Un colpo all'altezza del cuore: l'ultima fatica di Margherita Oggero
Il
6 novembre è uscito in libreria l’ultimo libro di Margherita Oggero, che s’intitola: Un
colpo all’altezza del cuore.
Un giallo ambientato sempre nella “sua” Torino e la protagonista è la professoressa Camilla Baudino, personaggio conosciuto anche al pubblico televisivo perché dai romanzi scritti dall’autrice piemontese è stata realizzata una serie televisiva di successo: “Provaci ancora prof”.
Un
colpo all’altezza del cuore si apre con una Torino invernale e la professoressa
Baudino mentre sta andando a scuola, senza quasi aver tempo di capire cosa
accade, si ritrova testimone di un brutale regolamento di conti. All'incrocio
tra due centralissime vie della città una moto si affianca a un'auto e con un
colpo di pistola il centauro uccide il conducente della macchina, per poi
sparire nel traffico. Pochi minuti dopo, ad accorrere sulla scena del delitto
per dirigere le indagini arriva l'unico poliziotto da cui la professoressa
avrebbe desiderato tenersi alla larga: il commissario Gaetano Berardi. Sono
trascorsi quasi tre anni da quando Gaetano e Camilla si sono incontrati
l'ultima volta, ma il tempo - che a lui ha regalato qualche affascinante ruga
in più, mentre a lei la pungente inquietudine per un matrimonio un po'
appannato e le scaramucce con una figlia nella piena adolescenza - sembra non
aver sopito del tutto un'attrazione pericolosamente vicina a trasformarsi in
amore.
Poche
ore più tardi, entra a far parte del romanzo la giovane dottoressa Francesca
Gariglio. La polizia rinviene il cadavere di un pensionato, massacrato con una
spranga: è un suo ex paziente, uno dei tanti di cui Francesca si prende cura
lavorando nelle corsie dell'ospedale di Chivasso, cittadina che fino a quel
momento aveva ritenuto sin troppo tranquilla. Ma in effetti tanto tranquillo
quello spicchio di pianura nebbiosa non è, se pochi mesi prima la stessa
Francesca era convinta di aver assistito a un altro omicidio, del quale però
non si è mai riusciti a trovare traccia.
Margherita
Oggero, insegnante in pensione è autrice di molti libri ambientati nel mondo
della scuola. Il suo romanzo d’esordio del 2002 si intitola La collega tatuata;
è stato ripreso dalla regia di Davide Ferrario nel film “Se devo essere sincera”,
con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè.
Camilla Baudino è
la protagonista anche dei successivi romanzi della scrittrice piemontese, quasi
tutti presenti sugli scaffali della biblioteca di piazza Garibaldi e fatti
conoscere al pubblico televisivo con una serie televisiva “Provaci ancora
prof”, interpretati da Veronica Pivetti.
Margherita Oggero ha insegnato
lettere per oltre trenta anni, poi arriva la popolarità con i suoi romanzi. Non
le dispiace essersi dedicata alla scrittura solo con l’avvicinarsi della pensione?
“No,
perché, pensandoci bene, così riesco a vivere quest'avventura con più serenità
e meno "ansia da prestazione"
L’evento
più bello che si porterà dentro legato al mondo della scuola?
“Più
di uno. Comunque mi fa sempre molto piacere vedere che alle presentazioni dei
miei libri vengono ex allievi di quarant'anni e più”.
E
con i suoi libri c’è un momento gradevole che le resterà impresso?
“Ogni volta che
arriva la copia staffetta di un nuovo libro è un'emozione che si rinnova”.
Margherita Oggero e il suo
personaggio di punta Camilla Baudino sono tornate dopo due anni in libreria con
un giallo avvincente, ma che cosa vi accomuna oltre ad essere entrambe
insegnanti?
“Solo il fatto che
entrambe siamo donne. Camilla Baudino non è il mio alter ego, perché ho sempre
evitato di fare dell'autobiografia mascherata, travestendomi da personaggio”.
La
Baudino, se non fosse stata una prof chi poteva essere?
“Forse
un'investigatrice professionista della Polizia, dei Carabinieri, Guardia di Finanza”.
Questa professoressa rappresenta
la donna moderna che lavora e ha una vita abbastanza intensa con dubbi
esistenziali, un matrimonio arrivato a un periodo fiacco e una simpatia per il
commissario: ma stavolta ci sono dei cambiamenti nella sua esistenza?
“Già
in questo libro c'è una serenità interiore (alla fine ndr) che nasce dall'aver
fatto chiarezza su certi punti irrisolti della sua vita”.
Da scrittrice ha creato un giallo
per i ragazzi direi fino a dodici anni: “L’amico di Mizu” lo può un po’
descrivere?
“Si
tratta di un giallo con l'inserzione di elementi fiabeschi introdotti da un
personaggio chiamato Bambino, perché non ha raggiunto la maturità cognitiva e
per questo si trova suo agio con i protagonisti Clara e Lorenzo, due ragazzi
decenni. Trattandosi di un giallo, c'è un crimine, l'indagine e la scoperta del
colpevole”.
Tornerà
a scrivere qualcosa per i bambini?
“Sì, penso l'anno
prossimo (2013 ndr)”.
Se
le dico Luciana Littizzetto lei mi risponde?
“Luciana
è, oltre che brava professionalmente, una persona di grandissima simpatia umana
e di straordinaria generosità. Sono molto contenta di esserle amica”.
E
Veronica Pivetti?
“Anche
Veronica Pivetti è bravissima in tanti ruoli e per di più "non se la
tira". Purtroppo, abitando lei a Roma e io a Torino, le occasioni di frequentarci
sono limitate”.
La
televisione vince sui libri, ma in che modo si può arginare questa sconfitta?
“La
scuola dovrebbe insegnare l'amore per la lettura. Ma avendo insegnato per tanti
anni, so quanto sia difficile. Bisogna riuscire a fare in modo che leggere
diventi un'abitudine imprescindibile, come lavarsi i denti. Ma anche la società
nel suo insieme dovrebbe dare una mano, non inseguendo solo i muscoli, la
bellezza fisica e la ricchezza”.
Margherita
Oggero che libri tiene sul comodino?
“Un
paio, mai di più perché il comodino è piccolo. E ho l'abitudine di leggere solo
un libro per volta, senza inframmezzarlo con altri. Adesso sto leggendo
l'ultimo di Alice Munro (Chi ti credi di essere?), che è una scrittrice che amo
molto”.
Rossano Scaccini
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