domenica 5 settembre 2010

Amarilli Nizza: un soprano da applaudire


Ci sono delle situazioni che ti portano ad osare, ed io l’ho fatto.
Dopo aver assistito ad uno spettacolo dove sul palco è salita il soprano Amarilli Nizza, non ho resistito, l’ho rintracciata ed intervista.
Chi è Amarilli Nizza?
“Nasco a Milano il 4 gennaio 1971. Mia madre era una grafica pubblicitaria, mio padre un campione di basket. Ho sempre viaggiato per seguire la carriera di mio padre e dopo aver vissuto tre anni a Milano e tre a Cagliari, sono arrivata ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano, dove tutt'ora risiedo. E' proprio qui che ho incontrato mio marito ed è qui la mia base familiare e il mio buon ritiro. Qui è dove alla fine degli anni '70 i miei genitori hanno deciso di darsi all'agricoltura. Ho sempre praticato molti sport: pattinaggio artistico, karate (sono cintura nera), equitazione a livello agonistico. Adesso che il tempo di fare sport proprio non c'è, i miei hobby sono la lettura, il cinema, il teatro”.
Come è scandita una sua giornata?
“La mia vita è molto lontana da qualsivoglia routine ed è difficile dire come è scandita. In linea di massima, quando sono a casa mi dedico ad una tranquilla vita familiare e quindi a seguire mio figlio in tutte le sue attività scolastiche ed extrascolastiche: partite di basket, concorsi ippici, feste con gli amici. Quando sono impegnata in produzioni teatrali, sono principalmente assorbita dalle prove e quindi, vedo molto poco la luce del sole e passo la giornata in teatro. Quando poi arriva il momento delle recite comincia il periodo più sacrificante: molto riposo, dieta ferrea e tante interviste”.
Essere una predestinata: nella sua famiglia ci sono state in passato diverse persone dedite alla musica, ma lei quando ha capito che non ne poteva più fare a meno?
“Strada facendo. Portavo avanti gli studi universitari e quelli musicali in contemporanea. Una volta vinto il concorso Mattia Battistini e dopo aver provato l'emozione di vestire i panni teatrali su un vero palcoscenico, con un coro, un'orchestra e un direttore, ho capito che quella era la mia strada”.
Amarilli Nizza è un soprano in continua ascesa, ma i suoi inizi come sono stati?
“A 15 anni ho cominciato cantando ai matrimoni ogni fine settimana. Repertorio nuziale e basta. A poco a poco lo studio si è fatto più costante e a 17 anni mi sono presentata per la prima volta a un concorso per giovani talenti: il Cilea di Reggio Calabria. Sono arrivata in finale e ho deciso così di farne altri: Spoleto (finalista) e il Battistini, appunto , che ho vinto a soli 20 anni. Da lì in poi è cominciata una strada fatta di fatica, gavetta, porte chiuse ma, soprattutto, di tanta costanza e determinazione”.
Cercando notizie su di lei ho scoperto che poteva diventare una fotomodella, ci può svelare questo suo lato della vita?
“A 17 - 18 anni ero molto ma davvero molto magra, nonostante mangiassi molto, alta 1.75, bionda, occhi chiari insomma il tipico fisico dell'indossatrice. Un'amica di mia madre era un'importante agente nel mondo della moda e della tv e voleva indirizzarmi su questa strada. Ho fatto provini, ed ebbero anche successo, ma non era quello che volevo e non ho proseguito su quella via. Il mio sogno era cantare.
La lirica è messa peggio del teatro in Italia, che non sta affatto in salute. Questo brutto momento lo vedo solamente io?
Direi che è molto evidente la situazione critica nella quale versano i nostri teatri. Speriamo di uscirne al più presto”.
Lei che idea si è fatta della situazione attuale della cultura nel nostro Paese?
“E il nutrimento di un popolo. Mi auguro che si trovino soluzioni che guardino a paesi come la Germania che hanno vissuto una grande crisi prima di noi e ne sono usciti brillantemente”.
L’emozione più grande vissuta in palcoscenico?
“Ogni sera è un'emozione nuova e unica. Certo che le ovazioni dell'arena di Verona al termine di un'aria come "O cieli azzurri " nell'Aida, restano nel cuore; così come le standing ovation all'opera di Roma al termine di Butterfly o le richieste insistenti di bis al termine dell'aria "vissi d'arte" nella Tosca. Insomma è un mestiere veramente emozionante il mio, se di mestiere si può parlare”.
Cosa occorre per far avvicinare più i giovani a vivere la magia che offrono spettacoli come quelli che lei rappresenta?
“Basterebbe far tornare la musica lirica di moda rendendola più visibile sui mezzi televisivi e rendere i prezzi dei biglietti più accessibili. Laddove si vendono biglietti a prezzi popolari la presenza di giovani è altissima. Per abbassare i prezzi dei biglietti è indispensabile che il contributo statale non venga meno alle fondazioni liriche che, comunque, non potrebbero mai sostenersi con l'incasso della biglietteria. Non dimentichiamoci che l'opera lirica è lo spettacolo più imponente e costoso al mondo. Coro, orchestra, ballo, figuranti, mimi, solisti, sarte, parrucchiere, truccatori, scenografi, costumisti, registi. E’ meglio che mi fermi qui, sono già arrivata a 500 o 600 persone e non è finita”.
Concludiamo con un suo invito, perché bisogna avvicinarsi all’opera?
Quando non basta più la parola ecco che l'uomo ricorre a quel linguaggio che più lo avvicina a Dio: la musica”.
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FOTO: gentilmente concesse dall'Ufficio Stampa di Amarilli Nizza, sono state scattate da Marinetta Saglio