La tentazione di essere felice con Lorenzo Marone si fa un bel viaggio
Un
uomo all’apparenza sprezzante, ma andando avanti con la lettura capisci che è
molto partecipe alle difficoltà di chi lo circonda e con la sua tanta ironia
Cesare Annunziata, il personaggio del romanzo d’esordio di Lorenzo Marone “La tentazione di essere felice”, diventa pagina dopo pagina davvero simpatico e
il libro vola via che è un piacere.
Lorenzo Marone lei ha
rappresentato nel romanzo un tipo di vecchiaia simpatica e particolare, ma lei come
la definirebbe questa fase della vita?
“E’
senz’altro un periodo complesso e difficile, eppure a me viene da associarla
alla parola serenità. Perché credo che, in realtà, sia l’unico periodo nel
quale si attutisce quel famelico bisogno di ognuno di “riuscire” in qualcosa,
di non sprecare il tempo, non commettere errori, di rendere sempre più
soddisfacente la propria vita. In vecchiaia non ti resta che convivere
pacificamente con i tuoi rimorsi e i rimpianti. Credo si arrivi a pensare
qualcosa del genere: “Be’, questo è quanto, quello che potevo fare l’ho fatto.
Per tutto il resto…chi se ne frega!”. Come fa Cesare, appunto, che si diverte a
prendersi in giro da solo”.
L’egoismo, spesso, si
amplifica in una persona quando invecchia, ma non crede che di solito è un
difetto presente già all’interno delle persone sin da giovani?
“Di
sicuro l’egoismo si amplifica con gli anni. È che non è semplice resistere alla
forza dirompente della vita, bisogna difendersi in qualche modo. Da ragazzi si
pensa di poter cambiare il mondo, invece poi si finisce col cercare di non
farsi cambiare da esso. Però l’egoismo di Cesare, il più delle volte, è un
egoismo “sano”, è quella spinta che dovremmo avere tutti noi per cercare di
fare della nostra vita ciò che vogliamo, al di là di quello che pensano gli
altri. È una forma di salvezza. E per salvarsi non si può essere piacenti”.
Cesare Annunziata non
ha mai giri di parole, è diretto, dote che oggi è sempre più difficile
permettersi?
“Cesare
è una persona che dice come stanno le cose, nel bene e nel male. È uno che non
ha più filtri e se ne frega di piacere a tutti i costi. Credo sia questo il
meccanismo da imitare per raggiungere una sorta di serenità. È chiaro che da
vecchi è tutto molto più semplice”.
E a godersi la vita
come ci si riesce?
“Fare
del proprio tempo ciò che riteniamo più opportuno, non sprecare ore e minuti
per cose o persone che non ci interessano. Cercare di non soffocare i nostri
desideri, non reprimere il disappunto, persino la rabbia, non fingere di essere
qualcuno che non siamo, tentare di restare noi stessi, sempre. Sfilarsi la
maschera che ci ha accompagnato per una vita e cercare di mettere noi, i veri
noi, nei nostri giorni. Questo credo sia tentare di essere felici. Al di là se
si è anziani o meno”.
Rossano
Scaccini
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