mercoledì 14 luglio 2010

Qualche domanda a Francesco Moser


E’ il ciclista italiano con il maggior numero di vittorie e a livello mondiale ha davanti solamente Eddy Merckx e Rik Van Looy. Un onore ospitare Francesco Moser nel mio blog.
Nato a Palù di Giovo nel 1951, lo “sceriffo” del ciclismo ha accettato di dedicarmi qualche minuto del suo tempo.
Chi è oggi Francesco Moser?
“Sono un imprenditore impegnato nella mia cantina come produttore di vino”
Come presenterebbe Francesco Moser ai giovani di oggi che non l’hanno conosciuta negli anni 70 ed 80?
“Un corridore tenace, un passista veloce, che nella sua carriera durata quasi 20 anni ha vinto più di 250 corse”.
Quando ha iniziato ad andare in bicicletta seriamente?
“Avevo 18 anni”.
Si ricorda la sua prima gara?
“Certo era a Bolzano, il Campionato regionale allievi al quale arrivai 4°”.
Come è scandita oggi una sua giornata?
“Seguo i lavori nell'azienda agricola di famiglia, dove lavorano anche i miei figli e dove produciamo vini trentini. Mi sposto anche molto spesso per seguire eventi sportivi ciclistici e non solo”.
Francesco Moser che cosa ha imparato dal ciclismo?
“L'abnegazione al sacrificio e alla fatica, la determinazione, ma anche la lealtà e la tenacia”.
Oggi quante “uscite” riesce a programmare con la sua bicicletta a settimana?
“Se sono in vacanza anche tutti i giorni, ma normalmente non più di una”.
Allenarsi per lei vuol dire?
“Mantenere il proprio fisico attivo e in salute; svuotare la propria mente dalle tensioni”.
Come dovrebbe avvicinarsi una persona al ciclismo?
“Con lo spirito di chi vuole fare fatica, per gradi e senza esagerare e competere in modo leale”.
Che tipo di bicicletta gli consiglierebbe?
“Una bici con le misure adatte, innanzi tutto con il cambio da 34 a 50 denti davanti e 13/28 dietro. Le ruote sempre controllate e mai le gomme troppo gonfie”.
Quanti allenamenti a settimana gli suggerirebbe di eseguire a questo aspirante appassionato del ciclismo?
“3 a settimana, non oltre i 50 chilometri, aumentando gradatamente”.
Dopo quanto gli proporrebbe di prendere parte ad un cicloraduno?
“Almeno dopo due mesi di preparazione”.
Ci può dire, a distanza di anni perché lei è stato soprannominato lo sceriffo?
“Ero considerato il capo del gruppo”.
Nel ciclismo attuale chi potrebbe ricoprire questa carica?
“I ruoli attuali sono diversi, non esistono figure che possano essere paragonate a quella che avevo io ai miei tempi”.
Concludiamo signor Moser con ulteriori consigli per chi si avvicina a questo sport non più giovane e pratica il ciclismo per divertimento e magari per dimagrire: a cosa devono stare attente queste persone per non perdere l’occasione di abbandonare questo sport?
“A non avere troppa foga di allenarsi, ma di avvicinarsi gradatamente e di fare delle uscite brevi, non più di 30 - 40 chilometri, ma in modo costante. Prediligere i percorsi in pianura senza troppe salite, magari con qualche piccolo sali-scendi”.
Foto gentilmente concesse da Francesco Moser
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