sabato 4 settembre 2010

Susanna Zorzi: l'orgoglio di vestire la maglia azzurra

E’ da pochi mesi maggiorenne, ma già indossa la maglia della nazionale italiana di ciclismo.
Susanna Zorzi, classe 1992, ha fra i suoi hobby, uno davvero simpatico, curare le sue caprette, ma come tutte le ragazze della sua età ama uscire con gli amici, passeggiare in mezzo alla natura, ascoltare musica, giocare a calcio balilla e tanto altro ancora.
Come sono i ritmi della giornata di Susanna Zorzi?
“Scuola al mattino, pranzo, allenamento, studio, cena. Se ho tempo, ma raramente esco la sera con amici o ci troviamo dopo cena). Dopo aver fatto tutte queste cose mi attende il letto per il meritato riposo. Quando non vado a scuola, durante le vacanze: allenamento al mattino e nel pomeriggio mi dedico ai miei hobby".
Susanna Zorzi come ha capito che il ciclismo sarebbe diventato il suo sport?
“Con il proseguire degli anni sono arrivati dei bei risultati e la passione è sempre aumentata e andare in bici e correre mi faceva divertire sempre di più. A mio papà piaceva il ciclismo e con la spinta di una mia cara amica che correva in bici sono andata a provare e da li la passione è nata; anche perché nel mio giardino e nella campagna, boschi del mio paese continuavo a girare in bici”.
Ma le donne che praticano questo sport sono poche e lei come si comporta quando si allena con i maschietti?
“A dir la verità con i maschietti mi alleno poco, esco quasi sempre da sola in bici. Però quando ci vado, è un bel divertimento uscire con loro, fai più fatica, però sono molto simpatici, e queste uscite di gruppo sono molto belle da fare e poi è un allenamento diverso dal solito”.
Torniamo al mondo femminile del ciclismo, che differenze, positive e negative, si sente di mettere in risalto paragonandole al movimento maschile?
“Inizio dalle negative perché mi viene più facile parlarne. Spesso noi donne siamo sottovalutate, invece negli ultimi anni abbiamo ottenuto più risultati dei maschi. Siamo meno seguite e ci sono molto meno soldi rispetto che nel ciclismo maschile, anche se di fatica e sacrifici li facciamo pure noi, anzi a volte siamo più determinate . Posso affermare che siamo sempre messe in secondo piano, basti guardare la tv, il ciclismo femminile non esiste, mentre quello maschile si. Le differenze in positivo? La principale è che sappiamo essere più una squadra, sacrificarci per la capitana. Praticando questo sport capisci che ti forma il carattere e la tua personalità. Il ciclismo ti trasmette i giusti valori della vita, sei più abituata a combattere, ad affrontare tutte le difficoltà che la vita ci mette alla prova. Diciamo che è un’ottima scuola di vita”.
Ad oggi quale gara corsa le fa ancora provare i brividi per averla disputata?
“I mondiali a Mosca nel 2009, la corsa in linea. Perché, una medaglia sebbene di bronzo a un mondiale ha un significato importante. Mi resterà sempre in mente quella gara. Poi era la mia prima presenza a un mondiale in linea e già questo fa venire i brividi solo a pensarci di nuovo; la gara è stata vinta dalla Callovi mia compagna di nazionale e quindi si è vinto il mondiale, poi noi siamo arrivati in fuga ed è ancora più emozionante e aggiungendoci quel bronzo, è sempre un bel risultato. Per completare quella meravigliosa giornata, la Cecchini è arrivata 5°. Quindi 3 azzurre nelle prime 5 a un mondiale è stata davvero una gran gara”.
Indossare la maglia azzurra per lei vuol dire?
“E’ sempre una grossa emozione, lo è ancora di più per me perché ci tengo molto alla mia nazione e ogni volta che indosso la maglia azzurra mi viene ancora più grinta e cerco sempre di onorare al massimo ciò che rappresento, dando tutta me stessa e mettendoci la massima determinazione e concentrazione sia in gara che nei momenti di riposo. Inoltre, indossarla è frutto di tanti sacrifici fatti e di tutti gli allenamenti svolti con il massimo impegno”.
Ci racconta la sua avventura in azzurro di quest'anno e di come è proseguita la stagione agonistica?
“La prima esperienza di quest’anno con la maglia azzurra è stata nella prova di Coppa del mondo Durango-Durango e nella stessa settimana nella corsa a tappe dei paesi Baschi Emakumen Bira. Ho corso con le professioniste. Sono delle emozioni difficile da descrivere, ma ne vale la pena provare. E’ una delle poche cose che sicuramente non dimenticherò mai, e spero di ripeterla e di farne altre in futuro (2° nella classifica delle giovani e 23° in quella generale). Poi a luglio ho corso gli europei sia a crono (5° posto) sia in linea ad Ankara e pure questa è sempre una bella esperienza da fare. Come ultima partecipazione in maglia azzurra di quest’anno sono stati i mondiali ad Offida. Correre nella propria nazione con tutto il pubblico che tifa per te è stata un’altra esperienza che tanti atleti sognano perché è stupenda, da brividi, 5° a cronometro, ed in linea sempre al 5° posto”.
Concludiamo: il ciclismo per Susanna Zorzi è?
“Uno sfogo, una passione, un modo per conoscere nuove persone, fare nuove amicizie, per viaggiare, saper fare sacrifici e far fatica, ma anche tante altre emozioni indescrivibili come saper passare i momenti difficili e festeggiare i momenti felici. Una scuola di vita che poche persone e sport ti possono offrire”.
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Foto: gentilmente concesse da Susanna Zorzi