sabato 7 maggio 2022

AI MIEI TEMPI….

Una delle portat del conviviale di Quelli del Gruppo B

 


E cena di gala fu.

Quelli del Gruppo B, passano dai classici ristoranti, dove si va a stancare i camerieri facendoli andare avanti e indietro con vassoi pieni di cibo, alla nouvelle cuisine e lo facciamo con tanto di abbigliamento adatto alla circostanza dovendoci presentare all'interno di un locale di lusso.

Della serie, bastano due donne e siamo completamente diversi dal solito, ma va bene così.

Dino il tipografo da buon cerimoniere accoglie tutti sulla terrazza del locale sul lungomare di via Roma con tanto di giacca, sopra a una camicia bianca e jeans, non lo avevo mai visto così elegante. Attilio, sembra un manichino di una vetrina di una boutique di via Montenapoleone di Milano con il suo abbigliamento sportivo ricercato e di classe. Renato sbaraglia tutte le previsioni e si presenta con un vestito gessato da vero boss, Loris Topini per l’occasione ha scelto un pantalone di gabardina e camicia celeste con sopra un maglione blu scuro che fa tanto da clericale.

Come giusto che sia in queste occasioni, ma soprattutto vista la nuova e insolita location, le due donne invitate, la Carla di Cortona e l’Irene di Sanfatucchio, sono quelle più osservate, che però al loro arrivo deludono le aspettative per la sobrietà nella scelta dei loro vestiti.

La seconda nota stonata mi vede purtroppo protagonista e questo accade per colpa di Maurino. Gli avevo promesso di passarlo a prendere per non andare con troppe auto al ristorante dove solitamente non è facile trovare il parcheggio, ma lui che fa? Gli si rompe l’asciugacapelli e si mette ad aggiustarlo. Tocca chiamarlo al telefono e poi attaccarmi al campanello per farlo scendere di corsa da casa con tanto di testa bagnata.

Avvezzi, più Maurino del sottoscritto, alle brutte parole, stavolta meritate sull’ingiustificato ritardo per iniziare a mangiare, ci accomodiamo a tavola ed essendo arrivati per ultimi ci toccano i posti rimasti vuoti, quelli più sacrificati e di spalle al mare che sentiamo rumoreggiare poco distante da noi.

Dall’altra parte del tavolo sono seduti Attilio e Loris Topini, Renato è accanto alla Carla di Cortona, che ha vicino a se la Irene di Sanfatucchio e poi tutto il resto della tavolata, una decina di persone.

Solitamente, quando ci ritroviamo in queste occasioni, chiediamo di posizionarci in posti strategici, dove si può parlare tranquillamente a voce alta e liberi anche di tirare fuori “sfondoni di tutti i tipi”, ma stavolta vista la particolarità del contesto non potevamo osare così tanto.

La cena prende il via con l’arrivo degli antipasti, ma il parlare sottovoce non ci riesce proprio e siamo nell’occhio del ciclone.

A ognuno il suo piatto con gli alimenti molto raggruppati, ma presentati in maniera accattivante. Renato spolvera la sua porzione e poi si guarda attorno. Loris non gradisce le tartine di pesce e l’ex impresario con le sue lunghe braccia arriva e preleva quanto non toccato dal capo delle bici assistite usata in modo da fuorilegge. Anche la Carla di Cortona e l’Irene di Sanfatucchio passano quanto non assaggiato a Renato, ma poi, ancora non sazio l’uomo che abita oltre ponte Giorgini prende l’iniziativa e si allontana. Trascorsi pochi minuti torna al tavolo e dietro lui tutti i camerieri con degli enormi vassoi dove dentro credo ci sia stato inserito tutto quanto avevano di pronto come antipasti per il giorno seguente. I proprietari del locale, capita la situazione, non si fanno trovare impreparati e ci saziano in maniera esagerata per il resto della serata.

A mangiare siamo una macchina da guerra e ci alziamo da tavola verso le 23:00. Qualcuno propone una passeggiata sul lungomare, ma Loris Topini rifiuta la proposta e gli vanno dietro in molti, comprese le due donne.

Renato, però, prima dello sciogliete le righe, eravamo in piazza Orsini, con dietro la sede dell’ex Comune, chiede l’attenzione di tutti.

“Mi arrendo – afferma guardandomi – ho saputo che sei uscito anche con questa bella donna, l’Irene di Sanfatucchio e pure con lei sei diventato amico, ma non si fa così”.

Carla di Cortona aveva rivelato a Renato durante la cena questa indiscrezione, ma anche altri particolari piccanti non veri, concordati con me e l’Irene di Sanfatucchio, convinti che ci saremmo fatti delle gran risate, eventualità azzeccata, perché l’ex amico della calcina e del mattone non avrebbe resistito e divulgare queste informazioni.

Arrivati all’epilogo della serata Remato non voleva andare a dormire tenendosi per se questa notizia e gli eventi più succulenti andavano iniziati a far conoscere, ovviamente a rate, per tornare sull’argomento in ogni occasione da lui ritenuta opportuna.

“Quando ero giovane io – dice sconsolato – non avevo tutte le possibilità che avete voi oggi, ma stai certo che se uscivo con una donna e la portavo un giorno a visitare il castello di Punta Ala, il pomeriggio seguente alla Casa Rossa e in padule poi trovo l’occasione di addentrarmi nella macchia a vedere l’eremo di San Guglielmo, come minimo ci saremmo fidanzati in casa e già stabiliti quanti figli avremmo avuto e giustamente fatte le prime prove a riguardo”.

Tutti constatiamo che la notizia delle mie frequentazioni l’ha visibilmente indignato e conclude con una domanda.

“Continua a fare l’amico, ma non ti sei accorto che così un si rimedia niente?”.

Pure questa volta Renato e molti di Quelli del Gruppo B,  avranno di che parlare, ma intanto la Carla di Cortona riassume in disparte a Attilio e Dino il tipografo come si è svolta davvero la settimana che sta giungendo al termine, ma una cosa però era vera, purtroppo siamo al momento solo buoni amici.

“Domattina tirerà troppo vento – cambio discorso – sicuramente non si pedala ci vediamo domenica”.

Anch’io sono bravo nei colpi di scena teatrali. Con questa frase pronunciata con espressione crucciata, da permaloso, saluto tutti.

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi castiglionesi, ma Saetta dell’hinterland milanese, Carla da Cortona, Irene di Sanfatucchio, Anacleto di Poggibonsi sono di fantasia, come le storie che leggete.