domenica 27 febbraio 2011

ROBERTO PETITO: DA ASSESSORE PENSA SEMPRE AL CICLISMO E VUOLE PORTARE IL GIRO D'ITALIA A CIVITAVECCHIA


“Oggi sono in politica, ma non perché sono un politico. Serviva all'assessorato allo Sport una figura tecnica per individuare quelle problematiche che un politico no sa vedere ed ho accettato la sfida. Purtroppo, ad oggi, grandi progetti non ne ho potuti fare. Le condizioni finanziarie del Comune di Civitavecchia al momento non lo permettono, ma nel piccolo ho già realizzato belle cose con le associazioni locali. Per il futuro sto lavorando affinché arrivino due eventi importanti in questa città: il Giro d'Italia e qualcos’altro di richiamo nazionale, sempre se il portafogli comunale abbia recuperato qualche spicciolo”.
Ho intervistato nella nuova veste di uomo prestato alla politica un ciclista che ha partecipato a rendere interessante gli ultimi anni del ciclismo nazionale, Roberto Petito.
Oggi Petito ha 40 anni, é sposato con Letizia, anche lei ex campionessa di canottaggio, hanno due bambine: Roberta di 11 anni e Farah di 5. Attualmente Petito gestisce bar al centro di Civitavecchia con la moglie ed il cognato.
Roberto Petito ciclista è stato?
“Se devo fare un paragone, tanto per darci un idea, posso dire che sono stato il Ciro Ferrara del ciclismo. Ho militato sempre in team di prima categoria: dalla Mercatone Uno, alla Saeco, alla Fassa Bortolo, alla Liquigas e c’è stata anche una parentesi di un anno con la Tenax. Posso dire che sono passato professionista con le credenziali giuste però ho avuto troppi problemi di interruzione dovuti a malattie e problemi fisici che non mi hanno permesso di esprimermi al meglio. Ogni qualvolta che mi riportavo in pari ne scappava fuori una nuova. Comunque, non mi lamento nonostante ciò sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio e la popolarità giusta vincendo una decina di classiche del nord dove solo chi a temperamento voglia di lottare riesce ad ottenere risultati”.
Essere gregario nel ciclismo secondo lei vuol dire?
“Non vuol dire solo aiutare. Il gregario é quella persona che ha capito quale è il proprio potenziale, che sa di non essere il numero uno, però sa svolgere quel ruolo importante e fondamentale per il proprio capitano. Questo lo onora e lo gratifica come se fosse lui il vincitore perché sa che il merito é dovuto per quello che ha fatto durante la gara”.
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Foto gentilmente concessa da Roberto Petito