sabato 5 novembre 2011

Davide Dezan: "Il ciclismo è la mia vita"

Uno dei volti storici di Studio Sport, programma giornalistico sportivo di Italia Uno è Davide Dezan. Per chi come me ama il ciclismo da sempre, anche quando ero un podista praticante prima di diventare un cicloamatore, sentire le sue opinioni e i commenti durante le telecronache è sempre stato un arricchimento.


Davide Dezan come si presenterebbe ai lettori del mio blog?

“Come una persona semplice che ama raccontare con passione lo sport alla gente. Sono un uomo che sente di avere il grande privilegio di svolgere una delle professioni più belle al mondo in un ambiente, quello sportivo, assolutamente formidabile per le avventure che ti permette di vivere e raccontare e per i grandi personaggi che nell’arco di questi ultimi trent’anni ho avuto la fortuna di incontrare”.

Ma lei si sente un figlio d’arte?

“Assolutamente sì. E’ stato mio padre a farmi innamorare del ciclismo. Probabilmente senza di lui avrei scelto altre strade ed è solo grazie al suo amore, ai suoi preziosi insegnamenti e alla sua pazienza che sono diventato un giornalista”.

Delle cronache televisive condotte da suo padre le capita qualche volta di ripescare qualche parola che lui usava più spesso?

“Ho nel cuore molte delle telecronache di mio padre e la sua voce ha fatto da colonna sonora alla mia vita… e credo anche a quella di tanti appassionati di ciclismo che lo hanno seguito nell’arco di quasi mezzo secolo, ma il nostro modo di raccontare lo sport era molto diverso e tranne una sola volta nella quale ho iniziato la telecronaca con il suo classico “ Gentili signore e signori buongiorno”. Ho sempre cercato di utilizzare un linguaggio che fosse diverso da quello di mio padre. Lui aveva uno stile inimitabile, per chiunque”.

Ciclismo per Davide Dezan vuol dire?

“E’ la mia vita. Un amore nato quando ancora ero molto piccolo ed avevo la fortuna di andare alle corse con mio padre. Qui alle mie spalle, in quella foto con Gimondi in maglia Salvarani c’è un bambino seduto sulla canna della bicicletta che lo accompagna alla partenza di una gara, quel bambino sono io, nato e cresciuto a pane e ciclismo. Come potrei non amare profondamente questo sport e gli incredibili personaggi che hanno scritto la sua storia e che nell’arco di questi ultimi quaranta anni ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere”.

Invece guardandolo con gli occhi da addetto ai lavori come lo vede oggi questo sport?

“Sono stati anni molto difficili e la mia passione per le due ruote è stata più volte messa a dura prova. Dallo scandalo Festina in avanti ho scritto forse più articoli sul doping che sulle gare vere. E vi assicuro che ogni volta è un dolore fortissimo. I troppi scandali legati al doping hanno minato alle fondamenta, alla credibilità di questo sport ed il racconto televisivo che ha accompagnato nell’ultimo decennio le dirette del ciclismo non ne ha sicuramente aiutato la crescita”.

Il Giro d’Italia è passato qualche volta per Castiglione della Pescaia, lei conosce questo paese?

“Sì, ma non ho mai avuto la fortuna di fermarmi qualche giorno in quel luogo magico della Maremma”.

Che tappa del Giro d’Italia le piacerebbe vederci arrivare a Castiglione della Pescaia?

“C’e’ un proverbio milanese che recita : “Ofele’ fa el to mestè “ ovvero pasticciere fai il tuo mestiere. Quest’anno, per fortuna, il Giro d’Italia ha un nuovo disegnatore e l’ispirazione del percorso affidata a Mauro Vegni è garanzia di sicurezza , consegnerei quindi a lui e alla sua esperienza il compito di tracciare un percorso con arrivo a Castiglione della Pescaia. Sicuramente Farà molto meglio del sottoscritto”.

Le piace il tracciato disegnato per l’edizione 2012 del Giro?

“Mi piace tantissimo. Si vede che è cambiata la mano del disegnatore e credetemi per il Giro è un bene”.

Un corridore in attività che lei ritiene d’essere perfetto è?

“La perfezione purtroppo non è di questo mondo, figuriamoci poi nel ciclismo. Il corridore perfetto non esiste. Esistono però campioni che in certe particolari competizioni possono fare la differenza e dare spettacolo. In questo senso direi che Gilbert è sicuramente l’atleta che ho maggiormente apprezzato sotto il profilo sportivo: forte ed imbattibile sul suo terreno di caccia preferito, le grandi classiche, ma capace di ritagliarsi giornate super anche al Tour e nell’arco di tutta la stagione . un atleta moderno che corre e vince come si faceva una volta. Sotto il profilo umano invece direi che la storia di Cadel Evans ha toccato il cuore di tutti gli appassionati di ciclismo. La sua vittoria al Tour, pensando anche ad Aldo Sassi, è una scintilla di speranza per tutti quelli che assieme a me ancora amano, e credono, in questo sport meraviglioso.

Concludiamo con una domanda alla quale spero di non ricevere una risposta diplomatica: i diritti televisivi per il Giro stanno per essere messi nuovamente all’asta: pensa che Mediaset ha intenzione di partecipare concretamente a questa opportunità?

“Non sono mai diplomatico. Mi piacerebbe molto se Mediaset riprendesse i diritti del Giro. Ci siamo andati molto vicini qualche anno fa. Personalmente credo che un ritorno del Giro d’Italia a Mediaset farebbe solo bene al ciclismo e credo anche che i nostri dirigenti non rimarranno certo insensibili se stavolta le offerte saranno più lineari e coerenti con il mercato dei diritti sportivi.

Rossano Scaccini
Foto gentilmente concessa da Davide Dezan

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