lunedì 8 novembre 2010

IL CICLISMO VISTO DA MIRCO LORENZETTO



E’ un passista veloce, non si limita ai percorsi prettamente piatti, ma riesce ad avere degli spunti anche su tracciati ondulati.
Queste sono le prime indicazioni che mi portano a presentarvi Mirco Lorenzetto, il ciclista che ho intervistato nei giorni scorsi.
Come è scandita una sua giornata quando ha in programma l’allenamento?
“La sveglia è prevista per le 08.00 circa, ricca colazione a base di cereali e yogurt. Addominali e streatching precedono l'allenamento in bicicletta, di circa 4-5 ore. Al rientro, segue un pasto leggero e un po’ di recupero”.
Cosa vuol dire per lei la parola velocista?
“Un atleta che sa esprimere al meglio la sua potenza in un breve tratto, nel mio caso cerco di prepararmi, però, anche a percorsi più impegnativi”.
Le salite per Mirco Lorenzetto sono?
“Una sfida, è gratificante per me affrontarle e superarle”.
La gara più bella corsa fino ad oggi?
“E' una corsa alla quale sono particolarmente legato, il Tour delle Fiandre, nonostante sia stato coinvolto nel 2009 in un brutto incidente. La partenza da Bruges è da pelle d'oca. Questa corsa mi emoziona in maniera particolare e il calore della gente sulle strade è unico”.
Quella alla quale spera di non dover più prendere parte?
“Rimane un osso duro per me la Parigi Roubaix, impervia e faticosa per quel suo pavè che la contraddistingue”.
Ci parla del suo prossimo anno agonistico?
“Si preannuncia all'insegna del cambiamento, per i nuovi colori della maglia. La motivazione è sempre in crescita, soprattutto nell'ottica di nuove sfide, un occhio di riguardo è sempre verso la Milano Sanremo e le classiche del nord. Confido in un'ottima stagione, all'insegna di qualche bella soddisfazione”.
Concludiamo con un consiglio per gli appassionati di questa disciplina sportiva che sono agli inizi: come possono fare per imparare bene a stare a ruota?
“L'importante è sempre divertirsi, soprattutto nell'intraprendere una nuova disciplina sportiva, alla base di tutto ci dev'essere il piacere di stare in bicicletta, il segreto per stare a ruota: la concentrazione”.
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Foto: gentilmente concesso da Mirco Lorenzetto