O GIOVANI O NIENTE
Su ponte Giorgini domenica pomeriggio incrocio Renato che probabilmente sta
andando all’orto, mi sorride e poco dopo, mentre sto parcheggiando in via del
Maestrale mi telefona.
“Per una volta rendimi felice”.
Lui, come al solito, parte dalla fine, ma aveva immediatamente capito le
mie intenzioni, andavo a casa della Carla di Cortona.
La donna, in mattinata, al rientro dal giro di Grosseto assieme a tutti
Quelli del Gruppo B, con un’andatura media di 25 km/h, in corso della Libertà intravede il suo ex,
l’Anacleto di Poggibonsi, che è abbracciato alla sua nuova fiamma, un’asiatica molto
più giovane di lei e aveva dato in escandescenza (basta leggere il post
precedente a questo per essere informati sull’accaduto). Ci sono volute tutte
le nostre attenzioni per
non compromettere la situazione.
Nel proseguo della giornata quanto accaduto mi aveva lasciato a disagio e decido di presentarmi a sorpresa, chissà se gradita, soprattutto dopo la sfalcata di qualche
ora prima, davanti casa della Carla di Cortona.
Renato al telefono mi aveva spiegato la sua impeccabile versione.
“Sei l’unico che non ha moglie a carico e quindi ti devi sacrificare. Ti
poteva andare peggio, la Carla di Cortona è una bella donna e anche più sveglia
di te”.
Arrivato, suono il campanello e la intravedo dietro la tenda della
portafinestra che dal salotto spazia sul borgo medioevale. Dopo un istante fa
scattare la molla del cancello.
Le buone maniere avrebbero imposto una doverosa telefonata per annunciare
il mio arrivo, ma le scuse per non doversi incontrare c’è più soddisfazione nel
sentirsele dire guardando in faccia l’interlocutore di turno. I masochisti come
me amano queste situazioni.
Dopo averle rivelato il mio pensiero sul
farsi rimandare a casa, la Carla di Cortona mi fa accomodare sul diavano,
mettendomi immediatamente davanti una tavoletta di cioccolato fondente, che
scarto all’istante.
“Stamattina avete conosciuto la Carla, in versione matta scatenata”.
Afferma accomodandosi accanto a me e mi fissa in attesa di conoscere la mia versione.
“Ce ne ricorderemo tutti”.
Già con quella breve frase poco accomodante avrò commesso la mia prima
gaffe del pomeriggio, ma ho fatto pure peggio, iniziando a ridere senza
trattenermi mentre lei diventava rossa dall’imbarazzo.
Provo a mettere la situazione sull’assurdo, ma fino a un certo punto,
perché dopo quello scozzo del mattino volevo qualche rassicurazione. L’Anacleto
di Poggibonsi poteva giocarsi varie possibilità e quella peggiore per la Carla
di Cortona sarebbe stata se l’uomo fosse andato al Pronto soccorso dove
chiedeva di farsi curare qualche graffio e poi sporgere denuncia alle Forze
dell’ordine di turno.
“Intanto dimmi una cosa – le chiedo - i carabinieri ti hanno cercato? L’Anacleto
di Poggibonsi ti poteva denunciare per tentato omicidio ciclistico. Lo ha
fatto?”.
Mi arriva un no a denti stretti e anche il seguito del racconto della sua
giornata.
“L’ho chiamato al telefono a quel coglione”.
Il riferimento all’Anacleto di Poggibonsi è chiaro. La fisso incuriosito e
lei continua.
“Mi sono scusata, ma gli ho consigliato in un prossimo futuro quando verrà
a Castiglione o malauguratamente ci dovessimo incrociare, di fare marcia
indietro, potrei fare pure il bis con qualsiasi altro mezzo”.
Resto muto e lei mi dice che il suo interlocutore appena capita l’antifona
ha riattaccato il telefono senza dire nulla.
“Che ne pensi?”
Ci rifletto un attimo.
“Sei pericolosa”.
Al momento non mi è venuto altro da aggiungere.
“Che avresti fatto al mio posto?”.
Domanda che merita una risposta articolata, ma un’eventualità del genere
non l’ho mai presa in considerazione e spiego il mio punto di vista.
“Tutti mi conoscono per quanto sono diretto e poco diplomatico. Arrivo
sempre prima all’osso e poi sulla carne, ma situazioni del genere vanno contestualizzate all'interno di un percorso e per quanto mi riguarda neanche nei sogni più audaci mi capiterà questa eventualità e quindi resto molto con i piedi per terra".
Poi le spiego, senza tanti giri di parole la mia versione su una ipotetica situazione
simile.
“Chi sostiene che l’età non conta, soprattutto se è un uomo ad affermarlo lo metterei immediatamente davanti a uno specchio e lì faremo assieme una riflessione su cosa stiamo vedendo e poi verificherei il suo conto corrente”.
Mi arriva la bordata finale da parte della Carla di Cortona.
“Sarò io quella anomala, ma le poche storie che ho vissuto sono
sempre state con uomini più giovani di me. Mi invaghisco e poi m'innamoro di chi ha molti anni meno”.
Tiro le conclusioni a voce alta.
“Questa particolarità la dovresti rivelare a Renato, il mio procuratore di
donne da matrimonio, almeno con te si mette l’anima in pace”.
Rossano
Scaccini
©Riproduzione
riservata
I
luoghi sono reali come quasi tutti i personaggi castiglionesi, ma Saetta
dell’hinterland milanese, Carla da Cortona, Irene di Sanfatucchio, Anacleto di
Poggibonsi sono di fantasia, come le storie che leggete.
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