MAURINO CERCA L’ACCORDO CON VINCENZO SUERO PER ARRIVARE AL CAMPIONATO DEL GRUPPO B SENZA SCANNARSI E RIVELA COSA GLI E’ STATO CHIESTO PER ENTRARE NELLA SUA SQUADRA: “DUE POMERIGGI AL MESE IN UN CLUB PRIVÉ CON TANTO DI BUNGA-BUNGA E CHAMPAGNE ED ESCORT COME SE PIOVESSE”. POI CHIEDE A SUERO LUMI SU UNA VICENDA: “MA SECONDO TE LA FORD LE FABBRICA SEMPRE LE ESCORT?”
Suero e Maurino gli sfidanti al campionato del gruppo B |
Come
il patto del Nazzareno, stamattina Maurino
e Vincenzo Suero hanno sancito un
accordo per arrivare con tranquillità all’inizio del campionato del gruppo B.
Dietro
a questa combine c’è dell’altro, e avendo sentito con le mie orecchie l’accaduto,
ve lo svelo immediatamente.
Galeotta
è la noiosissima strada provinciale di Barbaruta. Dopo aver tirato alla folle
velocità di 22 km/h e il gruppo si era sfilacciato, decido, raggiunta la prima
curva, lasciata la strada provinciale Castiglioense, di mettermi infondo al
plotone.
Nell’ultimo
rettilineo, prima di riprendere per un breve tratto la statale Aurelia, mi
trovo davanti Maurino e Vincenzo Suero che pedalano stando uno
accanto all’altro, gli altri sono una ventina di metri
avanti.
I
due non si accorgono che sono dietro e vanno avanti con le chiacchiere, ma mi rendo
immediatamente conto che non stavano facendo gossip, era in corso una vera e
propria spartizione pre-campionato. Sto per gridare allo scandalo, ma mi
trattengo e ascolto tutto. Quello che le mie orecchie sentono a dir poco è solo
scandaloso.
Ecco
la cronaca.
Maurino: “Lo sai che per venire nella mia squadra Attilio
Nocciolini, Rossano il giornalista, Aladino il tipografo, ma soprattutto Renato Ricci, Massimone e il Loris Topini
ieri mi hanno chiesto di aggiungere al loro ingaggio, già molto oneroso,
due pomeriggi al mese in un club privé con tanto bunga-bunga, champagne ed
escort”. L’atleta sceso da Buriano con sguardo indagatore cerca un segno di
commento di Vincenzo Suero, che non
arriva e lui prosegue, facendogli una domanda: “Ma secondo te la Ford le
fabbrica sempre le Escort?”.
Non
ricevendo risposta, ma solo sguardi indagatori, Maurino torna a parlare dell’imminente ufficializzazione della sua
squadra: “Se vogliono correre questi qui dovranno essere loro a supplicarmi di
ingaggiarli e organizzare festini dove io sono l’ospite d’onore e pagare tutto
quanto. Ci mancherebbe”.
Ancora
Vincenzo Suero non spiccica parola e
Maurino spiega cosa ha in mente: “Se
te sei d’accordo oggi provo come vanno sia Attilio
Nocciolini e Rosssano il giornalista, che mi sono arrivati davanti troppo
spesso ultimamente. Li voglio testare e se come penso mi chiederanno di far
parte della mia squadra e non della tua, voglio capire se sono dei bluff o
delle belle realtà del ciclismo castiglionese. Poi gli altri scegli te, tanto
vanno meglio di questi due. Voglio fare un’opera buona. Rimarrebbero senza
ingaggio altrimenti”. Un animo davvero nobile.
Finalmente
Vincenzo Suero apre bocca: “Fai un
po’ come ti pare, tanto tutti sanno che il vero bluff sei te e non Attilio
Nocciolini o Rossano il giornalista”.
Vedo
Maurino che aumenta l’andatura e raggiunge Attilio
Nocciolini. I due parlottano a bassa voce e poi l’uomo di via Montecristo
sul cavalcavia della superstrada, equiparato ad un gran premio della montagna
di seconda categoria, aumenta e dietro gli si accoda Maurino.
Che
fare? Guardo Vincenzo Suero, mi fa
cenno di sì con la testa e capisco, devo agire.
Raggiungo
i due fuggitivi e con loro arriviamo alle Stiacciole, poi si decide di girare
in direzione Grosseto. Una velocità tipica di quelle quando mancano pochi
chilometri al traguardo in volata. In pochi minuti si arriva al bar di via dei
Mille, dove le commesse commentano il nostro ingresso incredule. Una cosa l’abbiamo
capita subito, non siamo fra quelli che hanno catturato la loro attenzione. Ci
chiedono il perché non fossero con noi quello che beve il caffè d’orzo e quello
che mangia la banana. Poi ci aggiungono
un carico da novanta. “Però – dice una delle bellissime donne presenti
in quel momento dietro al bancone - c’è quello che vuole il caffe nella tazzina
di vetro. A farmelo fare così, oltre a lui, me lo chiede la perpetua del prete”.
Capito
che non siamo molto apprezzati dentro a quel locale, si riparte decidendo di
percorrere la strada che costeggia il centro commerciale Aurelia antica e poi
la Trappola, Marina e rientro alla base.
L’accordo,
quello di tirare un chilometro ciascuno ai 32 km/h salta al secondo cambio.
Maurino non lo rispetta, motivando che a tirare il capitano è esentato. Lo
mando garbatamente dove deve andare e allora decido di farlo stancare. Attilio Nocciolini, uomo saggio e di
grande esperienza, capisce cosa voglio fare e mi asseconda. Tiriamo io e lui.
Nei venti chilometri che mancano al rientro a Castiglione della Pescaia.
Per
farla corta, Grosseto – Marina mai meno dei 40 km/h, con punte attorno ai 45.
Dietro di noi lo scialare di Maurino
è talmente sfacciato che il vento prodotto era simile alla spinta dei watt
aggiunti grazie ai raggi del sole alle ruote di Vincenzo Suero.
Si
entra dentro il paese, ci fermiamo davanti l’edicola, accanto alla farmacia.
Scendo ad acquistare il periodico per mia mamma. Saluto Attilio Nocciolini, ma Maurino non riesce a pronunciare parola e lo
liquida con un ciao mimato con la mano. Il fiatone è talmente alto che mi
preoccupa. Lo guardo in faccia mentre arrotolo il settimanale e lo inserisco in
una delle tre tasche dietro della maglia e sentenzio: “Non te ne avere a male Maurino, ma io con te un ci corro. Se l’ingaggio
deve essere niente, allora niente per niente, vado con Vincenzo Suero, almeno sono nella squadra di quello che vince”.
Rossano
Scaccini
©
Riproduzione riservata.
L’allenamento
è vero, un po’ meno, ma non poi più tanto, le vicende narrate.
Nella foto: Vincnezo Suero e Maurino
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