mercoledì 29 maggio 2013

"Capo Scirocco " tante emozioni in questo romanzo


Capo Scirocco è un libro sugli esiti (non sempre felici) dell'amore da melodramma, del lasciarsi travolgere dal demone dell'amore, ma è anche un libro che parla di musica e di ombre con personaggi che oscillano, come spesso avviene a tutti noi, tra ciò che vorrebbero essere e ciò che la società vuole che siano. Le convenzioni sociali spesso ci impongono ruoli dentro i quali ci sentiamo stretti o che poi vengono sconvolti dalla passione. La passione in questo romanzo è rappresentata attraverso la musica e il vento entrambi capaci di insinuarsi nelle pieghe della mente dei protagonisti e sconvolgerli nel profondo.

Ersilia Emanuela Abbadessa ha mando in libreria un buon prodotto che sta riscuotendo successo sia dalla critica, sia dal pubblico e nel raccontare la sua isola ha creato un bel prodotto letterario.

Che Sicilia ha descritto?

“Ho scelto di descrivere la Sicilia attraverso un luogo immaginario, Capo Scirocco, perché volevo far convergere lì tutte le diverse identità isolane che sono differenti l'una dall'altra, a seconda dei popoli che le hanno dominate. Dunque, a Capo Scirocco è possibile ritrovare la mondanità spagnola che è tipica di Catania, i miti arcaici che sono propri di Siracusa, la raffinatezza dei salotti arabi che è di Palermo, lo spirito cattolico particolarmente vivo in certe zone dell'entroterra, l'eleganza sabauda del periodo piemontese e così via. Per questo non ho descritto direttamente Palermo nemmeno quando i miei protagonisti ci si recano ma l'ho fatta assaporare solo attraverso i loro racconti per collocare in un altrove tutti i luoghi siciliani che sono reali. D'altra parte il mio romanzo gioca con le strutture tramiche del melodramma e i melodrammi, anche quando hanno ambientazioni precise, rimandano sempre l'impressione di essere collocati in uno spazio senza tempo e non identificabile”.

Oggi la “sua” isola come la vede?

“Manco dalla Sicilia da molto e l'immagine che ne ho è quella che avrebbe una nostalgica innamorata che rivede l'amante solo di rado. Per questo non riesco più a vedere della Sicilia i difetti che pure mi hanno fatto soffrire e che, in qualche modo, mi hanno costretta a lasciarla. La Sicilia è una regione piena di problemi, questo è sotto gli occhi di tutti, ma con enormi potenzialità con un popolo fiero, intelligente e di una forza stupefacente. Io mi sento profondamente siciliana”.

Leggendo Capo Scirocco ho trovato passione, amore e molto altro ancora, come sono andato?

“Direi molto bene. La passione in senso lato è protagonista del mio romanzo e l'amore, naturalmente, è il filo principale della storia. Ma, oltre, si potrebbe fare una riflessione sulla predestinazione - l'ombra che copre Luigi, il protagonista, appena sbarcato in Sicilia, in fondo può essere letta come un presagio negativo - sulla spiritualità e, senza voler rivelare nulla ai lettori futuri, anche sul rapporto tra vittima e carnefice, ovvero sui giochi di forze che si innescano all'interno dei rapporti di coppia”.

In questo libro si respira la bellezza della musica, ma per lei questa parola cosa sprigiona e come la vorrebbe far capire ai lettori?

“La musica per me è un linguaggio. Ha grammatica e sintassi e, soprattutto, si esprime attraverso la forma. A dirla così sembra che il bello in musica non mi colpisca ma non è vero: il bello è per me il perfetto equilibrio della forma, l'invenzione nello svolgimento armonico. Ecco, se dovessi decidere di parteggiare per una delle mie due protagoniste, donna Rita amante del melodramma o per Anna sostenitrice della musica wagneriana, direi che il rigore scientifico di Anna mi appartiene di più. Questo non esclude però che ogni volta che sento La traviata (e l'avrò ascoltata più di 200 volte), quando Violetta al secondo atto intona "Dite alla giovine" io scoppi in lacrime. E sono certa che continuerò a farlo anche al millesimo ascolto.

Lo scirocco per lei è un vento di passione?

“Sì, senza alcun dubbio. Il caldo accende le passioni. Se penso alla carnalità penso alla pelle accaldata, lucida e leggermente imperlata di sudore. E quale vento saprebbe suscitare meglio questa seduzione se non lo scirocco?”.

Rossano Scaccini

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Foto: gentilmente concessa da Emanuela Ersilia Abbadessa