lunedì 16 maggio 2022

O GIOVANI O NIENTE

 





Su ponte Giorgini domenica pomeriggio incrocio Renato che probabilmente sta andando all’orto, mi sorride e poco dopo, mentre sto parcheggiando in via del Maestrale mi telefona.

“Per una volta rendimi felice”.

Lui, come al solito, parte dalla fine, ma aveva immediatamente capito le mie intenzioni, andavo a casa della Carla di Cortona.

La donna, in mattinata, al rientro dal giro di Grosseto assieme a tutti Quelli del Gruppo B, con un’andatura media di 25 km/h,  in corso della Libertà intravede il suo ex, l’Anacleto di Poggibonsi, che è abbracciato alla sua nuova fiamma, un’asiatica molto più giovane di lei e aveva dato in escandescenza (basta leggere il post precedente a questo per essere informati sull’accaduto). Ci sono volute tutte le  nostre attenzioni  per non compromettere la situazione.

Nel proseguo della giornata quanto accaduto mi aveva lasciato a disagio e decido di presentarmi a sorpresa, chissà se gradita, soprattutto dopo la sfalcata di qualche ora prima, davanti casa della  Carla di Cortona. 

Renato al telefono mi aveva spiegato la sua impeccabile versione.

“Sei l’unico che non ha moglie a carico e quindi ti devi sacrificare. Ti poteva andare peggio, la Carla di Cortona è una bella donna e anche più sveglia di te”.

Arrivato, suono il campanello e la intravedo dietro la tenda della portafinestra che dal salotto spazia sul borgo medioevale. Dopo un istante fa scattare la molla del cancello.

Le buone maniere avrebbero imposto una doverosa telefonata per annunciare il mio arrivo, ma le scuse per non doversi incontrare c’è più soddisfazione nel sentirsele dire guardando in faccia l’interlocutore di turno. I masochisti come me amano queste situazioni.

Dopo averle rivelato il mio pensiero sul farsi rimandare a casa, la Carla di Cortona mi fa accomodare sul diavano, mettendomi immediatamente davanti una tavoletta di cioccolato fondente, che scarto all’istante.

“Stamattina avete conosciuto la Carla, in versione matta scatenata”.

Afferma  accomodandosi accanto a me e mi fissa in attesa di  conoscere la mia versione.

“Ce ne ricorderemo tutti”.

Già con quella breve frase poco accomodante avrò commesso la mia prima gaffe del pomeriggio, ma ho fatto pure peggio, iniziando a ridere senza trattenermi mentre lei diventava rossa dall’imbarazzo.

Provo a mettere la situazione sull’assurdo, ma fino a un certo punto, perché dopo quello scozzo del mattino volevo qualche rassicurazione. L’Anacleto di Poggibonsi poteva giocarsi varie possibilità e quella peggiore per la Carla di Cortona sarebbe stata se l’uomo fosse andato al Pronto soccorso dove chiedeva di farsi curare qualche graffio e poi sporgere denuncia alle Forze dell’ordine di turno.

“Intanto dimmi una cosa – le chiedo - i carabinieri ti hanno cercato? L’Anacleto di Poggibonsi ti poteva denunciare per tentato omicidio ciclistico. Lo ha fatto?”.

Mi arriva un no a denti stretti e anche il seguito del racconto della sua giornata.

“L’ho chiamato al telefono a quel coglione”.

Il riferimento all’Anacleto di Poggibonsi è chiaro. La fisso incuriosito e lei continua.

“Mi sono scusata, ma gli ho consigliato in un prossimo futuro quando verrà a Castiglione o malauguratamente ci dovessimo incrociare, di fare marcia indietro, potrei fare pure il bis con qualsiasi altro mezzo”.

Resto muto e lei mi dice che il suo interlocutore appena capita l’antifona ha riattaccato il telefono senza dire nulla.

“Che ne pensi?”

Ci rifletto un attimo.

“Sei pericolosa”.

Al momento non mi è venuto altro da aggiungere.

“Che avresti fatto al mio posto?”.

Domanda che merita una risposta articolata, ma un’eventualità del genere non l’ho mai presa in considerazione e spiego il mio punto di vista.  

“Tutti mi conoscono per quanto sono diretto e poco diplomatico. Arrivo sempre prima all’osso e poi sulla carne, ma situazioni del genere vanno contestualizzate all'interno di un percorso e per quanto mi riguarda neanche nei sogni più audaci mi capiterà questa eventualità e quindi resto molto con i piedi per terra".

Poi le spiego, senza tanti giri di parole la mia versione su una ipotetica situazione simile.

“Chi sostiene  che l’età non conta, soprattutto se è un uomo ad affermarlo lo metterei immediatamente davanti a uno specchio e lì faremo assieme una riflessione  su cosa stiamo vedendo e poi verificherei il suo conto corrente”.

Mi arriva la bordata finale da parte della Carla di Cortona.

“Sarò io quella anomala, ma le poche storie che ho vissuto  sono sempre state con uomini più giovani di me. Mi invaghisco e poi m'innamoro di chi ha  molti anni meno”.

Tiro le conclusioni a voce alta.

“Questa particolarità la dovresti rivelare a Renato, il mio procuratore di donne da matrimonio, almeno con te si mette l’anima in pace”.

 

Rossano Scaccini

©Riproduzione riservata

I luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi castiglionesi, ma Saetta dell’hinterland milanese, Carla da Cortona, Irene di Sanfatucchio, Anacleto di Poggibonsi sono di fantasia, come le storie che leggete.