La ruga del cretino un lavoro che ti spiazza, ma Vitali e Picozzi sanno come catturarti l'attenzione fino alla fine
Dopo aver letto La ruga del cretino, stavo
per comporre il numero di telefono del medico di Bellano e proporgli la nostra
chiacchierata intervista da pubblicare su questo blog, ma stavolta c’è stato un qualcosa
che mi ha fatto desistere. Mettiamola così: è andata bene all’autore, un
giornalista in meno al quale dedicare del tempo.
I libri di Andrea Vitali sono da leggere e anche da
rileggere, ma per me lui ci deve far viaggiare nei suoi romanzi come ci ha da sempre abituati.
Non me ne voglia Massimo Picozzi criminologo, psichiatra e
coautore de La ruga del cretino, ma durante le tre serate che ho occupato per
leggere il libro sono certo d’aver diviso pagina per pagina, cosa aveva scritto
il medico condotto e cosa aveva inserito il criminologo all’interno del mondo
romanzato di Vitali.
Mi permetto di fare una mia presentazione de La ruga del cretino. Ha al suo interno una parte
considerevole dedicata al mondo del paranormale ambientato in quel periodo
storico, ma che lo fa diventare un giallo imprevedibile e tutto quanto è mescolato
con momenti di spensieratezza. C'à molto altro ancora, ma non voglio togliere niente alla piacevole sorpresa andando in libreria ad acquistarlo o in biblioteca, dove lo potrete chiedere in prestito.
Adesso, rientrando nei panni di lettore e appassionato di quanto Vitali produce e mi domando dopo aver letto l’ultima pagina de La ruga del
cretino: ci sarà un seguito a questa storia?
Secondo me sì. Sarà una lettura che non disdegnerò, ma
preferisco la parte, consolidata, che sa
produrre Vitali. Un filone dove ancora attingere.
Rossano Scaccini
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