venerdì 5 aprile 2013

MONDI FANTASTICI DI FRANCESCO FALCONI


 

 

“Presto ambienterò un mio libro a Castiglione della Pescaia”.

Lo promette Francesco Falconi, grossetano, autore di romanzi fantasy .

Lei non è uno scrittore a tempo pieno?

“No, sono scrittore a metà, perché di giorno indosso il cappellino di ingegnere delle Telecomunicazione. La sera, invece, mi chiudo nella mia stanza per creare mondi e raccontare storie”.

Ha dichiarato che per lei la scrittura è un’esigenza, ma come le si manifesta?

“In diversi modi. Quello più semplice è la nascita di un’idea, che può avvenire in qualsiasi momento della giornata, o derivare da un’esperienza diretta. L’idea cresce, diventa tridimensionale, si trasforma in personaggi. I personaggi mi parlano, fino a obbligarmi a raccontare le loro storie. Non posso far altro, la scrittura è il mio modo di esprimermi e sentirmi me stesso”.

Mentre a 14 anni i ragazzi pensano solo a divertirsi lei ha scritto il suo primo romanzo, ma i suoi coetanei cosa le dicevano?

Estasia” è un romanzo per ragazzi, che narra la vicenda di Danny Martine, a cavallo fra il nostro mondo e uno immaginario. All’epoca amavo moltissimo il fantasy, ma desideravo una storia tutta mia, con i miei personaggi e un intreccio che mi convincesse. Così presi un quadernone  - che tutt’oggi conservo gelosamente – e mi misi a scrivere il romanzo. Non lo dissi ai miei coetanei, perché mi vergognavo né conclusi la stesura, ma abbandonai il quadernone in un cassetto. Lo ripresi in età adulta, dopo la laurea. Lo riscrissi e infine trovò una pubblicazione. Sono molto affezionato alla trilogia di Estasia, benché sia una mia prima opera – quindi se vogliamo anche immatura e diversa dallo scrittore che sono oggi”.

Il libro che al momento le ha dato maggiori soddisfazioni dai riscontri avuti dai lettori?

“Sicuramente l’ultimo, il tredicesimo romanzo. Si intitola “Muses”, edito Mondadori. È un romanzo che ha avuto una lunga gestazione, circa tre anni, prima di essere scritto. Aspettavo il momento giusto e, soprattutto, una maturazione stilistica necessaria per affrontare una storia complessa e articolata. Lo sforzo non è stato vano: i lettori sono rimasti entusiasti, basta leggere le varie recensioni che si possono trovare in rete, come su Anobii, il social dedicato ai libri”.

“Muses” per lei è?

“La storia di Alice, una ragazza nata e cresciuta nella periferia di Roma con un padre violento e alcolizzato e una madre incapace di difenderla e dimostrarle il suo affetto. Alice è una cantante rock, piena di tatuaggi e piercing, suona il violino elettronico. Si perde a Roma, cresce con compagnie sbagliate che le costeranno anche il carcere minorile. Dopo un incidente scopre di essere stata adottata e fugge a Londra per scoprire le sue origini. Qui sarà svelata una sconvolgente verità: Alice è la discendente della Musa della Musica. Nella seconda parte del romanzo, con influenze più fantastiche, ho risposto alle domande: cosa accadrebbe se le Muse vivessero tra di noi? Ai giorni nostri, come ispirerebbero gli uomini? Le loro arti si sarebbero evolute adattandosi ai tempi?”.

Il genere fantasy come le si addice?

“Ogni genere letterario è solo una veste per raccontare una storia, che sia fantastico, romance, thriller o altro. Fino ad oggi – esclusion fatta per il libro di fantascienza “Gothica” e la biografia di Madonna – ho scelto quest’abito. Nel prossimo futuro però sono intenzionato a cimentarmi nella narrativa per adulti”.

Scrivere romanzi per ragazzi, quali sono gli ingredienti principali?

“In primis non credere che i ragazzi siano degli sciocchi e che possiamo fare degli sconti. Non pensare “tanto è fantasy”, piacerà. Non funziona così. La generazione di oggi è molto matura, spesso disillusa. Scrivere per ragazzi è assolutamente difficile, sia se abbiamo come intento quello di spingere verso l’evasione, sia se vogliamo scrivere qualcosa di più realistico. Spesso noto che i genitori e le scuole adottano un atteggiamento protezionistico verso i ragazzi, cercando di rifilare storie edulcorate o solo i classici. Non sono più sufficienti, nell’era in cui tutto è accessibile via internet. Per invogliare alla lettura dobbiamo immergerci e vivere il mondo dei ragazzi di oggi. Infatti molti di loro mi seguono giornalmente sui miei canali internet: il mio sito (www.francescofalconi.it), su twitter (francescofalcon) e su facebook (/falconifrancesco).

Ma i giovani stanno lontani dai libri?

“Vivono il loro mondo. La lettura di per sé è qualcosa di più impegnativo rispetto al cinema o ai videogiochi, ma conosco tantissimi ragazzi che – seppur con uno sforzo iniziale – si sono avvicinati ai libri e adesso sono lettori onnivori anche di lettura classica. Dobbiamo comprendere i ragazzi, avvicinarli alla lettura spingendo sulle loro passioni. Dobbiamo imparare a farli ammalare di lettura”.

Il suo rapporto con il pubblico adulto in quale libro già scritto lo potrebbe meglio dichiarare centrato?

““Muses” è un libro letto anche dagli adulti. Vi racconto un piccolo aneddoto: durante una presentazione a Latina, si avvicina una donna di mezza età per un autografo. Mi chiede se può dettarmi la dedica, sorrido e accetto. E mi dice: “A Silvia, che la ringrazia per aver raccontato la sua storia”.


Rossano Scaccini

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