sabato 5 marzo 2022

RENATO PROPONE UMA WILD CARD PER SAETTA DELL’HINTERLAND MILANSE E LA CARLA DI CORTONA MA IL LEADER DI QUELLI DEL GRUPPO B PENSA SIA UNA NUOVA DONNA DA FAR GAREGGIARE E VA SU TUTTE LE FURIE

Pausa caffé


Oggi, sabato 5 marzo, l’allenamento gara l'abbiamo suddiviso in due semitappe, entrambe vinte dal leader castiglionese di Quelli del Gruppo B, ma vi consiglio di leggere tutto questo post prima di trarre facili conclusioni.

Posso anticiparvi che l’atleta locale nonostante le vittorie era visibilmente contrariato, al punto tale che infischiandosene delle consuete fasi post gara, si è deciso  solo all’interno del parcheggio di piazza Ponte Giorgini di rallentare e non alle porte di Castiglione della Pescaia, dove tutti abbiamo smesso di pedalare per tirare il fiato.

Un atteggiamento che vado a cercare di spiegare, almeno per come l’ho vissuta io.

Ore 9:00 partenza. Gli attenti conoscitori e praticanti ciclisti presenti fra noi, già dopo una decina di chilometri, nei pressi della rotonda di Macchiascandona, avevano tirato le somme. Sia Saetta dell’hinterland milanese, che la Carla di Cortona sono più avanti ciclisticamente parlando dell’uomo che viene da sopra il Vaticino. Un’altra pedalata e se gareggeranno al Campionato con l’attuale lista di partecipanti, potrebbero essere i vincitori indiscussi.

La parte agonistica iniziale promette già al ponte sul Valle, 500 metri dopo il via, aria di sfida. Il ciclista più avanti di preparazione di Castiglione della Pescaia battezza la ruota di Saetta che a sua volta è dietro a Carla di Cortona che chiacchiera tranquillamente con Attilio standogli accanto e al vento.

Il primo scozzo avviene sulla salita della tangenziale che passa vicino al ranch di Loris, terreno adatto al velocista-scalatore castiglionese dove si mette sempre in evidenza e come da copione anche questa mattina è partito a rotta di collo. Noi, Quelli del Gruppo B, ormai non ci facciamo più caso, ma Saetta e la Carla  si gettano all’inseguimento. Quando li raggiungiamo ci confermano quanto potevamo immaginarci. I due “stranieri”  lo hanno ripreso e staccato senza problemi.

In discesa, direzione Ponti di Badia, silenzio imbarazzante in gruppo, il leader nostrano scuro in volto si mette dietro Attilio e con gli auricolari ben inseriti nelle orecchie fa finta di avere una conversazione telefonica, ma davanti alla Badiola parte nuovamente l’attacco del ciclista leader di Castiglione della Pescaia e si ripete la stessa scena. Gli si appiccicano dietro la Carla di Cortona e Saetta dell’hinterland milanese, ma con un variante al tema, stavolta anche tutto il resto del gruppo si allinea in fila indiana. Renato sbuffa, ma trova la spalla di Massimone dove attaccarsi con le sue mani a tenaglia giustificandosi: “Te sei motorizzato e quindi un duri fatica, finché un gli passano le bischerate a quei brodi dammi uno strappo”.

Sportivamente devo ammettere che i primi cambi i tre se li danno regolarmente. Tirano 500 metri l’uno fino a Macchiascandona ma poi a quel punto l’atleta che ha un trascorso residenziale nel paesino sopra Poggialberi, dice di essere “cotto” e si mette in terza ruota lasciando i due nuovi a darsi il cambio.

Il primo stravolgimento ufficiale e decisamente scorretto per la classifica di tappa-allenamento avviene poco prima di incontrare la recinzione dell’aeroporto di Grosseto, dove eravamo arrivati soprattutto per la gioia mia e di Renato senza dannarci molto, ma proprio nel punto in cui si incrociano più strade un nuovo scatto del leader unico del Gruppo B che davanti all’ingresso dell’area militare alza le braccia al celo urlando qualcosa, gesto e vocale immortalato dalle telecamere in servizio nell'area militare che sicuramente cercheranno sia di identificare l’uomo e decifrare la frase pronunciata, per inserirla nel giusto contesto che merita.

Pausa al bar prima di riprendere con la seconda semitappa.

Qui arriva la frase che ancora adesso mi fa capire quanto si possa attingere dall’informazione e riadattare alle proprie esigenze nella vita di tutti i giorni.

“Facciamo correre con la wild card sia  Saetta dell’hinterland milanese che la Carla di Cortona? Stai a vedere che alla fine organizzi un bell’evento”.

Sentita le due parole inglesi uscire dalla bocca di Renato, quasi mi va di traverso il caffè. L’impresario che sa fare di tutto con la calcina aveva avanzato questa proposta al suo leader, un permesso speciale  dell’organizzatore per i due nuovi arrivati. 

Il capitano defenestrato però, appena entrato nel locale, si era messo in solitario, imbronciato, tendente all'incazzato,  sicuramente stava riflettendo su quanto fosse crudele il ciclismo che sforna sempre atleti più forti di lui, anche fra quelli pensionati, ma sentita la proposta di Renato sbotta.

“Ora chi sarebbe questa donna straniera che vuoi far correre? Già un so come togliermi dagli impicci con la Carla di Cortona che già ne hai un’altra te da far gareggiare? E poi arrivano tutte ora queste femmine praticanti il ciclismo a Castiglione della Pescaia? Un fatto strano non credi? Devo rifletterci sopra e decidere alla svelta. Chissà perché ho la sensazione che qualcuno mi vuole affossare”.

Renato rimane a bocca aperta. Gli voleva spiegare cosa significa wild card, ma l’atleta autodefinitosi capitano aveva già guadagnato l’uscita del bar. Tutti noi, assistita alla scena, che si era tenuta con un volume di voce elevato, l’abbiamo presa per il verso giusto, scoppiando a ridere senza ritegno.

Seconda parte dell’allenamento-gara. Strada della Trappola, lunghi rettilinei, nessun cenno agonistico da riportare. Si arriva alla rotonda di Marina di Grosseto e Renato ricorda a Dino il tipografo l’importanza che aveva una volta il semaforo in quel luogo. “Se beccavi il rosso riprendevi fiato per qualche minuto. Adesso non c’è più un attimo di tregua”.

Ponte alle barche ai meno 7 chilometri dall'arrivo, foratura di Massimone. Ci fermiamo tutti, ma dopo alcuni attimi propedeutici alla sostituzione della camera d’aria mi accorgo che il capitano non era con noi e voltandomi lo vedo in lontananza procedere incurante di quanto sta accadendo.

Come mio dovere procedo nel dare la notizia a tutti, commentando il gesto antisportivo.

In pochissimo tempo si rende nuovamente pedalabile Massimone e poi bici elettriche davanti a tirare e raggiungiamo l’uomo in fuga. Gli stiamo dietro fino alle porte del paese.

Qualcuno ha la forza di benedire come merita il fuggitivo, ma l’ordine di scuderia è quello di stargli dietro senza nessuna provocazione.

Il capitano, ormai diventato terzo in classifica di Quelli del Gruppo B, passa per primo davanti al cartello che indica l’inizio del paese e non rallenta, lo fa solo quando si sente lontano da occhi e orecchi indiscrete.

Intanto posso comunicargli qui sul mio blog, punto di riferimento anche suo, che nessuno di noi ha voluto commentare la sua fuga poi abortita, ma abbiamo constatato e ringraziato l’arrivo di Saetta e Carla. Loro due ci faranno trascorrere ore divertenti durante i prossimi mesi a discapito dell’attule ex leader diventato terzo.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali, ma i personaggi di Saetta e Carla da Cortona come le storie collegate le ho tutte inventate.