sabato 27 gennaio 2018

MAURINO CERCA L’ACCORDO CON VINCENZO SUERO PER ARRIVARE AL CAMPIONATO DEL GRUPPO B SENZA SCANNARSI E RIVELA COSA GLI E’ STATO CHIESTO PER ENTRARE NELLA SUA SQUADRA: “DUE POMERIGGI AL MESE IN UN CLUB PRIVÉ CON TANTO DI BUNGA-BUNGA E CHAMPAGNE ED ESCORT COME SE PIOVESSE”. POI CHIEDE A SUERO LUMI SU UNA VICENDA: “MA SECONDO TE LA FORD LE FABBRICA SEMPRE LE ESCORT?”

Suero e Maurino gli sfidanti al campionato del gruppo B

Come il patto del Nazzareno, stamattina Maurino e Vincenzo Suero hanno sancito un accordo per arrivare con tranquillità all’inizio del campionato del gruppo B.
Dietro a questa combine c’è dell’altro, e avendo sentito con le mie orecchie l’accaduto, ve lo svelo immediatamente.
Galeotta è la noiosissima strada provinciale di Barbaruta. Dopo aver tirato alla folle velocità di 22 km/h e il gruppo si era sfilacciato, decido, raggiunta la prima curva, lasciata la strada provinciale Castiglioense, di mettermi infondo al plotone.
Nell’ultimo rettilineo, prima di riprendere per un breve tratto la statale Aurelia, mi trovo davanti Maurino e Vincenzo Suero che pedalano stando uno accanto all’altro, gli altri sono una ventina di metri avanti.
I due non si accorgono che sono dietro e vanno avanti con le chiacchiere, ma mi rendo immediatamente conto che non stavano facendo gossip, era in corso una vera e propria spartizione pre-campionato. Sto per gridare allo scandalo, ma mi trattengo e ascolto tutto. Quello che le mie orecchie sentono a dir poco è solo scandaloso.
Ecco la cronaca.
Maurino: “Lo sai che per venire nella mia squadra Attilio Nocciolini, Rossano il giornalista, Aladino il tipografo, ma soprattutto Renato Ricci, Massimone e il Loris Topini ieri mi hanno chiesto di aggiungere al loro ingaggio, già molto oneroso, due pomeriggi al mese in un club privé con tanto bunga-bunga, champagne ed escort”. L’atleta sceso da Buriano con sguardo indagatore cerca un segno di commento di Vincenzo Suero, che non arriva e lui prosegue, facendogli una domanda: “Ma secondo te la Ford le fabbrica sempre le Escort?”.
Non ricevendo risposta, ma solo sguardi indagatori, Maurino torna a parlare dell’imminente ufficializzazione della sua squadra: “Se vogliono correre questi qui dovranno essere loro a supplicarmi di ingaggiarli e organizzare festini dove io sono l’ospite d’onore e pagare tutto quanto. Ci mancherebbe”.
Ancora Vincenzo Suero non spiccica parola e Maurino spiega cosa ha in mente: “Se te sei d’accordo oggi provo come vanno sia Attilio Nocciolini e Rosssano il giornalista, che mi sono arrivati davanti troppo spesso ultimamente. Li voglio testare e se come penso mi chiederanno di far parte della mia squadra e non della tua, voglio capire se sono dei bluff o delle belle realtà del ciclismo castiglionese. Poi gli altri scegli te, tanto vanno meglio di questi due. Voglio fare un’opera buona. Rimarrebbero senza ingaggio altrimenti”. Un animo davvero nobile.
Finalmente Vincenzo Suero apre bocca: “Fai un po’ come ti pare, tanto tutti sanno che il vero bluff sei te e non Attilio Nocciolini o Rossano il giornalista”.
Vedo Maurino che aumenta l’andatura e raggiunge Attilio Nocciolini. I due parlottano a bassa voce e poi l’uomo di via Montecristo sul cavalcavia della superstrada, equiparato ad un gran premio della montagna di seconda categoria, aumenta e dietro gli si accoda Maurino.
Che fare? Guardo Vincenzo Suero, mi fa cenno di sì con la testa e capisco, devo agire.
Raggiungo i due fuggitivi e con loro arriviamo alle Stiacciole, poi si decide di girare in direzione Grosseto. Una velocità tipica di quelle quando mancano pochi chilometri al traguardo in volata. In pochi minuti si arriva al bar di via dei Mille, dove le commesse commentano il nostro ingresso incredule. Una cosa l’abbiamo capita subito, non siamo fra quelli che hanno catturato la loro attenzione. Ci chiedono il perché non fossero con noi quello che beve il caffè d’orzo e quello che mangia la banana. Poi ci aggiungono  un carico da novanta. “Però – dice una delle bellissime donne presenti in quel momento dietro al bancone - c’è quello che vuole il caffe nella tazzina di vetro. A farmelo fare così, oltre a lui, me lo chiede la perpetua del prete”.
Capito che non siamo molto apprezzati dentro a quel locale, si riparte decidendo di percorrere la strada che costeggia il centro commerciale Aurelia antica e poi la Trappola, Marina e rientro alla base.
L’accordo, quello di tirare un chilometro ciascuno ai 32 km/h salta al secondo cambio. Maurino non lo rispetta, motivando che a tirare il capitano è esentato. Lo mando garbatamente dove deve andare e allora decido di farlo stancare. Attilio Nocciolini, uomo saggio e di grande esperienza, capisce cosa voglio fare e mi asseconda. Tiriamo io e lui. Nei venti chilometri che mancano al rientro a Castiglione della Pescaia.
Per farla corta, Grosseto – Marina mai meno dei 40 km/h, con punte attorno ai 45. Dietro di noi lo scialare di Maurino è talmente sfacciato che il vento prodotto era simile alla spinta dei watt aggiunti grazie ai raggi del sole  alle ruote di Vincenzo Suero.
Si entra dentro il paese, ci fermiamo davanti l’edicola, accanto alla farmacia. Scendo ad acquistare il periodico per mia mamma. Saluto Attilio Nocciolini, ma Maurino non riesce a pronunciare parola e lo liquida con un ciao mimato con la mano. Il fiatone è talmente alto che mi preoccupa. Lo guardo in faccia mentre arrotolo il settimanale e lo inserisco in una delle tre tasche dietro della maglia e sentenzio: “Non te ne avere a male Maurino, ma io con te un ci corro. Se l’ingaggio deve essere niente, allora niente per niente, vado con Vincenzo Suero, almeno sono nella squadra di quello che vince”.
Rossano Scaccini
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L’allenamento è vero, un po’ meno, ma non poi più tanto, le vicende narrate.
Nella foto: Vincnezo Suero e Maurino