venerdì 5 aprile 2013

Un colpo all'altezza del cuore: l'ultima fatica di Margherita Oggero


Il 6 novembre è uscito in libreria l’ultimo libro di Margherita Oggero, che s’intitola: Un colpo all’altezza del cuore.

Un giallo ambientato sempre nella “sua” Torino e la protagonista è la professoressa Camilla Baudino, personaggio conosciuto anche al pubblico televisivo perché dai romanzi scritti dall’autrice piemontese è stata realizzata una serie televisiva di successo: “Provaci ancora prof”.

Un colpo all’altezza del cuore si apre con una Torino invernale e la professoressa Baudino mentre sta andando a scuola, senza quasi aver tempo di capire cosa accade, si ritrova testimone di un brutale regolamento di conti. All'incrocio tra due centralissime vie della città una moto si affianca a un'auto e con un colpo di pistola il centauro uccide il conducente della macchina, per poi sparire nel traffico. Pochi minuti dopo, ad accorrere sulla scena del delitto per dirigere le indagini arriva l'unico poliziotto da cui la professoressa avrebbe desiderato tenersi alla larga: il commissario Gaetano Berardi. Sono trascorsi quasi tre anni da quando Gaetano e Camilla si sono incontrati l'ultima volta, ma il tempo - che a lui ha regalato qualche affascinante ruga in più, mentre a lei la pungente inquietudine per un matrimonio un po' appannato e le scaramucce con una figlia nella piena adolescenza - sembra non aver sopito del tutto un'attrazione pericolosamente vicina a trasformarsi in amore.

Poche ore più tardi, entra a far parte del romanzo la giovane dottoressa Francesca Gariglio. La polizia rinviene il cadavere di un pensionato, massacrato con una spranga: è un suo ex paziente, uno dei tanti di cui Francesca si prende cura lavorando nelle corsie dell'ospedale di Chivasso, cittadina che fino a quel momento aveva ritenuto sin troppo tranquilla. Ma in effetti tanto tranquillo quello spicchio di pianura nebbiosa non è, se pochi mesi prima la stessa Francesca era convinta di aver assistito a un altro omicidio, del quale però non si è mai riusciti a trovare traccia.

Margherita Oggero, insegnante in pensione è autrice di molti libri ambientati nel mondo della scuola. Il suo romanzo d’esordio del 2002 si intitola La collega tatuata; è stato ripreso dalla regia di Davide Ferrario nel film “Se devo essere sincera”, con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè.

Camilla Baudino è la protagonista anche dei successivi romanzi della scrittrice piemontese, quasi tutti presenti sugli scaffali della biblioteca di piazza Garibaldi e fatti conoscere al pubblico televisivo con una serie televisiva “Provaci ancora prof”, interpretati da Veronica Pivetti.

Margherita Oggero ha insegnato lettere per oltre trenta anni, poi arriva la popolarità con i suoi romanzi. Non le dispiace essersi dedicata alla scrittura solo con l’avvicinarsi della pensione?

“No, perché, pensandoci bene, così riesco a vivere quest'avventura con più serenità e meno "ansia da prestazione"

L’evento più bello che si porterà dentro legato al mondo della scuola?

“Più di uno. Comunque mi fa sempre molto piacere vedere che alle presentazioni dei miei libri vengono ex allievi di quarant'anni e più”.

E con i suoi libri c’è un momento gradevole che le resterà impresso?

“Ogni volta che arriva la copia staffetta di un nuovo libro è un'emozione che si rinnova”.

Margherita Oggero e il suo personaggio di punta Camilla Baudino sono tornate dopo due anni in libreria con un giallo avvincente, ma che cosa vi accomuna oltre ad essere entrambe insegnanti?

“Solo il fatto che entrambe siamo donne. Camilla Baudino non è il mio alter ego, perché ho sempre evitato di fare dell'autobiografia mascherata, travestendomi da personaggio”.

La Baudino, se non fosse stata una prof chi poteva essere?

“Forse un'investigatrice professionista della Polizia, dei Carabinieri, Guardia di Finanza”.

Questa professoressa rappresenta la donna moderna che lavora e ha una vita abbastanza intensa con dubbi esistenziali, un matrimonio arrivato a un periodo fiacco e una simpatia per il commissario: ma stavolta ci sono dei cambiamenti nella sua esistenza?

“Già in questo libro c'è una serenità interiore (alla fine ndr) che nasce dall'aver fatto chiarezza su certi punti irrisolti della sua vita”.

Da scrittrice ha creato un giallo per i ragazzi direi fino a dodici anni: “L’amico di Mizu” lo può un po’ descrivere?

“Si tratta di un giallo con l'inserzione di elementi fiabeschi introdotti da un personaggio chiamato Bambino, perché non ha raggiunto la maturità cognitiva e per questo si trova suo agio con i protagonisti Clara e Lorenzo, due ragazzi decenni. Trattandosi di un giallo, c'è un crimine, l'indagine e la scoperta del colpevole”.

Tornerà a scrivere qualcosa per i bambini?

“Sì, penso l'anno prossimo (2013 ndr)”.

Se le dico Luciana Littizzetto lei mi risponde?

“Luciana è, oltre che brava professionalmente, una persona di grandissima simpatia umana e di straordinaria generosità. Sono molto contenta di esserle amica”.

E Veronica Pivetti?

“Anche Veronica Pivetti è bravissima in tanti ruoli e per di più "non se la tira". Purtroppo, abitando lei a Roma e io a Torino, le occasioni di frequentarci sono limitate”.

La televisione vince sui libri, ma in che modo si può arginare questa sconfitta?

“La scuola dovrebbe insegnare l'amore per la lettura. Ma avendo insegnato per tanti anni, so quanto sia difficile. Bisogna riuscire a fare in modo che leggere diventi un'abitudine imprescindibile, come lavarsi i denti. Ma anche la società nel suo insieme dovrebbe dare una mano, non inseguendo solo i muscoli, la bellezza fisica e la ricchezza”.

Margherita Oggero che libri tiene sul comodino?

“Un paio, mai di più perché il comodino è piccolo. E ho l'abitudine di leggere solo un libro per volta, senza inframmezzarlo con altri. Adesso sto leggendo l'ultimo di Alice Munro (Chi ti credi di essere?), che è una scrittrice che amo molto”.
 
Rossano Scaccini
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