lunedì 26 luglio 2010

Maurizio Fondriest: la determinazione che non lo fa mollare mai e l'iridato continua a vincere tutte le sfide da vero numero uno



Oggi Maurizio Fondriest è marito e padre di 3 bambini, 2 femmine di 17 e 13 anni e di un maschio di 5. E' testimonial di alcune aziende, gestisce un negozio di bici e una società immobiliare assieme alla moglie Ornella. Ma l'attività che lo assorbe maggiormente è lo sviluppo, il collaudo e la promozione delle biciclette che portano il nome Fondriest, biciclette che sono pensate, disegnate e sviluppate all' interno del gruppo Esperia, che gestisce il suo marchio. Questa – secondo l’ex campione iridato – è sicuramente l'attività che gli sta dando maggiori soddisfazioni
Signor Fondriest lei ome si presenterebbe ai giovani che non la conoscono e vorrebbero sapere la sua storia di atleta?
“Maurizio Fondriest è il più giovane ciclista italiano ad aver vinto un Campionato del mondo a 23 anni, vincitore di 2 Coppe del mondo e una Milano San Remo”.
Riesce, con tutte le attività che manda avanti, ad avere tempo per andare in bicicletta?
"Cerco di fare attività sportiva 3, 4 volte in settimana. In estate con la bici strada e mtb, in inverno con gli sci d'alpinismo assieme a mia moglie, anche lei grande appassionata di sport”.
Maurizio Fondriest che cosa ha imparato dal ciclismo?
“A non mollare mai”.
Lei è stato descritto, come un corridore da classiche di un giorno, ma si riconosce in queste affermazioni?
“Certamente, fin da piccolo ho sempre avuto queste caratteristiche”.
Il suo rivale è stato Gianni Bugno, come sono stati i vostri rapporti da professionisti del ciclismo?
“Sì, Gianni Bugno è stato uno dei miei rivali fin dalle categorie minori. Abbiamo sempre avuto una grande rivalità ma anche un grande rispetto”.
Oggi esiste familiarità fra voi?
“Sì, anche lui padre di famiglia e molto impegnato nel lavoro”.
Con chi dei suoi avversari continua a frequentarsi?
“Gianni Bugno e Marco Zen, che è stato mio compagno di squadra per tantissimi anni. Sono i corridori con i quali mi sento di più”.
Lei ha indossato la maglia di campione del mondo nel 1988 a Renaix in Belgio, ma un campione del mondo cosa consiglia di solito a chi si avvicina al ciclismo non più giovanissimo?
“Il ciclismo è uno sport che si può praticare a qualsiasi età e ti permette di percorrere lunghe distanze e quindi visitare posti meravigliosi. Conosco persone che hanno iniziato a pedalare anche dopo i 50 e che percorrono ogni anno migliaia di chilometri. Ed è per questo che lo consiglio a tutti. Provare per credere”.
Lei come dice che è meglio affrontare il dopo caduta in bicicletta?
“Salti in bici riparti e non ci pensi”.
La vita da "industriale" della bicicletta come è?
“Come quella da corridore anche qui ci sono le “salite”. Per me la ricerca del miglioramento del prodotto è paragonabile alla ricerca della condizione ottimale quando correvo. Riuscire a realizzare un telaio dalle caratteristiche tecniche, e di stile, che mi suscitino emozioni come quando vincevo è la più bella soddisfazione. Quest’anno mi è riuscito con la messa sul mercato del nuovo Tf2. Inoltre, quando hai degli atleti che vincono con le tue bici ti sembra di tornare indietro negli anni a quando correvo e vincevo”.
Foto: gentilmente concesse da Maurizio Fondriest
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