MAURINO HA DATO FORFAIT, SUERO STAMANI SI E’ ALLENATO CON IL GRUPPO DI QUELLI CHE PENSANDO D’ANDARE FORTE, LORIS TOPINI A SORPRESA SI PRESENTA IN ALTA MONTURA CICLISTICA E RIPRENDE GLI ALLENAMENTI CREANDO SUBITO DISSAPORI NEL GRUPPO C, QUELLI SENZA POSSIBILITA’ DI MIGLIORAMENTO. SULLA CICLABILE GIA’ LO MALEDICEVANO, LA MEGLIO IMPRECAZIONE CHE GLI HANNO RIVOLTO: “BUTTIAMOLO NELLA FOSSA”
Andiamo
per ordine.
Maurino, ufficialmente
è raffreddato.
Me lo ha detto ieri, venerdì, dopo che con un messaggio whazzappato,
poco chiaro. Penso che sia giusto capirci qualcosa. Lo chiamo, sembra che la
colpa del suo malanno sia da attribuire alla moglie. Lei è raffreddata e gli ha
attaccato il probabile virus. Lui, per paura di peggiorare, dice che non se la sente di
uscire a sfidare Vincenzo sulla salita di Schiantapetto, ma i bene informati
stamattina, attorno alle 8:30 hanno giurato che lo hanno visto andare in bici
assieme all’innominato.
Suero, ignaro di
questa defiance
è arrivato preparato. Con un giro di telefonate aveva ingaggiato gregari fidati
per stroncare Maurino, il
pretendente alla maglia del gruppo B per l’anno prossimo.
Tutto però è stato
rinviato a domani? Chissà. Secondo me no. Bisognerà attendere che la massa
magra di Maurino torni a livelli
competitivi.
Man
mano che le 9:00 si avvicinavano, al parcheggio lato distributore Tamoil il
plotone andava a aumentare numericamente. I più scarsi: il sottoscritto e Loris Topini. Dopo di noi, Vincenzo Suero e Massimiliano Salvini. Andare con loro sarebbe stato un calvario.
Poi, ci pensa il “topo” a risolvere l’arcano.
“Noi
del gruppo C si parte alle 9:30”.
Peggio
che alla stazione, orari che cambiano in continuazione.
Il
ritrovo del gruppo C è davanti alla tipografia di Aladino. Sono salvo.
Massimone prende il
comando fino ai Ponti di Badia dove gli passo davanti e andando alla folle
andatura, attorno ai 22 km/h massimo 23, alla rotonda di Macchiascandona,
sempre Massimone mi suggerisce: “Facciamo
un paio di giri intorno a questa aiuola, sono rimasti indietro. Li hai
stroncati”.
Ci
accodiamo al passaggio del plotone per raggiungere Grosseto. Renato, prima d’entrare in città, si
ferma per un pit-stop. Lo attendono Mauro,
il meccanico inglese e lo stesso Massimone
che comincia ad essere visibilmente contrariato per l’andatura quasi da lumaca e
comincia pure a provare freddo.
Sosta
obbligatoria al bar di via dei Mille e poi sul rientro a Castiglione parte un
acceso dibattito. Difficile trovare l’accordo sulla strada da percorrere. Come
al solito si dice una cosa e se ne fa un’altra. Facendo due conti: andatura e
chilometri da percorrere poteva andar bene passare per la provinciale de La
Trappola, ma i meno in forma propongono la ciclabile. Sono in minoranza, ma i
più diplomatici riescono a convincere Massimone, dicendogli di andare a tirare
e quando arriva alla rotonda del Casalone, di girare alla prima a destra. Avrei
scommesso che non li avrebbe assecondati, avrei perso. Che ciclabile sia.
L’allenamento,
apparentemente blando fino a quel momento, si inasprisce improvvisamente. Loris Topini si mette davanti e nessuno
riesce a reggere il suo ritmo. Qualcuno gli urla di andare più piano. Lui non
risponde. Poi, quando cominciano ad essere più voci a chiedergli di rallentare,
arrivando a minacciarlo di buttarlo in fossa, lui risponde a tono e molto sagacemente
li mette tutti in crisi.
“Non
sono io che vado forte. La mia bicicletta più piano di così non può andare e
poi devo dire che voi in questi mesi di mia assenza siete peggiorati tutti”.
Risparmio
la serie di imprecazioni benevole che gli sono state rivolte, ma per fortuna
che si arriva a lasciare la ciclabile. Cerco di placare gli animi proponendo,
arrivati alle quattro strade di Marina di Grosseto, di allungare entrando
dentro il cuore della frazione grossetana. Se al Topini avevano augurato
scariche intestinali e altri simpatici inconvenienti gastrointestinali, anche
al sottoscritto non sono mancati auspici simili.
Mi
metto infondo al gruppetto composto da una decina di agguerriti ciclisti, ma
arrivati al camping Le Marze mi ritrovo davanti con a ruota Renato Ricci.
“Vai
piano mattarello”. Con questo avvertimento rientriamo a Castiglione alla media
folle dei 25 km/h.
Arrivati
all’edicola del Fioravanti, ci fermiamo. Scendo per andare a comprare il giornale.
Renato impaurito afferma: “Siamo andati piano ma tutti gli altri dove sono
finiti? Mica avranno bucato? Ci avrebbero avvertiti. Non credi? Torno a vedere”.
Esco
dall’edicola con in mano il settimanale che piace a mia mamma e passano alla spicciolata.
Renato dietro tutti.
“Questi
un vanno neanche se li pintano”.
Rossano
Scaccini
©Riproduzione
riservata
L’innominato
è un personaggio di fantasia. Gli altri e i luoghi sono veri ed utilizzati per
rafforzare la storia.
Nella foto, gentilmente concessa da Maurino, ho scelto Massimone, l'atleta del giorno.
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