domenica 22 luglio 2018

AI DUEMILA LETTORI FISSI DI QUESTO BLOG NON ELENCO NEL DETTAGLIO LE STRATEGIE CLINICHE DI SCHEGGIA, MA DA QUANTO LEGGERETE CAPIRETE CHE IN DUE ORE HO APPRESO UN’ENORMITÀ DI NOZIONI SULL’INFIAMMAZIONE DELLE VARICI DEL PLESSO VENOSO EMORROIDARIO.


«Caro scheggia, ieri ci hanno staccato a Pozzignoni, oggi alla Morina. Stiamo migliorando. Sabato dopo due chilometri, oggi ne abbiamo pedalati tre in gruppo».
Questo è stato il mio primo riassunto di giornata fatto all’amico di pedalata, che vorrebbe essere un big, ma si deve accontentare di far parte del gruppo B.
Che dire. Estate, ritrovo di partenza. Arrivano i forestieri e buon per loro, la maggior parte va forte, o forse siamo anche noi che un si va neanche se ci “pintano”.
Alle 8:00 via tutti assieme e la selezione inizia già davanti casa del tipografo, 240 metri usciti dal parcheggio dove è l’appuntamento mattutino.
Avendo tempo per respirare, si parla fra di noi, e cominciano i raffronti con gli anni scorsi.
Per quanto mi riguarda, meglio non pensarci e faccio una rivelazione all’amico sceso dal colle vicino Castiglione.
«Oggi finisco le vacanze, ma spero di farne altre presto. Comunque, 11 giorni a casa, che potrei riassumerti così: 3 cene massacranti, 4 pranzi impegnativi, doppia sfacciata colazione quasi tutti i giorni. Sulle merende, si va in discesa, quella più dietetica conteneva sempre una mega coppa di gelato. La bicicletta? La sto portando solo in giro a passo lento».
Abbiamo tempo con scheggia per confrontarci sul nostro sfrenato senso agonistico, soprattutto il suo. Lui, sicuramente un competitivo mancato. Il sottoscritto? Rassegnato finché non mi rimetto in carreggiata con la testa e soprattutto con la bocca. Ad oggi pedalare è solo un impegno che al momento lo vedo soprattutto come un minimo dovere da assolvere per mettere a tacere la coscienza.
Arriviamo all’Ampio, percorsi all’incirca otto chilometri, posso affermare che oggi l’allenamento a qualcosa è servito.
Scopro l’esistenza di pomate particolari per alleviare il fastidio che sta affliggendo l’amico scheggia, prodotto dall’infiammazione delle varici del plesso venoso emorroidario.
La natura deve fare il suo corso, ma secondo me, se lui gli si sono scatenate queste situazioni all’interno del lato B, un po’ la colpa la può attribuire all’avversario inarrivabile di piazza Lampedusa.
 «Domani – mi rivela scheggia –pensavo di farmi visitare da un medico bravo, ma come ho saputo che ha delle dita lunghe e grosse ho lasciato perdere. Non amo che nessuno mi si avvicini in quei posti se possiede questi attributi. Poi, per fortuna su internet, ho scoperto un buon unguento e l’ho ordinato. Penso che mi darà un grande aiuto».
Già guardiamo avanti. Io che prima o poi proverò a dimagrire, appuntamento rimandato a settembre. Lui che combatte contro la dilatazione varicosa delle vene emorroidarie e non vede l’ora di poter diventare nuovamente competitivo, aiutandosi anche con un’alimentazione da vero atleta.
«Con il mio staff – mi rivela - ho studiato nel dettaglio il piano di recupero. Ovviamente si potrà modificare a seconda dell’evolversi delle mie condizioni fisiche, ma le linee-guida sono state tracciate. Eccole».
Lui me le elenca, ma io ai miei oltre duemila lettori fissi del blog stavolta non faccio la cronaca fedele, ma riporto solo alcuni doverosi passaggi.
«Uso già pomate all’avanguardia. La curcuma e lo zenzero li ho fatti sparire di casa. Pensavo di regalarli a Vincenzo Suero, ma poi ho buttato tutto nel bidone della spazzatura».
Rossano Scaccini
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I personaggi sono spesso veri, molti di fantasia, ma le storie tutte inventate (abbastanza).