domenica 15 luglio 2018

MAURINO: “Una finta foratura e tre sostituzioni di camere d’aria”. Tutto studiato per evitare la gara in programma. Ha fatto scalpore questo gesto nell’ambiente. Pronte le vendette, ma è sparito nel tragitto di ritorno. Aleggiano già diverse leggende al riguardo


Ieri, sabato 14 luglio, prendendo in prestito il rituale del Palio di Siena, c’è stata la "provaccia", oggi si doveva correre la “carriera” del gruppo B, ma i buoni osservatori al raduno hanno subito capito che qualcosa non andava. Stava per andare in scena un copione così complicato, che a nessuno passava per l’anticamera del cervello la sua attuazione così maliziosa.
Facciamo un passo indietro. Ieri, Maurino, non ha vinto nessun duello, ne ha persi diversi, ma non tutti e l’allenamento era su un percorso abbastanza impegnativo. 
Uno dei suoi avversari, il docente simpatico, su uno dei primi strappi ha alzato bandiera bianca e il suo entourage di gregari si sono dovuti accomiatare. 
L'allenamento prevedeva: Capanne, Massa Marittima, Schiantapetto e rientro nella cittadina balneare. 
Obiettivamente, Maurino ultimo non è arrivato, ma le allucinazioni che ha ammesso di avere avuto lo hanno quasi convinto di avere una vocazione molto accentuata verso la clausura eclesiastica e si sta documentando a tal riguardo.
La cronaca di questa mattina comunque è molto da interpretare. 
Al raduno Maurino si associa ai big e poi, con uno dei suoi magheggi, ce lo troviamo, come al suo solito in fondo al nostro gruppo. 
Velocità allegra, primi mugugni, Loris Topini detta legge, ma ormai la cosa fa sempre meno notizia.
Adesso la news indegna, brutta, che sono pochi hanno saputo carpire. 
A poche centinaia di metri dal “Madonnino” l’atleta sceso dal colle urla che ha forato. Immediata la fermata e si raggiunge tutti Maurino intento a sostituire la camera d’aria. Maurino all’opera, lavora molto velocemente e tutti noi, una decina a guardarlo.
Da non esperto, anzi proprio neanche ci provo se buco, ma mi viene spontanea fare un’osservazione, non sarò capace a cambiare la camera d’aria, ma se lo si fa in modo errato lo capisco immediatamente e lo apostrofo: «Guarda che come minimo l’hai “pizzicata” e siamo punto e a capo».
Detto fatto, la ruota non regge e nuova sostituzione. Stavolta Maurino è meno maldestro ma resto scettico sul suo lavoro. Si riparte. Cento metri, ruota a terra. Tutti di nuovo al capezzale di Maurino, nuova sostituzione ma stavolta entrano in gioco i veri ciclisti e lo rimettono in carreggiata.
Il fattaccio lo apprendono in pochi, io sono uno di quelli che ne viene a conoscenza.
L’atleta del Bronx lo bisbiglia, ma non a bassa voce perché quello al quale lo rivela è un po’ duro di orecchi: «Sono stato bravo, ho fatto finta di aver forato e mi ero portato dietro delle camere d’aria usate, mai buttate, ricordi di vecchie forature. Vi ho fatto fermare, perdere tempo così abbiamo ridotto il giro e non c’è più competizione».
Vincenzo Suero non era vicino al suo acerrimo nemico, ma mi è sembrato giusto renderlo partecipo della notizia. Dopo la sosta caffè in quel di Ribolla, il ritorno è stato a ritmo gara. 
Maurino lo si perde immediatamente, c’è chi afferma di averlo visto fare sosta alla Castellaccia dove sono presenti dei profughi, che come lo hanno visto fermare, immediatamente gli forniscono tutte le indicazioni necessarie per chiedere asilo politico in Italia. Resta il fatto, dal punto di vista sportivo, che nessuno stavolta ha  pensato di andare in suo soccorso e lo abbiamo lasciato al suo destino.
Adesso bisogna capire come evolverà la situazione. Tornerà martedì in bicicletta?    
Rossano Scaccini
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I personaggi sono veri, alcuni di fantasia, ma le storie tutte inventate (abbastanza).