FLATULENZE SENZA RITEGNO
L’effetto Carla di Cortona è già svanito fra Quelli del Gruppo B.
Alcuni ciclisti con il suo arrivo hanno avuto modo di rispolverare aromi impossibili
di dopobarba, profumi e brillantina, stamattina, domenica, mi sono accorto che
siamo tornati al trucido.
Fra gli atleti sono ricomparse le vecchie divise d’ordinanza,
ma soprattutto barba lunga e qualcuno si è presentato anche con gli stessi indumenti
sudati indossati ieri in allenamento
Tutto rientrato nella norma, anche con la Carla presente non
sono mancate le classiche flatulenze pre pausa caffè dal nostro attore che ha
messo in scena appena sceso di bici e con bis prima di risalirci e sempre con
tanto di aiuto mimato, dove il movimento
della gamba dava ancora più rilevanza alla coreografia scenica, avvalendosi del contributo sonoro prodotto. Stando all’aperto per fortuna l’olfatto si è salvato.
Ormai la donna della provincia di Arezzo e Saetta dell’hinterland
milanese sono diventati, malgrado il leader fortemente ex non gradisca, ma con
l’immissione del loro numero di cellulare nel gruppo WhatsApp di Quelli del
Grupppo B, fanno parte a tutti gli effetti, come dopo un battesimo in Chiesa, delle
nostre avventure ciclistiche.
Per dovere di cronaca, la mia curiosità è arrivata a
scoprire, nei prossimi giorni vi svelerò, cosa erano venuti a verificare direttori
sportivi, meccanici e massaggiatori di team internazionali del ciclismo
presenti in zona a casa del nostro leader castiglionese. Vi posso anticipare
che è stato sfortunato l’uomo di sopra il Vaticino, gli è mancato poco, ma
stava per diventare milionario. Aspetto alcune conferme e poi vi presento la
scena.
La parte agonistica di questa domenica ha visto l’immediata
fuga dei due nuovi acquisti con i ciclisti veri, o presunti tali, lasciandoci noi subito da soli. Come brenne eravmo così suddivisi, due motorizzati, due
da rientrare in forma, uno che meglio non dica cosa penso e poi il leader in
forte crisi di identità agonistica, degli altri non ho nessuna notizia da
riportare per farveli inquadrare.
Devo però fare pubblica ammenda. Per colpa mia, dopo il
pronti via, davanti ai cancelli del Comune già il contachilometri segnava 30
km/h e lì ho deciso di mollare e Quelli del Gruppo B mi hanno aspettato.
In testa avevo l’allenamento a passo merenda, come piace a
me, soprattutto dopo la faticaccia del giorno prima che ancora non avevo recuperato
e ho la presunzione che la cosa abbia fatto comodo a molti. Con un’andatura gradevole, pedalando senza troppa fatica, i discorsi
affrontati da Quelli del Gruppo B, hanno toccato livelli alti.
L’uomo sceso dal poggio sopra Poggialberi ha provato a
buttarla su calendari del Campionato, ma la nostra attenzione, diciamo la
verità, mia e di Attilio, era da tutt’altra
parte, affrontare il valico delle Strette e non abbiamo argomentato sulle
aspettative del capitano, facendo abortire l’argomento principe dei primi chilometri.
Al crocevia per “Casa Svetoni”, nel punto clou della
salita, vado in crisi. Attilio regge fino alla cima e ci ricompattiamo in
discesa. Poi, si raggiunge il “pinzo di Ravi” decido di non affrontare l’altra
impervia salita perché il mio cervello era già proiettato sulle Strette lato
rientro, che sono da incubo. Mi accorgo che Attilio è della stessa mia opinione
e con l’uomo al quale devo tutto il mio
sapere ciclistico, torniamo indietro aspettando gli scalatori.
Il numero uno castiglionese di Quelli del Gruppo B si è
dannato per stare dietro a due ciclisti motorizzati in quel circuito di salita,
ma gli hanno voluto parecchio bene, facendolo
però giustamente soffrire. Rientrati sull’Aurelia non gli riesce di mascherare
la sua stanchezza e la pausa caffè è stata per tutti noi davvero provvidenziale,
anche se l’abbiamo trascorsa seduti fuori all’ombra e al freddo del bar al
Grilli, come se fosse piena estate.
Il rientro è stato all’insegna del vogliamoci bene, il
leader non ha smesso un secondo di parlare con chi gli capitava a torno,
compresi i ciclisti provenienti in senso contrario, trovava sempre qualcuno che
lo conosceva.
Si arriva ai titoli di coda.
“Caro mio – mi dice il leader affiancandomi e mettendomi
una mano sulla spalla – domani è lunedì e te devi andare a pagarmi la pensione”.
Rimango in silenzio, pensando: “Come sarà quando mi unirò a
loro e non andrò più in ufficio?”. Interrogativo che subito archivio e alla
rotonda della panoramica a sud del paese lascio il plotone di Quelli del Gruppo
B, che già so d’essere impazienti di leggere su questo blog le loro avventure,
tutte arrangiate e parecchio inventate, ma non sempre così di fantasia, da
utilizzare come pretesto per sfottersi nei prossimi giorni.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
I luoghi sono reali come
quasi tutti i personaggi, ma solo Saetta dell’hinterland milanese e Carla da
Cortona sono di fantasia, come le storie che leggete.
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