PER DANILO SALETTI, PRESIDENTE DI TUTTI I GRUPPI L’INNOMINATO DEVE CONTINUARE A CORRERE ANCHE PER I COLORI DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA - PER ADRIANO BONARINI INVECE VA FERMATO - MAURINO, AMICO STORICO DELL’INNOMINATO, LA PENSA A MODO SUO: “A LUI LE FAVE E SE A NOI CI CONTROLLANO QUANTA PASTASCIUTTA SI MANGIA CHE SUCCEDE?”
Ormai
il danno di immagine al Gruppo ciclistico castiglionese, ma soprattutto al
gruppo B, è stato compiuto.
La
stagione è cominciata con una grana, quella della positività dell’innominato alle sostanze “favose”, e la
soluzione è ben lontana dall’essere persino ipotizzata. Il risultato anomalo al
test antidoping e alle controanalisi effettuate ieri sera all’officina Saletti,
dopo che la notizia è stata divulgata da parte di fonti giornalistiche, nulla
si è mosso e all’orizzonte non si intravede qualcosa di costruttivo.
La
parola d’ordine di Danilo Saletti sembra sia: “Evitare il caos di un nuovo caso
tipo quello di Contador, che vinse il Tour 2010 dopo una positività al
clenbuterolo, poi sospeso, riammesso sub judice, vincitore del Giro 2011,
infine squalificato con cancellazione dei risultati”.
Le
squadra che compete per il titolo del gruppo B, va avanti con i suoi
allenamenti, sia di gruppo, sia in solitario.
Danilo
Saletti, ieri sera è uscito finalmente più allo scoperto: “Sto con l’innominato a tutto spiano. È innocente
fino a prova contraria, quindi è giusto che corra. Se nelle sedi opportune non
saprà dimostrare la totale estraneità al fatto, ne pagherà le conseguenze.
Questo vale per tutti, non solo per lui. L’unica cosa è che la giustizia
sportiva deve essere spiccia, veloce e questo l’ho manifestato proprio ieri
sera a Massimone e Renato Ricci, prima che si ritrovassero all’interno della
mia officina per le contro analisi e per cominciare a capire il futuro del
gruppo B”.
Parole
opposte sono quelle pronunciate del nuovo arrivato Adriano Bonarini: “Mi spiace
che i regolamenti non prevedano una sospensione in attesa del giudizio. Posso
anche credere alla buona fede dell’innominato,
ma ha superato dei limiti che prevedono una sanzione. Non possiamo più essere
permissivi. Ne va della credibilità del nostro sport e se è amico del
presidente e di Maurino non mi importa,
bisogna rispettare le regole”.
“Ho
imparato tutti i segreti dell’andare in bicicletta dall’innominato – rivela Maurino
– di mio ho aggiunto lo specchietto al velocipede, ma io di ste fave non è che
ci ho capito molto, ma allora a chi mangia troppa pastasciutta può capitare una
cosa analoga?”.
Dichiarazione
piuttosto invasiva quest’ultima rilasciata dall’atleta sceso da Buriano, ma poi
trova una via d’uscita diplomatica: “Per il bene del ciclismo, mi auguro che l’innominato chiarisca tutto. Qui
entrano in gioco i principi che il team, ma soprattutto quelli del gruppo B, che
si è dato nel recente passato e da dove lui è partito per diventare famoso. Ci sono dei valori etici di riferimento, che non
avrebbero neanche bisogno di discussione”.
Se non gli ha suggerito nessuno questa frase, Maurino potrebbe scendere in politica.
Rossano
Scaccini
©Riproduzione
riservata
L’innominato
è un personaggio di fantasia. Gli altri e i luoghi sono veri ed utilizzati per
rafforzare la storia.
Nella
foto: Danilo Saletti, presidente di tutti i gruppi, mentre legge un suo
comunicato stampa.
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