in volata il gran premio della montagna, ma sarà per la prossima volta.
«Non
c’è stato un attimo di tregua, ma le sensazioni avute mi portano a dire che
presto gli farò vedere i sorci verdi all’ex magazziniere e al suo amico».
Maurino ha iniziato la
fase primaverile incrementando gli allenamenti e potenziando le sue uscite, l’unico
inconveniente sono le sbornie che prende ogni volta che sale in bicicletta.
Per
la cronaca, ieri, lunedì di Pasqua: giro di Ribolla, Potassa e rientro scalando il valico delle
Strette. Ha tirato fuori il muso in discesa dopo il bivio per Tatti e finita la
strada a favore ha ripreso il suo solito posto in fondo al gruppo, oggi, martedì,
stesso giochetto, si mette davanti all’ingresso della zona “Fiera del Madonnino”,
ma al passaggio a livello di Braccagni torna nel suo posto naturale, fondo
gruppo.
Sosta
al bar del Bozzone e poi, siccome non aveva sudato ha chiesto di salire la
Scala Santa per capire come poteva andare in salita.
In
due si avventurano e lui, l’uomo sceso dal colle di Buriano, già si giustifica
per l’eventuale figuraccia in caso di prestazione scarsa su per i tornanti.
Tutto
bene fino all’ultimo strappo, nei pressi dei bidoni della spazzatura, dove
prova a scarrocciare sul cambiom si alza sui pedali, come ha visto fare in televisione, ma chi è con lui prima
lo guarda, poi lo lascia dietro da solo a soffiare, aspettandolo in vetta.
A
proposito: nella prima salita, dove Maurino
è arrivato secondo, chi era con lui ha ammesso che si è ben difeso, nonostante
le bischerate che combina, ma un ci si può fare niente lui è fatto così, un
cambia più.
«Ci
ho provato – ha detto Maurino ai suoi vicini di casa appena raggiunto il condominio all’ora
di pranzo - ma ho capito subito che quell’altro aveva un passo impossibile per
me. E’ stata una sfida durissima e bellissima: quando mi tornerà a tiro, fra
qualche giorno, già il prossimo fine settimana lo sistemo come si merita,
assieme a quel bistullone del Vincenzo
Suero».
Nelle
2 ore e mezza di allenamento Maurino
ha avuto una potenza media di 250 watt, contro i 125 scarsi decreti dal medico
durante il rilascio dell’abilitazione medica per la pratica dello sport di metà
gennaio, i miglioramenti cominciano davvero ad essere evidenti.
«Sono
stanco». Afferma Maurino parlando al
telefono con un suo amico, stando stravaccato sul divano di casa. Le occhiaie
evidenziano che le sue non sono solo parole e dopo la fatica bestiale di questa
mattina, il velocista sceso dalla collina, è arrivato in casa con tanto acido
lattico sulle gambe.
«Ho
provato a tenere duro sull’ultima salita, ma ho pagato la fatica e poi quell’altro
è stato attento a quello che facevo e mi ha barcocchiato a puntino. Credo di
avere pagato la prima parte della salita fatta a un ritmo assurdo. La mia testa
ragiona così. Vorrei essere lì davanti, ma devo stare attento a gestirmi».
Dopo
aver scaricato i suoi dati dal computer della bicicletta Maurino afferma soddisfatto. «Quando sono scattato ho tenuto 650
watt medi per 15 secondi, poi buio assoluto».
Nei
250 minuti in bici, la potenza media di Maurino
è stata di 250 watt, il consumo calorico reale, cioè solo riferito all’allenamento
di 3.000 Kcal. Un’enormità.
«Vincenzo Suero e quell’altro al momento
hanno tanta gamba, un ritmo impressionante – ammette agguerrito Maurino – con loro è sempre una guerra,
una battaglia fin dal primo chilometro. Pensavo anche stamattina di potermi
rilassare, visto che al via si sono presentati: Massimone, Loris Topini, Attilio Nocciolini, il dottore di Milano, quell’altro e per strada si è raccattato Aladino il tipografo. Prima parte
tranquilla, almeno speravo, invece niente. Sono comunque abbastanza contento
della mia prova. E' stata durissima e bellissima».
Maurino, qui la novità
strana della giornata, ha intenzione di
lavorare anche in laboratorio sul suo metabolismo.
«Sono
bravo nel risparmiarmi e stare a ruota – ha detto il campione che viene da
sopra il Bozzone – e alla fine farà la differenza. Soprattutto bisogna che risparmi
il consumo di carboidrati, cosa possibile evitando al massimo scatti e
accelerazioni, ritmi in soglia e fuorisoglia. L’ideale è privilegiare il
metabolismo dei grassi».
Frasi
del genere, sono davvero molto da addetti ai lavori, ma di sicuro lui l’ha
riprese da qualche dichiarazione letta sui giornali.
L’oracolo
della frazione castiglionse conclude con un’ultima rivelazione: «Gli zuccheri
sono benzina super per il nostro motore. Forniscono la grande energia che serve
proprio per le fiammate. Però il mio serbatoio, a differenza di quello dei
grassi che è quasi infinito, è piccolo. Dagli studi fatti su di me, si è
arrivati a stimare che posso produrre circa 2.000 Kcal. Finite quelle, il
motore non gira più con la stessa brillantezza».
Secondo
me ha un serbatoio con il doppio fondo, ma il primo non è collegato con il secondo.
©Riproduzione
riservata.
I
personaggi sono veri, le storie tutte inventate (abbastanza).
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