martedì 4 dicembre 2018

MA CARLINA CHE MISURA AVRA’ DI REGGISENO? SETTE CICLISTI IN CRISI NON VOGLIONO ASPETTARE UNA SETTIMANA PER SAPERE CHI DI LORO CI HA PRESO


La popolarità che dava l’essere fra i protagonisti del Campionato del gruppo B del ciclismo di Castiglione della Pescaia non offre più attenuanti e ritornare a essere anonimi è dura per chi si credeva leader dovrà fare presto a tornare ad essere schiappa e basta, rassegnandosi al fatto che difficilmente verrà aspettato dal gruppo nei momenti di crisi.
L’argomento di questo martedì è stato un altro al ritrovo del parcheggio lato distributore all’ingresso nord di Castiglione della Pescaia: “Ma di che campa quello piovuto qui e si allena e poi durante la settimana si vede sempre in giro con il gatto e la moglie con due bambini al seguito?”.
Si chiama Giuffrè, che dovrebbe essere il nome, ma del cognome nessuno sa niente.
«Te che lavori in Comune – stavolta pronunciato tralasciando i doppi sensi di circostanza – perché un ti informi?».
Spiegare che c’è la privacy è stata dura in quanto secondo i tuttologi del ciclismo di paese chi è impiegato dell’amministrazione pubblica sa sempre tutto di tutti e su questo Giuffrè bisogna essere aggiornati.
«Se un ci mandi un messaggio su WhatsApp al più presto ti cacciamo dal Gruppo ciclistico».
Frase pronunciata sguaiatamente da un pericoloso atleta che tutti tengono sotto controllo perché fra gli altri soprannomi ha anche quello di “Merigo” il personaggio sempre sbronzo interpretato da Giorgio Panariello. Lui è il più intransigente nel sapere chi è questo Giuffrè.
«Te un butti fuori nessuno – gli rispondo - e poi è meglio non scriverti niente su WhatsApp, che poi tua moglie si arrabbia».
Spostato il discorso in ambito mogli, lo sguaiato si calma e capisce che gli conviene desistere sull’argomento.
Alla nove in punto si parte e dopo circa un’ora sosta di metà allenamento. A bicicletta ferma, l’argomento Giuffrè torna fuori solo perché il senza cognome, preso per strada, non si è fermato con il gruppo e allora con questo pretesto sono iniziate per l’ennesima volta le leggende paesane.
«Secondo me è talmente povero che non ha il detersivo per lavare i panni. L’avete sentito quanto puzza? E poi sta sempre zitto. Povero e asociale e speriamo pure cornuto».
Lo battezza così l’anziano della comitiva che viene da prima chetato da un attento osservatore del team, ma non per riportarlo all’ordine, bensì con l’intento di aggiungere altri particolari: «Anche sua moglie l’avete vista? Quando passa davanti al bar dei ciclisti indossa sempre gli stessi abiti, ma lei non puzza, anzi profuma e se non lo avete fatto ve lo dico io, nei mesi scorsi ho visto più volte che non porta il reggiseno e credo che abbia una terza abbondante, io di queste cose me ne intendo».
Frase pronunciata incurante della presenza di Carlina, la commessa del bar, che a sua volta non perde l’attimo per chiedergli: «Secondo te io che taglia sono?».
L’attento ciclista diventa rosso in volto e gli occhiali si appannano al punto che se li deve togliere. Dalla sua bocca non esce più una parola, ma si fanno avanti gli altri del gruppo che dicono la loro. Preso il caffè e pagato il conto da chi è arrivato secondo alla volata di metà giro, Carlina nel salutarci ci dice qualcuno ha indovinato la taglia giusta ma lo sverlerà sabato quando torniamo a trovarla.
Quelli più anziani, sentendosi legittimati dall’età sparlano senza trattenersi arrivando a dirle: «Potresti essere mia nipote, dai dimmi chi ha indovinato quanto hai grosse le puppe».
Con un bel sorriso e un appassionato ciao Carlina ci butta fuori dal locale.
Saliti nuovamente in sella alla bicicletta, di riprendere la sfida nessuno ne vuole sapere. Di Giuffrè non importa più a nessuno, di sua moglie se ne parlerà nei prossimi giorni, ma non si può aspettare una settimana per conoscere la misura del reggiseno di Carlina.
Torna alla ribalta quello che pensa dell’infallibilità di chi lavora in Comune.
«Dai telefona a sua mamma, le dici che sei dell’Ufficio Pari Opportunintà e che state preparando i regali per la festa della donna. Quest’anno,  le spieghi garbatamente che sarà regalato un reggiseno ad ogni donna e ti occorre la misura della figlia e la sua».
Non passa neanche un secondo e arriva da fondo il gruppo un chiarimento.
«La mamma di Carlina ha 94 anni e già tanto se vi risponde al telefono. Se le parli di reggiseni un si ricorda neanche a che servono e poi siamo a dicembre e la festa della donna è fra tre mesi va cambiato il pretesto però io quella signora la conosco e se è in giornata buona lo manda a farsi fottere in un attimo».
Al termine di uno strappo non molti impegnativo di salita che produce sempre una selezione fra i ciclisti, perché è sinonimo di bagarre e si hanno le prime indicazioni per capire chi è più avanti con la preparazione, arriva un’altra soluzione per scoprire le misure del reggiseno di Carlina.
«Allora - dice quello che in assoluto pensa d’essere più sveglio degli altri - si scrivono tutti i nostri nomi in dei biglietti, si chiudono e poi si fa fare l’estrazione da un passante quando siamo al bar».
Fin qui il discorso torna, ma prima di proseguire con la sua pensata, deve riprendere fiato perché la salita l’ha affrontata ad un ritmo oltre le sue possibilità ed è in credito d’ossigeno. Tornato lucido spiega la sua tattica: «Quante mercerie ci saranno in quel paesello? Una? Due secondo me no. Chi di noi è estratto prende entra dentro e gli spiega la situazione e verrà fuori con la taglia. Senza dannarci più sapremo chi ha vinto la sfida».
«Vacci te nella merceria – dice uno dei più attenti e perbenista di quel gruppo di ciclisti scarsi –  io ci ho fatto caso e li dentro ho sempre visto un donnone che come minimo a la sesta di reggiseno e più alta e grossa del nostro grande mangiatore di cannoli siciliani. Te che lo hai proposto, sei altro un metro e un barattolo di pomodori, fossi in te ci penserei bene prima di entrare in quel negozio e chiedere quanto ha grosse le puppe Carlina. Come minimo quando esci devi andare dal dentista per rimetterti una nuova dentina e poi ti occorrerà una bella bistecca di manzo da mettere su almeno un occhio per far andare via il nero che ti resterà impresso dopo il cazzottone che riceverai».
Per allentare la tensione e percorrere la discesa in tranquillità di concentrarci su Giuffrè, ma l’idea viene immediatamente cestinata mandandomi senza nessuna delicatezza in un determinato posto e l’anziano arzillo di noi sette aggiunge: «Questi comunali non hanno spirito d’iniziativa». 
Rientrati a Castiglione della Pescaia viene subito fissato di incontrarci nel pomeriggio, ma sul presto perché fa freddo fuori al bar dei ciclisti.
Ritrovo alle 16:00 puntuali.

Rossano Scaccini
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I personaggi sono tutti inventati, i luoghi sono veri e utilizzati per dar forza alla storia, che è tutta di fantasia.