Uccidi il padre, un thriller avvincente
Ha deciso di lasciare la sua professione di cuoco, ed è diventato uno dei più graditi
scrittori e sceneggiatori italiani, curatore di serie di successo come 'Squadra
Antimafia' e 'Ris Roma'
Sandrone Dazieri, è di poche parole, ma se vi capita di leggere Uccidi il padre, sarete proiettati in costanti
e continui stravolgimenti, che ti accompagnano dalla prima all'ultima pagina.
Dazieri come promuoverebbe Uccidi
il padre?
“Non so se vi piacerà, ma di sicuro vi sorprenderà”.
Non posso sottrarmi a fare questa inevitabile domanda: lei ha studiato
alla scuola alberghiera ed è un cuoco, che pietanze accompagnerebbe ai suoi
lavori di scrittore?
“Solo piatti vegetariani, perché lo sono. Per Uccidi il padre le tagliatelle al caffè”.
E una portata per descrivere la scrittura?
“La pizza quattrostagioni. C'è un po' di tutto”.
In gioventù lei ha frequentato centri sociali, oggi che cosa le resta
da quell’esperienza?
“La formazione sentimentale e politica, tanti ricordi belli e un pugno
di amici straordinari”.
Ha preso parte attivamente alla vita politica e di questo spaccato di
vita che ne ha ricavato?
“Quello che sono, credo e mi ha ampliato gli orizzonti. Poi se te la
cavi in un'assemblea con gente che ti urla addosso non hai problemi poi a
gestire presentazioni di alcun tipo”.
Leggendo Uccidi il padre non si
può fare a meno di conoscere Colomba. Questa donna ha vissuto senza poter far
nulla un fatto drammatico, che l’ha provata profondamente. Lei lo definisce un disastro,
ma malgrado ciò prosegue nel suo lavoro di poliziotta.
Immaginandomi Colomba Caselli, la vedo come una donna davvero tenace,
sempre in prima linea. E adesso, dopo quanto le è accaduto, spiega l’autore,
rimane inghiottita da attacchi di panico, che le impediscono di tornare in
servizio.
Il thriller di oltre 550 pagine, vede Colomba convocata dal suo
superiore della Squadra Mobile di Roma, Alfredo Rovere, che le chiede di dirimere
un caso particolare e solo alla sua portata fra il personale che lui dirige. La
donna, di tornare in servizio non ne vuole proprio sapere, ma dopo tanta
insistenza cederà.
Assieme a Colomba, nel libro troveremo Dante Torre, anche lui con una
storia personale alle spalle davvero unica. Da bambino e per ben 11 anni fu chiuso in un
silo. Ora, immancabilmente soffre di claustrofobia. Dante è un cercatore di
persone sparite fra i migliori in circolazione e assieme a Colomba indagheranno sulla
scomparsa di un bambino.
Rossano Scaccini
©Riproduzione riservata
Foto gentilmente concessa da sandrone Dazieri è stata scattata da Rossella Rasulo.
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