lunedì 4 luglio 2011

OLTRE IL PERDONO IL ROMANZO DI MONICA DE MARCO


Quando decise di mettersi davanti al computer e scrivere “Attimi di felicità”, Monica De Marco ha cercato di sensibilizzare i lettori, ed in molti hanno conosciuto grazie a lei il mondo della displasia ectodermica, malattia genetica rarissima di cui è affetto un suo familiare.
L’autrice, che vive a Prato, in questi giorni manda in libreria la sua seconda fatica: “Oltre il perdono”.
Provo a presentarvela meglio.
Chi è Monica De Marco?
“Sono una normalissima donna di mezz’età che coltiva da sempre un sogno molto ambizioso, scrivere, e la speranza di riuscire un giorno ad avere un pubblico che giudichi, apprezzi, critichi, assolva o condanni, la speranza cioè di realizzare il sogno nel sogno”.
Come è scandita una sua giornata tipo?
“Famiglia, lavoro, le solite cose. E la scrittura logicamente, nei ritagli di tempo, di notte. Ho già iniziato il mio terzo romanzo. Le ore che passo davanti al pc a scrivere sono fra le mie ore migliori”.
Torniamo per un istante al suo primo libro pubblicato, decisamente autobiografico: “Attimi di felicità”, che ha scosso molto l’opinione pubblica, lo può riassumere in poche battute per coloro che ancora non l’hanno letto?
“Attimi di felicità è una storia vera, la mia. E’ la storia di gente semplice, normale, che si trova a dover combattere con mille difficoltà, alcune al limite del paradosso, come purtroppo troppo spesso avviene nella vita, dove la realtà supera davvero la fantasia. Credo che chiunque vi possa trovare delle pagine in cui riconoscersi. Scrivere per me è stato come guardare in uno specchio per riflettere su tutto ciò che era accaduto, e liberarmene, oltre a tentare di sensibilizzare il lettore sulle problematiche della displasia ectodermica, malattia genetica di cui è affetto il mio nipotino, rarissima e praticamente sconosciuta e quindi completamente ignorata”.
Come è arrivata alla sua seconda fatica: Oltre il perdono?
“Ancor prima di aver scritto la parola fine a “Attimi di felicità”, avevo già capito che scrivere mi era ormai diventato indispensabile. Era stato relativamente facile scrivere della mia vita, ma sarei stata in grado di partire dal nulla, immaginare una storia, inventare dei personaggi, cercare di dar loro un volto e un’anima? Ho scommesso con me stessa che ci sarei riuscita. “Oltre il perdono” è nato da questa scommessa”.
Un romanzo rosa, come si evolve il racconto?
“Con “Oltre il perdono” ho partecipato e vinto il concorso indetto dalla Ciesse edizioni per la selezione di opere da inserire nella collana Pink, ma a detta dello stesso editore, Carlo Santi, non è solo un romanzo rosa. E’ un romanzo, punto, che parla sì d’amore e tradimento, ma cerca, scusate il gioco di parole, proprio di andare “oltre”.
Questo libro sta riscuotendo un discreto interesse fra gli addetti ai lavori, lei come lo promuoverebbe per convincere magari di leggerlo sotto l’ombrellone durante questa estate?
“Per chi come me scrive e ammette di scrivere sognando di conquistare una fetta di pubblico, il lettore è l’unico vero giudice, colui che decreta o meno il successo di uno scrittore. Chiedo molto umilmente che mi venga data questa possibilità, non essere un nome famoso non significa non saper scrivere belle storie, e scriverle bene. In ogni caso preferirei sentirmi dire: “Signora, il suo libro fa schifo” che non sentirmi dire nulla, quindi via, tutti a leggere “Oltre il perdono” e dopo passate parola se il libro vi ha convinto oppure stroncatelo, però leggetelo, mi raccomando”.
Monica De Marco cosa legge?
“So che può sembrare una risposta banale, ma Monica De Marco non ha problemi a leggere di tutto, anche se non tutto le piace. Quello che chiedo a un libro, a un racconto, una poesia, è che dopo aver letto mi lasci dentro qualcosa. Può sembrare poco, invece è tutto”.
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Foto gentilmente concessa da Monica De Marco